Tennis

Sinner e quella domanda "scomoda"

In Italia è partito un dibattito sulla conferenza stampa del tennista, pungolato da un giornalista
L.S.
08.06.2024 07:17

Una partita pazzesca, a velocità supersonica, con due ragazzi che se le sono date di santa ragione.
Alla fine, per un pelo, ha vinto lo spagnolo Alcaraz, che vola in finale contro Zverev.
Il numero uno al mondo, l’italiano Sinner, esce comunque a testa alta.
Due campioni che si rispettano, due fenomeni del tennis che rivedremo per tanti anni ancora a contendersi i tornei più importanti del mondo. In fondo, dopo l’addio di Federer e il calar delle tenebre di Djokovic e Nadal, era quello che ci voleva.
In Italia, in queste ore, si è aperto un dibattito sulla personalità di Sinner, che a soli 22 anni, sembra già un veterano. Posato, sereno ed educato, l’italiano era rientrato a tempo, dopo quasi tre settimane di stop, per il Roland Garros. Senza roboanti dichiarazioni e con ambizioni tutte da verificare.
La maturità dell’altoatesino stupisce a ogni pié sospinto: sia in campo che fuori. Qualcuno è arrivato a dire che il tennista è ormai un esempio per la gioventù e che le sue interviste dovrebbero essere mostrate nelle scuole. Insomma, Sinner nuovo modello da imitare.
Se va bene idolatrare il proprio campione, esattamente come in Svizzera si è fatto per 20 anni con Federer, è normale che, dopo una sconfitta in semifinale a Parigi, ci sia anche il giornalista, magari esperto e con maggior personalità, che provi a tirar fuori qualcosa di più delle solite risposte stereotipate.
Così capita che Ubaldo Scanagatta, conosciutissima penna, e telecronista italiano di 75 anni, se ne esca con un’analisi che ai tifosi del giocatore è sembrata piuttosto scomoda. Per qualcuno addirittura arrogante: “Oggi hai giocato meno bene di altre volte, hai commesso qualche errore in più…”.
Sinner ci riflette su per qualche secondo e risponde, con un sorriso beffardo, senza mai perdere l’ormai riconosciuto aplomb con un “è più facile da fuori che non in campo”. Insomma, la questione è liquidata. Sinner si alza e saluta. Certo, perdere infastidisce, ma l'italiano non viene mai meno ai suoi "obblighi" verso la stampa.
Una risposta da signore, di un campione che non cerca giustificazione ma che ricorda, in maniera elegante, che essere in campo e vincere, non è sempre una questione scontata.
Con questa risposta, implicitamente, dà meriti al suo avversario. Insomma, ci sono anche gli altri, che vanno rispettati e applauditi quando vincono.
Ciò che sorprende, ma forse nemmeno troppo, è l’ondata di indignazione verso il giornalista, che ha osato muovere una critica al campionissimo. Una semplice constatazione tecnica, ovvia e per certi versi banale.
Ma proprio nella banalità, o meglio nella semplicità, che a volte si annida l’apparente severità del giudizio. Senza fronzoli o inutili panegirici, soltanto badando al sodo.
Sinner resta un campione e vincerà tanti tornei, ma un giornalista avrà il sacrosanto diritto di porre ogni tanto qualche domanda scomoda? Che poi così scomoda non era…

(Foto Keystone)