Calcio

Un presidente "sciallo" per un Lugano diverso

Ieri all'Hotel Dante è stato presentato Philippe Regazzoni, un tipo spigliato che ama la battuta
Carlo Scolozzi
27.02.2022 11:11

Concedeteci, per cominciare, una battuta. Curioso, perlomeno, che la presentazione del nuovo presidente del Lugano sia avvenuta in un hotel che si chiama come il padre della lingua italiana e che l'unica lingua intrusa fosse proprio quella di... Dante. Chi è Philippe Regazzoni forse non lo sapremo mai, sappiamo invece chi non è: non è Angelo Renzetti, il presidente che dopo le partite faceva l'allenatore, come ha ricordato ieri nell'hotel luganese l'inviato della RSI Omar Gargantini.

Cominciamo dal versante modaiolo. Allora il presidente si è proposto con un semplice jeans blu e una camicia bianca, con due scarpettine che completavano il look sportivo ma elegante. Anzi, no: chiamiamolo stile sciallo. Come del resto è Philippe Regazzoni, che si è profilato subito come un consumato attore di teatro, un ambiente al quale richiamavano i drappi bordeaux che era stati posti sui tavoli della conferenza.

Ama infatti la battuta, si muove col sorriso ed è proprio la sua spigliatezza a farne un soggetto simpatico. Non è stato è scelto perché era vice allenatore del Küsnacht in Quarta, spiega. Aggiungiamo noi: neanche perché si è cimentato col rugby e nelle partitelle con gli amici che fanno da calcistico aperitivo alle gare di Champions League che il gruppetto si guarda davanti a una pizza e a una birra. Le sue abilità sono da ricercare nelle mansioni di un presidente del Consiglio di Amministrazione e per quello è stato messo lì.

Una volta al mese, comunque, vedrà dal vivo il Lugano del Crus. Ha debuttato a Cornaredo proprio ieri sera ed esteticamente non ha scelto la partita migliore, perché contro il Servette il Lugano ha balbettato calcio. Ma sono ugualmente arrivati i tre punti, sarà merito dei braccialettini che Regazzoni sfoggia sul polso sinistro e che avranno, chissà, un ruolo da portafortuna. Non ci è dato saperlo, procediamo per ipotesi inquesto campo.

Tornando alla presentazione dantesca, il Lugano dirigenziale si schierava a due punte, c'era infatti anche il CEO Martin Blaser, più formale nelle sue risposte, anche in italiano, ma non per questo meno sorridente del presidente. L'ambiente era insomma carino e accogliente e abbiamo rischiato di perdercelo, perché, ahinoi, abbiamo pigiato il tasto sbagliato in ascensore e siamo finiti nelle cucine. Sarebbe stato un peccato non poter sfoggiare il mio vecchio blazer, riesumato dall'armadio. Il Direttore ci tiene all'etichetta e pare che sia l'unico, visto che di altre giacchette di questo tipo non ne ho viste in giro ieri.