Calcio

"Sono venuto per dare una mano"

Sergio Zanetti ha diretto ieri il suo primo allenamento come tecnico dell'AC Bellinzona
Enrico Lafranchi
25.04.2023 07:47

“Ho provato una sensazione bellissima” – ha dichiarato ieri Sergio Zanetti al termine della sua prima seduta di allenamento con Nando (Cocimano) e Lorenzo (Colombo). Il Bellinzona dopo la disfatta col Vaduz risentiva addosso il fiato dello Xamax (seppure ancora perdente). Pablo Bentancur era alla ricerca di un allenatore che portasse a termine la stagione, la scelta è caduta, inevitabilmente vien voglia di dire, sull’argentino grazie anche ai buoni contatti di Cocimano. Detto e fatto! Già giocatore granata ai tempi di Baldo Raineri, Zanetti ha accettato con entusiasmo questa nuova “missione” sapendo di rischiare poco per non dire nulla. Si è in effetti reso conto subito, attraverso informazioni carpite o fornite in casa ACB, di assumere il comando di una squadra di qualità seppure non adatta per realizzare quest’anno il “progetto” del patron, progetto che imponeva vittorie a grappoli. È avvenuto tutto nel giro di pochi giorni, anzi di poche ore dopo che il nuovo mister era stato presentato alla squadra che si apprestava a partire per andare a vincere a Yverdon. È stato detto che questa squadra non fa “gruppo”. Ma è una tesi che non condividiamo. Da quanto vediamo in campo i ragazzi fanno “spogliatoio” anche in allenamento! L’obiettivo comune, già durante la settimana, è la prestazione di squadra. Non quella col Vaduz, questo è pacifico. 
A Sergio Zanetti, “rombo di tuono” ai tempi in cui giocava, il ‘sapore’ della vittoria è sempre piaciuto. È arrivato a Bellinzona per cercare di aiutare i granata a vincere. Dopo l’allenamento, svoltosi sul brutto C (campo “reo” di infortuni non indifferenti, ne abbiamo già parlato) in quanto il Comunale era a disposizione dell’atletica, si è trattenuto a lungo a parlare con Pablo.
Mister, com’è stato il suo primo impatto con i giocatori?
“A dire il vero li avevo già incontrati venerdì quando il signor Bentancur mi ha presentato alla squadra e allo staff. Ho ora avuto la fortuna di rivederli dopo il risultato molto importante conseguito a Yverdon. Adesso dovranno cercare di dare il massimo in modo da avere la salvezza matematica il più presto possibile”.
I tifosi si chiedono qual buon vento l’abbia portata a Bellinzona: 
“Un amico che abbiamo in comune mi aveva chiesto se fossi disponibile a prendere in mano la squadra. A dire il vero ero già venuto a vederla in un paio di partite. È un grande piacere per me essere qui, il Bellinzona mi aveva dato tanto una ventina di anni fa. Mi ricordo anche di una tifoseria molto appassionata che ci seguiva con grande calore”.
Che squadra ha trovato? 
“Con il morale giustamente alto. Non ho molto tempo per lavorare, la prossima partita (domenica con l’Aarau, ndr) è alle porte. Mi darò da fare, cercherò di trasmettere alla squadra qualcosa di mio. È fondamentale - come ho appena detto – metterci in salvo senza patemi. Un obiettivo che è senza dubbio nelle nostre potenzialità”.
Il suo obiettivo personale qual è? 
“Dare una mano a un club dalla grande tradizione che è venuto a trovarsi in difficoltà. Mi aveva regalato belle soddisfazioni da giocatore!”.
Altri tempi…  
“Sì, però il calcio è sempre lo stesso! Chi sta in campo deve cercare di dare sempre il massimo, i risultati arriveranno. Ne sono convinto”.
Che Bellinzona era quello del 2003-04? 
“Una gran bella squadra, eravamo in serie B, vi erano giocatori di grande prestigio: Vincent Cavin, Cristian Ianu, Adrian Pit… In panchina c’era Baldo Raineri (il DS era Marco Degennaro!). Sono trascorsi 20 anni, ma vedo che non si sono dimenticati di me perché ogni volta che vengo qui la gente mi dimostra tanto affetto. Sono veramente felice di essere tornato granata!”.