Calcio

Tenero, un avversario duro

Chiacchierata con Benjamin Frizzi, allenatore dei locarnesi primi in classifica nel Gruppo 2 di Terza Lega
Carlo Scolozzi
26.04.2023 07:47

In barba al proprio nome, il Tenero è un avversario duro. Lo stanno provando sulla propria pelle calcistica le avversarie del Gruppo 2 di Terza Lega, girone che i locarnesi capeggiano con autorità, seppur con soli tre punti di vantaggio sull'inseguitrice più immediata, ovvero il Ravecchia (46 punti vs 43 ndr.). L'artefice di questo esaltante cammino è il direttore operativo dell'ente turistico Ascona e Locarno, al secolo Benjamin Frizzi. Con lui abbiamo chiaccherato del suo Tenero, ma non solo: c'è stato infatti anche il tempo di qualche excursus storico sull'amabile personaggio, il classico ragazzo d'oro insomma. Che ama usare spesso l'aggettivo super, tanto è il suo entusiasmo.

BATTESIMO DI FUOCO

"Ho cominciato ad allenare negli Attivi lo scorso luglio e l'ho fatto in una società modello, super organizzata e dotata di strutture all'avanguardia. In questo club affiatatissimo mi trovo nelle migliori condizioni per svolgere il mio ruolo di Mister".

NON SONO SPALLETTI

"Sarebbe bello avere già fatto il vuoto come il Napoli, il nostro è invece un girone tiratissimo. Inoltre squadre come Ravecchia, Giubiasco, Minusio e il Solduno appena retrocesso sono state costruite per vincere, a nostra differenza. A Tenero si pensa innanzitutto alla crescita dei giovani. La promozione, per noi, non è insomma un assillo".

UNITÀ E GIOVENTÙ

"Il gruppo a mia disposizione è molto unito, sia in campo che lontano dal rettangolo verde. È questa la nostra forza, unitamente alla spensieratezza della gioventù che, anche se a volte è un tallone d'Achille, ci dà energia e la giusta spinta per andare come treni. Non abbiamo il bomber da 20 reti, in compenso subiamo pochissimo".

IL MIO LUGANO

"A Cornaredo ho vissuto una retrocessione nel '97 con Pont/Engel e una pronta risalita nel '98 con lo stesso Karl. C'era gente come Daniele "Mec" Penzavalli e René Morf, dei super compagni, ma anche troppi stranieri. Ai tempi in riva al Ceresio si usava così, con le società italiane che parcheggiavano i loro giocatori in esubero. Il Lugano era un porto di mare".

IL MIO LOCARNO

"Ho vissuto l'esaltante stagione della promozione in Challenge League. Ci allenava Giorgio Donati. Era il 2005 e in squadra avevo compagni quali Romano Thoma, Kazik Nicolò, Elia Rezzonico, Remy Frigomosca e Riccardo Di Benedetto".

IO E MICHEL PONT

"Una persona squisita e un grande conoscitore di calcio. Nel Lugano giostrava al suo fianco un personaggio come Pierluigi Tami ed era un atout non da poco. A Lugano non ha avuto fortuna, ma il suo valore è testimoniato dalla chiamata in nazionale, come assistente di Köbi Kuhn".

IO E KARL ENGEL

"Era un duro, molto esigente, il classico sergente di ferro. Aveva esperienza, conferitagli dai trascorsi come portiere bianconero e della Nazionale. Dal punto di vista del carisma era un tecnico eccezionale. Lui e Pont erano agli antipodi".

IO E GIORGIO DONATI

"L'ho avuto sia come professore al liceo che come Mister. Un grande gestore di un super gruppo che aveva lo zoccolo duro ticinese e una piccola anima argentina. Non eravamo i favoriti eppure ci condusse in Challenge League: allenava come insegnava a scuola. Ha lasciato emergere le nostre qualità. Di lui si può solo parlare bene".