"Scegliere chi gioca è un bel problema"
Cinque vittorie, due pareggi e cinque battute d’arresto. Il bilancio del FC Malcantone da neopromosso in Seconda Lega Interregionale non può che essere positivo. Anzi, più che positivo se contestualizzato per aver tenuto testa a tutte le avversarie che, in questo momento, sono in lotta per contendersi la promozione. Ma a Caslano guai a lanciarsi in voli pindarici, anzi… la consapevolezza dei propri mezzi deve essere usata come spinta per continuare a regalarsi soddisfazioni. Lo sa bene Omar Copelli, artefice del «doblete» nella scorsa stagione e condottiero dei rossoneri.
«Posso dire di essere soddisfatto, anche se c’è un po’ di rammarico per aver lasciato qualche punto per strada. Non per sfortuna o altro, ma non siamo stati bravi in alcuni momenti delle partite». Circostanza che non si è verificata nel weekend in casa del Rothrist, superato per 0-3 con le reti di Seferaj, Inguimbert e Roncari. «Non abbiamo fatto la prestazione dell’anno, ma abbiamo sfruttato le nostre occasioni. Abbiamo avuto bisogno di un po’ di tempo per adattarci alla nuova categoria, ma il bilancio è positivo».
Il Malcantone - per dirla con le parole del suo allenatore - «è un gruppo che merita di togliersi tante soddisfazioni. Quello che mi piace maggiormente è vedere il carattere della squadra, che non molla mai e dà sempre tutto in campo».
La squadra di Caslano ha saputo rallentare Zug94 e Locarno, pareggiando 3-3 in entrambe le occasioni e trovandosi a condurre tutti e due i match. «Abbiamo dimostrato di potercela giocare contro chiunque, ma anche di dover crescere ancora se vogliamo stare a questo livello. Se vai in vantaggio 3- 0 e 2- 0 le devi portare a casa. Se vieni rimontato non può essere un caso. Sappiamo cosa abbiamo sbagliato e cosa dobbiamo migliorare ».
Uno dei punti di forza del Malcantone è indubbiamente il reparto offensivo. Segnano tanto e segnano tutti. «Ho una rosa forte ed omogenea, non solo in attacco. La concorrenza può fare solo bene alla squadra. Per me, invece, sono problemi. Bei problemi, per fortuna. Scegliere non è facile, ma cerco di guardare lo stato di forma dei giocatori e le caratteristiche degli avversari in base alla partita che vogliamo fare. Ogni tanto mi sento in colpa a lasciare fuori qualcuno che meriterebbe di giocare. Ma posso schierarne solo undici alla volta. La parte brutta del ruolo di allenatore».