Hockey

Sopra la panca...

Chi sono gli allenatori che rischiano l'esonero durante la stagione? E chi può stare tranquillo?
10.09.2024 08:45

Un campionato alle porte è anche sinonimo di toto-allenatori. Chi resterà in sella sino alla fine? Chi è a rischio? Chi salterà? Ecco le nostre previsioni.

CHI DOVREBBE STARE TRANQUILLO:

Luca Gianinazzi (Lugano)

I tempi in riva al Ceresio sono cambiati. Grazie alla presenza di Gianinazzi si respira un'atmosfera più sana e maggiormente in linea con le potenzialità reali del Lugano. La piazza ha capito che per tornare ai vertici ci vogliono tempo e pazienza e il tecnico di casa può lavorare in un clima sereno. Il tecnico in questi 2 anni ha dimostrato know-how gestendo benissimo la situazione e dimostrando che la giovane età non è un ostacolo. Il futuro è suo.

Luca Cereda (Ambrì)

Il decano tra gli allenatori è alla sua ottava stagione. È più probabile la ricostruzione della Valascia che un suo licenziamento.

Marc Crawford (Zsc)

Il canadese ha appena vinto il titolo e dispone nuovamente della squadra più forte dell’intero campionato. Fare male con una corazzata del genere è praticamente impossibile e il recente trionfo lo mette comunque al riparo da eventuali brutte e clamorose sorprese.

Dan Tangnes (Zugo)

Il norvegese è al suo settimo anno alla guida dei Tori. Dopo aver riportato il titolo (per due volte filate), la macchina si è un po’ inceppata, complice anche un leggero indebolimento. Il 45enne però gode di immensa fiducia, ha molta personalità, è amato, è un grande comunicatore ed è uno dei massimi conoscitori della materia. Utopia pensare a una separazione a stagione in corso.

Patrick Emond (Friborgo)

È solamente un traghettatore in attesa dell’arrivo dello svedese Roger Rönnberg. Se la stagione non dovesse rivelarsi disastrosa, cosa improbabile, ben difficilmente il canadese verrà segato in un anno che di fatto appare essere di transizione in attesa anche di un ringiovanimento della rosa.

Geoff Ward (Losanna)

Dopo aver portato i vodesi a una storica finale e a un solo passo dal titolo, il 62enne canadese affronta la nuova sfida ovviamente con un gran bel bonus, anche se la gratitudine nello sport professionistico non è sempre una prassi. Solamente un cataclisma in seguito a una netta involuzione potrebbero metterlo in pericolo.

Thierry Paterlini (Langnau)

A Langnau si è instaurato un binomio tra coach e direttore sportivo (Pascal Müller) simile alla realtà leventinese e la pazienza non manca di certo nelle fila dei Tigrotti. La consapevolezza dei propri limiti è acquisita. Paterlini dovrebbe dunque vivere una stagione tranquilla in tutta armonia, indipendentemente dai risultati.

Josh Holden (Davos)

Dopo un buon battesimo, fatto di tanta regolarità, il canadese è chiamato alla conferma e perché no anche a un progresso. A Davos gli echi in meriti al suo lavoro sono positivi, d’altronde il 46enne ha svolto tanti anni di apprendistato al fianco di un maestro come Tangnes in quel di Zugo. Difficile immaginarsi un suo licenziamento.

CHI FAREBBE BENE A DIFFIDARE?

Christian Wohlwend (Ajoie)

Al secondo anno in qualità di coach a Porrentruy, l’ex Davos dovrà provare a fare progredire la squadra e cercare di lasciare l’ultima piazza. La campagna acquisti è stata interessante, la coperta è più lunga e la qualità sembra leggermente aumentata. Se nonostante le buone premesse dovesse profilarsi un campionato da netto fanalino di coda, la pazienza della dirigenza giurassiana potrebbe venire a meno.

Jan Cadieux (Ginevra)

È entrato nella storia per aver consegnato il primo titolo due anni fa. Lo scorso campionato è stato un buco nell’acqua, ma la delusione è stata in parte compensata dal trionfo in Champions Hockey League. Quest’anno ci si attende però una riscossa, la squadra è tra le più forti. Se i ginevrini dovessero nuovamente performare al di sotto delle attese, potrebbe anche arrivare la scossa.

Martin Filander (Bienne)

Lo svedese apre un nuovo corso. Riuscirà il 43enne ad adattarsi e a fare breccia? Non sarà evidente, anche perché il roster a sua disposizione non sembra attrezzato per insediarsi tra i piani nobili della classifica. Il suo grande vantaggio è che il direttore sportivo Steinegger e più in generale la dirigenza del club sono tradizionalmente pazienti e poco inclini a separarsi dai propri allenatori.

Stefan Hedlund (Rapperswil)

Due prime stagioni da sballo, poi l’anno scorso un passo del gambero, anche se forse in fin dei conti è proprio l’ultima stagione a rappresentare al meglio il reale valore del complesso sangallese. Il direttore sportivo Steinmann è convinto della bontà della scelta e un grande fan e amico dello svedese, ma se la parabola discendente dovesse continuare, ecco che all’orizzonte potrebbero spuntare nubi neri sulla testa del 49enne.

CHI RISCHIA DI SALTARE?

Lauri Marjamäki (Kloten)

Alla sua prima esperienza elvetica, l’allenatore finlandese si ritrova tra le mani una squadra tra le più deboli del lotto. Il 47enne ha alle spalle un curriculum di tutta esperienza avendo allenato tra gli altri pure la nazionale del suo paese, ma difficilmente ciò basterà. Sarà fondamentale partire bene, altrimenti la stagione diventerà un calvario e a farne le spese potrebbe essere il nuovo coach che oltretutto ha firmato per un solo campionato.

Jussi Tapola (Berna)

Il finlandese è reduce dalla sua prima stagione, tutto sommato discreta e ha appena rinnovato il suo contratto sino al 2026. Non è però un allenatore scelto dalla nuova direzione sportiva capitanata da Martin Plüss e c’è da scommettere che in caso di un mancato salto in avanti rischi fortemente il posto. Il problema? La pressione e le aspettative a Berna sono ovviamente sempre alte, ma la squadra non pare essere attrezzata per essere nei piani alti della classifica.

(Marc Crawford nella foto Keystone)