Un presidente in Paradiso

Un sabato da favola per Antonio Caggiano: “Desto o son sogno?” avrebbe detto il grande Totò. Il presidente al Wankdorf si è sentito in… Paradiso. Sono circolate decine e decine di sue foto e video sui Social, quello con i ‘ragazzi’ dell’YB è stato definito un incontro “storico”.
Sembrerebbe che il presidente in quello stadio che anni fa era di una “bruttezza squallida” – come l’aveva definito il caro collega Rinaldo Giambonini (in occasione di una partita del grande Lugano) – per via di seggiolini arrugginiti e muri sgretolati, ma che nel terzo Millennio è ridiventato il Wankdorf Stadion dopo essere stato battezzato per una quindicina di anni Stade de Suisse, si sia addirittura esaltato.
È così Antonio?
“Ma mi faccia il piacere!
(usa il titolo di un film del suo omonimo, s’intende De Curtis). Se devo dire
la verità mi sono sentito frustrato. Ma questo ‘pensiero’ non è che mi arrivi solo
dal Wankdorf, tutti gli stadi di Promotion
League della Svizzera interna sono sicuramente migliori dei nostri”.
Che emozione ha provato?
“Sinceramente detto mi sono un
po’ ‘gonfiato’ nel trovarmi in uno stadio moderno e confortevole, come quello
della Capitale. Già l’entrata all’impianto, gli spogliatoi, il tunnel che porta
al campo da gioco sono qualcosa di sbalorditivo. Abbiamo vissuto, sia noi
dirigenti che i giocatori e lo staff, questa giornata particolare come se si
trattasse di una partita di serie A”.
Un sorriso comunque amaro
il suo:
“In effetti avevo inviato la
foto di Pian Scairolo a un dirigente del Rapperswil, club che tra l’altro dispone
di uno stadio con tribuna di 900 posti, chiedendogli cosa pensasse del nostro. Beh,
lo ha definito un ‘centro familiare’… È stato gentile, mi ha dato una risposta
carina… Ammetto che Pian Scairolo non ha nulla a che fare con uno stadio, non
mi vergogno a dirlo”.
Il suo deve essere un
cruccio assillante da appassionato uomo di sport qual è:
“A me sono sempre piaciute le cose fatte bene. È una delusione avvilente quando
le squadre della Svizzera interna arrivano qua. Leggo anche nelle loro facce il
disappunto quando varcano il cancello. Si diranno ma dove mai siamo arrivati…”.
Non sia così pessimista,
lei due squilli di tromba se li merita in ogni caso:
“Fino a qualche anno fa in
questa categoria (PLP) giocava solo il Chiasso, poi non c’era nessuno. Invece
da quattro o cinque anni a questa parte di squadre ne abbiamo ben 8 dalla
Seconda Interregionale alla Promotion. Ciò vuole dire che il nostro ‘calcio
minore’ sta rinascendo alla grande”.
Il suo augurio?
"L’ho già manifestato a più
riprese. Spero che oltre a vedere tante squadre rialzare la cresta, subentri
anche un po’ di entusiasmo a livello politico. Il FC Paradiso funge un po’ da
capofila, ha attirato sulla sua scia il Taverne, il Mendrisio, il Collina e diverse
altre società”.
Signori si nasce…
“Lo stiamo dimostrando come
Comune. Abbiamo rifatto gli spogliatoi, tra qualche settimana daremo finalmente
il via alla costruzione della tribuna (di 350 posti, ndr) con annesso
ristorante-buvette in modo da poter accogliere come si conviene i nostri ospiti
e nel contempo coinvolgere più gente allo stadio”.
Un grande passo in avanti:
“Assolutamente! Non solo a
livello sportivo (non dimentichiamo che il Paradiso, in campo oggi alla Lidl
Arena di Wil contro il San Gallo U21, è terzo in classifica con gli stessi
punti del Brühl, secondo – ndr) ma anche all’interno del Municipio che ha
investito parecchio per noi”.
Come si chiamerà il nuovo
stadio?
“Kindof Arena, è il nostro
sponsor principale”.
Aumenterete il prezzo dei
biglietti?
“Fondamentalmente l’entrata
rimarrà quella attuale. Il nostro scopo, offrendo più comfort ai tifosi, è
quello di riempire lo Stadio (lo scriviamo con la “S”, Caggiano ne esce da
vincitore e ne va giustamente orgoglioso dopo 21 anni di presidenza, ndr: “Penso
di essere il presidente di calcio più longevo del Ticino, visto che Cio Monti –
che ho sentito l’altro giorno, lo è stato per venti”). Sarei già soddisfatto con
una media di 300-400 spettatori a partita”.
Di che colore le seggiole?
“Verde… (ride)”.
Possiamo dire che per il
FCP si aprirà una nuova pagina?
“Di sicuro un passo in più con
un’organizzazione ancora più efficiente. I giocatori sono al 98 per cento
professionisti, tranne il capitano (Loiero) e un paio o tre di altri che sono
semi-professionisti. Vogliamo dare un’ulteriore sterzata alla società. A giorni
vi entreranno due persone autorevoli del calcio ticinese”.
La ‘chiacchierata’ s’è fatta lunga, forse troppo ed è andata ben oltre… ‘Spariamo’ al presidente due nomi mirati chiedendogli di… ‘battezzarli’ in poche parole:
Noblesse oblige, il primo
è evidentemente quello di Sannino:
“Beppe è un maniacale passionale”.
Türkyilmaz?
“Kubi è il nostro
ambasciatore”.
(Nella foto, Antonio Caggiano, con il padre Giuseppe, una settimana fa al Wankdorf)