Ted Lasso, un allenatore davvero speciale

Parafrasando il poeta Giuseppe Ungaretti, chiedendo venia, gli “Allenatori stanno come d'autunno sugli alberi le foglie”. Sono sempre in bilico. La loro carriera è fluida. Costituiscono il perfetto capro espiatorio. Quando il progetto non funziona, sono ritenuti i primi responsabili. Certo sono strapagati. Ma che fatica devono fare. Hanno il compito di gestire rose pletoriche, composte da giovanotti ricchi, famosi e attenti alla loro immagine; devono essere abili comunicatori e pure armarsi di psicologia; sono l'interfaccia del club con i media. I tifosi vogliono un tecnico stile “sergente di ferro”, autoritario e autorevole, uno che sappia imporsi e che abbia carisma. Si aggira per l'Europa un mister particolare e speciale, proviene dagli Stati Uniti. Si chiama Ted Lasso, la sua filosofia si basa su tre categorie: essere positivi; l'ottimismo; la gentilezza. È sicuro: “Per me il successo non riguarda vittorie e sconfitte. Si tratta di aiutare questi giovani ragazzi a essere la migliore versione di sé stessi dentro e fuori dal campo, e non è sempre facile ma nessuno di loro cresce senza che qualcuno creda in loro”. Sprona così i suoi atleti: “Fatemi questo favore… alzate la testa e guardatevi intorno in questo spogliatoio. Guardate tutti gli altri qui dentro. Voglio che siate grati che state attraversando questo triste momento con tutte queste altre persone. Perché ve lo prometto, c’è qualcosa di peggio là fuori dell’essere tristi, ed è essere soli ed essere tristi. Non c’è nessuno da solo in questa stanza”. Il segreto è semplice: “Qual è il pesce più felice al mondo? Il pesce rosso, perché ha la memoria di 10 minuti. Siate dei pesci rossi”. E conclude: “Credere è sperare e sperare è credere”. Ted Lasso non esiste. È il protagonista di una serie televisiva durata tre stagioni. È un coach di football americano, che viene assunto da una squadra di calcio inglese. Il nostro non si scompone davanti alla nuova avventura. Lo guida l'ottimismo. Non è un cinico ma si apre al prossimo: lo aspetta e quasi lo abbraccia. È un anticonfomista, poiché non attacca e non ha risentimenti, procede sempre oltre. E ha una grande volontà. Parafrasando Arthur Schopenhauer: “Il mondo può essere volontà e rappresentazione”.