Totti all'Inter

Si sa: il calcio italiano volge la sua traiettoria verso il ribasso. Mancano giovani talenti, non ci sono grandi giocatori. Il tempo che fu non tornerà, il movimento è avvitato, si è infilato nella spirale di una crisi, quasi, infinita. E in mancanza di prospetti ci si può rivolgere all'usato sicuro. Specie se il calciatore in questione è stato uno dei migliori della storia. Era classe pura, un binomio di genialità e concretezza. Il suo stile raffinato non era fine a sé stesso. Francesco Totti non si è rassegnato, nonostante i 48 anni, vuole scendere di nuovo in campo, sentire l'odore dell'erba e l'incitamento dei tifosi, e sfoderare i suoi magnifici colpi. In una recente intervista lo ha dichiarato: “Mi hanno chiamato varie squadre di Serie A”. E allora l'umano comincia a vacillare: “Il pensiero c'è, mai dire mai”. E confessa: “Ammetto che mi hanno fatto venire un po' di pensiero, di pazzia. Sarebbe difficile”. Rammenta che ci sono stati clamorosi rientri: “Dipende anche dove giochi, con tutto il rispetto, ma se dovessi tornare in Serie A mi dovrei allenare”. I tono utilizzati non erano faceti. Totti è sicuro: “Con il livello della Serie A di oggi potrei dire tranquillamente la mia in campo. Un 10 in Italia non c'è”. Gli servirebbero tre mesi di preparazione, per disputare uno scampolo di partita, almeno 20 minuti ancora una volta. Dove? Non all'estero. La speranza: “Può darsi che mi chiami l'Inter”. Lo tormenta un pensiero, non voleva ritirarsi: “Non è stata una mia scelta”. Ergo: “Forse anche per quello mi è rimasta quella cosa dentro. E vero che c'è un inizio una fine per tutto. Ma una finestra è sempre aperta”.

(Foto Keystone)