Sputi e insulti, il tennis sta diventando come il calcio

Ci vuole fair play: è questo il mantra delle istituzioni sportive a tutti i livelli. Sarebbe il rispetto del gioco da parte sia degli atleti, che da parte dei appassionati. E il tennis è una disciplina considerata l'emblema di questo principio. Ma i tempi cambiano e anche le tradizioni vengono ribaltate e smontate. “Come nel calcio... Tifosi senza rispetto, mi hanno sputato addosso”. Siamo al Roland Garros, campionato mondiale ufficioso sulla terra rossa, il belga Goffin è furioso per come è stato contestato verbalmente e non solo. Dopo il suo ultimo colpo vincente, si era al primo turno, ha esultato, ma dalle tribune ecco i fischi. La sua colpa? Aver eliminato un francese. In conferenza stampa è stato chiaro: “Sta diventando come il pallone. Mi hanno sputato addosso un chewing gum”. Evidenzia di essere stato provocato dall'inizio alla fine del match durato oltre le tre ore. E ha ribadito: “Le tribune ormai sono come quelle del calcio. Presto ci saranno fumogeni, hooligan e ci saranno risse sugli spalti. La cosa comincia a esser ridicola. Oltre agli insulti, siamo arrivati agli sputi.” E aggiunge che i giocatori hanno fatto presente la questione a quelli dell'Atp, la soglia del limite consentito la considerano varcata. Nel tennis non si tratta del primo caso e non si può neanche più parlare di pubblico solo rumoroso, in una disciplina che esige poi la massima concentrazione da parte dello sportivo. Goffin sottolinea il problema in generale, che non può essere sottovaluto, ma rimarca a proposito degli Slam: “Questa cosa succede spesso in Francia. A Wimbledon si gioca in condizioni ideali, anche gli Australian Open e gli US Open sono piuttosto tranquilli. È qui che l'atmosfera è davvero malsana”. E invita le istituzioni e gli organizzatori a prendere i necessari provvedimenti.
(Foto Keystone)