Calcio

Schwarzenbeckenbauer

Uno con il Pallone d’oro, l’altro con la Cazzuola di stagno
Giorgio Genetelli
09.01.2024 13:13

Non ci fosse stato Schwarzenbeck non avremmo avuto Beckenbauer. Kaiser Franz se n’è andato tra migliaia di coccodrilli in attesa di sbranarlo negli stagni del Braccio Fasciato, della Testa Alta, della Classe, del Libero, della Intelligenza. Ma in queste acque ha navigato tutta la sua vita di calciatore, senza farsi prendere mai, conquistando gloria con il Bayern e la Mannschaft, in campo e fuori. Ma restiamo al calciatore, sublime, “Un cavallo bianco che non suda mai”, per usare una clamorosa metafora di Celentano a proposito del Paradiso (il Molleggiato è pretesco, si sa). Ma di fianco a lui, un po’ ingobbito, grossa complessione, andamento equino, piedi a martelli, mani a tenaglie, baritonale, c’è sempre stato Schwarzenbeck, che già il nome di suo fa spavento. Eppure somiglia a quello del suo Kaiser e Schwarzenbeckenbauer diventa allora un animale bicefalo che vince e si fa leggenda, come il munifico Samichlaus con l’umile Schmützig. Il Santo e l’Uomo nero, uno con il Pallone d’oro, l’altro con la Cazzuola di stagno, premio destinato ai servitori degli imperatori, i Kaiser, i Beckenbauer. Una coppia di fatto, indivisibile, insuperabile: il Libero che evangelizzava le masse, lo Stopper che le bastonava. Stavolta la coppia è disfatta, causa morte. Ricordiamoci: Schwarzenbeck ha vinto tanto quanto Beckenbauer, in Germania e nel mondo. Quando smisero di giocare, il Kaiser passò alla luce paradisiaca delle direzioni. Il fido scudiero rilevò una edicola.

(Nella foto Keystone, da sin. Franz Beckenbauer, Franz Roth, Georg Schwarzenbeck, Sepp Maier und Dieter Hoeneß)