Sì alla nuova formula della Super League anche se...

Tempo fa, su questa testata, avevamo proposto una modifica
all'attuale formula della Super League la quale, come sappiamo, presenta delle
criticità. Abbastanza a sorpresa, nei giorni scorsi, la SFL, con un comunicato
stampa, pubblicato sul proprio sito ufficiale, ha presentato un progetto che
riprende, in parte, i nostri suggerimenti, con l'aggiunta di una terza fase di
playoff, che cadrebbe nel mese di maggio.
Questa scelta è stata giustificata, in un'intervista a Nicola
Martinetti del Corriere del Ticino da Michele Campana, Chief Operating
Officer del FC Lugano e membro del Comitato della SFL, col fatto che i
giovani amano le partite decisive. Inoltre, essendo a maggio, con la stagione
dell'hockey e dello sci concluse, questi avvenimenti sportivi sarebbero in
grado di attirare pubblico negli stadi e davanti alla televisione.
L'idea non è sbagliata, sicuramente. Come avevamo sostenuto a suo
tempo, allo sviluppo della massima serie del campionato elvetico servivano
essenzialmente due cose: l'allargamento delle squadre partecipanti, per
allargare il bacino d'utenza, e una formula che consentisse, anche alle squadre
di metà classifica, di avere degli obiettivi sportivi da inseguire, in modo da
tenere alta la tensione anche a stagione avanzata.
Tutto bene, quindi? La sensazione è che ci saranno resistenze, e
che l'approvazione del progetto non sia così scontata. Le parole di Campana,
rivolte all'ASF nell'intervista sopra citata, sono state chiare ("Per
quanto riguarda invece l’approvazione dell’ASF, ipotizzo che una federazione
che non si occupa di calcio professionistico a livello di club non si metterà
di traverso nei confronti di quanto verrà discusso"), e hanno
individuato una delle possibili voci critiche. E la conferma, manco a dirlo, è
arrivata qualche giorno dopo, sempre via Corriere del Ticino, per bocca di Pier
Tami, coordinatore delle squadre nazionali svizzere, intervistato questa volta
da Max Solari. L'ex allenatore del FC Lugano ha infatti parlato di "Primo
passo", al quale dovrà seguire, a suo parere, l'allargamento anche
della Challenge League: "Intervenire sulla Challenge League sarà
altrettanto cruciale. Anche qui, ma è una mia idea, aumentando il numero di
compagini al via. L’inserimento nel calcio professionistico, purtroppo, non è
ancora ottimale per i giovani svizzeri. Al termine della formazione ci si
attarda troppo in Prima lega. E la conseguenza è che molti, troppi giocatori si
perdono per strada."
La sensazione, come scriveva appunto Max Solari nell'introduzione
dell'intervista a Tami, è che la riforma del massimo campionato svizzero di
calcio sia più attenta all'intrattenimento sportivo e meno a quello di
favorire un percorso di crescita per gli elementi più promettenti del calcio
svizzero, in ottica crescita della Nazionale. Il problema, anche qua, è di
carattere logistico ed economico: non è facile trovare, in Prima Lega, squadre
in grado di restare stabilmente nell'orbita del calcio professionistico.
L'esempio immediato è quello del Breitenrain, protagonista una grandissima
stagione quest'anno, ma il cui futuro sportivo, in caso di promozione ottenuta
sul campo, sarà legato a un concreto aiuto esterno dei "Fratelli
maggiori" dello Young Boys. E anche questa è una realtà con la quale fare
i conti, che qualcuno, in SFL, evidentemente ha già fatto.
Intrattenimento sportivo vuol dire, ovviamente, soldi in arrivo.
Non è un mistero che il calcio svizzero si rivolga anche al mercato estero: gli
ultimi risultati della Nati, uniti al trasferimento di diversi giocatori
elvetici, negli ultimi lustri, nelle squadre dei maggiori campionati europei,
potrebbero in effetti attirare l'attenzione di partner esteri per il campionato
nostrano, considerato una fucina di talenti. Logico che serva, a questo punto,
una formula attrattiva. Tuttavia, restiamo un po' in dubbio sui playoff,
perlomeno per ciò che riguarda l'assegnazione del titolo.
Se è vero, infatti, che in diverse realtà (anche nella vicina
Penisola) i playoff vengono utilizzati per mettere in palio posti di promozione
alla categoria superiore, è anche vero che la vincente del campionato non viene
messa in discussione. Una serie da 7 partite, come avviene in altri sport, non
avrebbe senso nel calcio, e il pubblico, tradizionalmente, è legato ai
risultati del lungo periodo, almeno in questo tipo di competizione. Poi c'è la
Coppa svizzera, che però è legata a tutto un altro tipo di tradizione e di
spirito. Non crediamo che Ancillo Canepa, per dire, sarebbe contento di mettere
in palio la probabile vittoria del titolo, in questa stagione, in una doppia
finale con Basilea o YB, che sono staccatissime dietro. E non può essere una
partita sbagliata (può succedere, del resto, nel calcio) a pregiudicare una
stagione. Nell'hockey può accadere, ma siamo al meglio delle 7 partite. Qua no.
E questo, probabilmente, sarà un ostacolo non da poco. Affaire à suivre,
insomma.