Svizzera che figuraccia! E Fischer?

Ancora fuori,
ancora ai quarti di finale.
Un netto 3 a 0 contro gli Stati Uniti che non ammette discussioni.
La Svizzera esce ancora una volta nel momento più importante, quello in cui si
è chiamati a fare la differenza, a dimostrare una certa maturità.
Nessun passo avanti sul piano mentale, nessuna scusa: questa squadra ha fallito
anche questo appuntamento.
Terza volta di fila fuori ai quarti di finale di un Mondiale, dopo aver vinto
una sola partita alle Olimpiadi. Tremenda delusione.
E non servono a niente le sette vittorie di fila nel gironcino di qualificazione contro avversari decisamente
poco quotati o poco motivati (ricordiamoci che Russia e Bielorussia erano
assenti), che hanno fatto credere di essere forti, di poter arrivare fino in
fondo.
Gli esempi da seguire sono quelli di USA e Canada, squadre composte non certo
da fenomeni, ma che nel momento decisivo tirano fuori i famosi attributi e
fanno quello step in più che noi non sappiamo fare. Questione di mentalità, di leadership. Che a noi, ovviamente manca.
Eppure va tutto bene, la stampa continua a ringraziare Fischer per le sette
vittorie (ai tempi di Krüger il trattamento fu ben diverso) nella speranza che
la prossima volta vada un po’ meglio.
Sempre la prossima volta, con una pazienza infinita, inspiegabile a questi
livelli.
Il nostro selezionatore aveva scelto i suoi giocatori anche in base alla
motivazione, a quel fuoco sacro che a qualcuno sarebbe mancato durante le nefaste
Olimpiadi.
I risultati sono lì da vedere, ancora una volta deludenti.
Ora vediamo se la federazione, che in questi anni ha scommesso su un allenatore
con poca esperienza, continuerà a puntare su di lui, oppure si renderà conto
che forse è arrivato il momento di voltare pagina.
Perché dopo tutto questo tempo, la credibilità e le motivazioni potrebbero
venir meno in un ambiente che avrebbe finalmente bisogno di un grande
risultato.