Tra critiche e citazioni, ecco le spiegazioni

Mattia Bottani,
intervistato oggi dal Mattino della domenica (noi le fonti le citiamo,
come ci hanno insegnato da giovani), risponde alla domanda relativa al nostro
articolo di qualche giorno fa e che titolavamo: “Non è più il Lugano di Bottani”.
La risposta del giocatore? Semplice: “Non è mai stato il Lugano di Bottani”.
La nostra riflessione, che parte da lontano, era stata inspirata dalle parole
di Croci-Torti, che aveva definito più volte indispensabile il numero dieci
bianconero e aveva dichiarato che con lui il Lugano gioca(va) meglio.
Bottani, nella sua intervista, ammette con estrema sincerità che questa non è la sua
migliore stagione e che avrebbe, nonostante infortuni e covid, dovuto fare di
più. Chapeau!
Parlando poi dei compagni che in questo momento vengono “celebrati”, aggiunge
che “quelle stesse persone che adesso li elogiano, una volta li criticavano”.
A parte che cambiare idea è un sacrosanto diritto, questo “attacco” ovviamente
non ci riguarda, visto che siamo stati i primi, anche un po’ scherzosamente, a
salire sui carri di Amoura (definito spesso Salah) o di Steffen.
Detto questo, l’articolo di qualche giorno fa su Bottani non era soltanto una
raccolta di dati e statistiche che mettevano in evidenza le qualità dei nuovi
attaccanti del Lugano, ma era anche una “suggestione” per un’eventuale nuovo
ruolo di Bottani, che con le sue qualità tecniche e di visione di gioco
potrebbe anche reinventarsi e trovare così una seconda giovinezza. Visto che i
posti davanti, al momento, sembrano tutti (ben) occupati.