Spalletti, il marchese del Grillo, Gascoigne

Una bella canzone di Edoardo Bennato fa così:
Al congresso sono tanti,
Dotti, Medici e Sapienti
All’Europeo anche, sono tanti: Analisti, Dottori e Allenatori. E vogliono
contare più dei calciatori, vogliono essere i padroni del gioco prima durante
dopo. Con tutto ciò che dicono in conferenza stampa, c’è da tremare per i
ragazzi che se li devono subire per tutto il tempo, giorno e notte (misurato
anche l’onanismo?).
Il verboso Spalletti, sulla Gazzetta dello Sport, in risposta a un giornalista
che gli chiedeva se si fosse preoccupato quando la sua squadra era andata in
svantaggio contro la Croazia, ha pontificato con un’analisi tecnica: “Le
preoccupazioni fanno parte di questo lavoro. Io voglio bene alle migliaia di
bambini che ci aspettano sotto il nostro hotel. Poi se ci sono altre persone
che ci prendono di mira divento una belva. (…) Se avevo paura venivo a vedere
le partite come voi e facevo il vostro lavoro (il giornalista, ndr). Ce l’ho la
possibilità di comprarmi un biglietto, anzi, me lo danno gratis perché ormai
conosco tanta gente.”
Ecco, “io so’ io e voi non siete ‘n cazzo”, per dirla alla Marchese del Grillo.
E per restare a Monicelli, Spalletti ha vagamente richiamato, e lo fa quasi
sempre, anche il Lello Mascetti.
Insomma, una commedia all’italiana (gli altri allenatori non sono meglio, solo
che non capiamo) per essere sempre il primattore sul palcoscenico. Intanto che
in campo i calciatori ormai sono robottini a batteria che si scaricano al primo
calo di corrente.
E nel nome del progresso
Il dibattito sia aperto
Parleranno tutti quanti
Dotti medici e sapienti
Ci vorrebbe un Best, o almeno un Gascoigne che mandi tutto all’aria.