Ciclismo

Si vive come si sogna: perfettamente soli

Le confessioni, i pensieri di un grande campione, un tempo ciclista di grande livello
Red.
27.05.2023 07:51

Lo sportivo dell'età contemporanea è un potente attrattore delle masse. Domina l'immaginario collettivo, è legittimato a prescindere, le sue prestazioni fanno sospendere ogni tipo di giudizio altro. Poi all'improvviso ci si aspetta che sappiano parlare, che siano in grado di esporre una riflessione pertinente e di veicolare un concetto. Spesso arriva la delusione poiché non confermano questa aspettativa. Ma non è sempre così. “Non importa quanto ti incoraggiano e ti danno amore, l'atleta nei momenti chiave è solo”. Questa è la confessione dell'uomo di Segovia, è Pedro Delgado, che ha compiuto 63 anni, detto “Perico”, vincitore di un Tour de France e di due edizioni della Vuelta. È autore di quattro libri, l'ultimo, lo ha scritto con Ainara Hernando, si intitola “La soledad de Perico”. È un racconto intimista, dove si scoprono i pensieri che gli inondavano la testa nei momenti salienti della sua carriera. Lo spiega in una lunga intervista rilasciata a “Marca”. Su tutto un consiglio che è possibile applicare a qualsiasi ambito della vita: “Non importa a quante gare partecipi, non importa quanti fallimenti hai nei tuoi primi giorni da atleta, non succede niente: l'importante è divertirsi e dare te stesso dal cuore e prepararsi bene con molto lavoro. Il successo, forse, ti sta aspettando”. È la speranza che deve spingere ad andare sempre avanti, e non fermarsi davanti alle difficoltà, procedere mettendo corpo e anima. La narrazione si basa sulla categoria della “solitudine”. Si risponde agli avvenimenti che ci cospetta la vita, si deve sempre rimanere se stessi e rammentare che: “Il dolore che hai dentro è tuo”. Lo sforzo va interiozzato, ma negli istanti topici si “è sempre soli”, certo: “Il ciclismo è uno sport in cui c'è una squadra intorno, ma chi pedala sei tu e sei solo di fronte al pericolo e alle circostanze”. Chiosa Delgado, lo sport è come la vita, il successo e il fallimento sono principi ordinatori, ma possono ingannare, bisogna valutarli con realismo. Si definisce come “un fottuto fallimento”, perché uno solo si afferma e bisogna abituarsi a essere sconfitti tante volte. “Per me i grandi vincitori sono i perdenti che non smarriscono la concentrazione e un giorno saranno i vincitori”. E conclude: “Ho cercato di avere una scintilla di gioia. Sono un naturale, ho avuto tanto affetto affetto e ho sempre ricambiato”.