"Sono venuto per dare una mano"

“Ho provato una sensazione
bellissima” – ha dichiarato ieri Sergio Zanetti al termine della sua
prima seduta di allenamento con Nando (Cocimano) e Lorenzo (Colombo). Il
Bellinzona dopo la disfatta col Vaduz risentiva addosso il fiato dello Xamax (seppure
ancora perdente). Pablo Bentancur era alla ricerca di un allenatore che
portasse a termine la stagione, la scelta è caduta, inevitabilmente vien voglia
di dire, sull’argentino grazie anche ai buoni contatti di Cocimano. Detto e
fatto! Già giocatore granata ai tempi di Baldo Raineri, Zanetti ha accettato
con entusiasmo questa nuova “missione” sapendo di rischiare poco per non dire
nulla. Si è in effetti reso conto subito, attraverso informazioni carpite o
fornite in casa ACB, di assumere il comando di una squadra di qualità seppure non
adatta per realizzare quest’anno il “progetto” del patron, progetto che
imponeva vittorie a grappoli. È avvenuto tutto nel giro di pochi giorni, anzi
di poche ore dopo che il nuovo mister era stato presentato alla squadra che si
apprestava a partire per andare a vincere a Yverdon. È stato detto che questa
squadra non fa “gruppo”. Ma è una tesi che non condividiamo. Da quanto vediamo
in campo i ragazzi fanno “spogliatoio” anche in allenamento! L’obiettivo comune,
già durante la settimana, è la prestazione di squadra. Non quella col Vaduz,
questo è pacifico.
A Sergio Zanetti, “rombo di
tuono” ai tempi in cui giocava, il ‘sapore’ della vittoria è sempre piaciuto. È
arrivato a Bellinzona per cercare di aiutare i granata a vincere. Dopo
l’allenamento, svoltosi sul brutto C (campo “reo” di infortuni non
indifferenti, ne abbiamo già parlato) in quanto il Comunale era a disposizione
dell’atletica, si è trattenuto a lungo a parlare con Pablo.
Mister, com’è stato il suo
primo impatto con i giocatori?
“A dire il vero li avevo già
incontrati venerdì quando il signor Bentancur mi ha presentato alla squadra e
allo staff. Ho ora avuto la fortuna di rivederli dopo il risultato molto
importante conseguito a Yverdon. Adesso dovranno cercare di dare il massimo in
modo da avere la salvezza matematica il più presto possibile”.
I tifosi si chiedono qual
buon vento l’abbia portata a Bellinzona:
“Un amico che abbiamo in
comune mi aveva chiesto se fossi disponibile a prendere in mano la squadra. A
dire il vero ero già venuto a vederla in un paio di partite. È un grande
piacere per me essere qui, il Bellinzona mi aveva dato tanto una ventina di
anni fa. Mi ricordo anche di una tifoseria molto appassionata che ci seguiva
con grande calore”.
Che squadra ha trovato?
“Con il morale giustamente
alto. Non ho molto tempo per lavorare, la prossima partita (domenica con
l’Aarau, ndr) è alle porte. Mi darò da fare, cercherò di trasmettere alla
squadra qualcosa di mio. È fondamentale - come ho appena detto – metterci in
salvo senza patemi. Un obiettivo che è senza dubbio nelle nostre potenzialità”.
Il suo obiettivo personale
qual è?
“Dare una mano a un club
dalla grande tradizione che è venuto a trovarsi in difficoltà. Mi aveva
regalato belle soddisfazioni da giocatore!”.
Altri tempi…
“Sì, però il calcio è sempre
lo stesso! Chi sta in campo deve cercare di dare sempre il massimo, i risultati
arriveranno. Ne sono convinto”.
Che Bellinzona era quello
del 2003-04?
“Una gran bella squadra, eravamo
in serie B, vi erano giocatori di grande prestigio: Vincent Cavin, Cristian
Ianu, Adrian Pit… In panchina c’era Baldo Raineri (il DS era Marco Degennaro!).
Sono trascorsi 20 anni, ma vedo che non si sono dimenticati di me perché ogni
volta che vengo qui la gente mi dimostra tanto affetto. Sono veramente felice
di essere tornato granata!”.