Guerra russia-ucraina

"Una follia totale: mi vergogno di ciò che sta succedendo"

Parla Leonid Novoselskyi, russo nato in Ucraina, da anni in Ticino
L.S.
26.02.2022 10:42

È nato e cresciuto a Kiev e a dieci anni, con la famiglia, si è trasferito a Mosca.
Erano gli anni ottanta e l’Unione Sovietica era un grande e unico paese.
Nessuno avrebbe mai immaginato che a distanza di 42 anni Mosca potesse fare la guerra a Kiev.
Invece è quello che sta succedendo e lui, da anni ormai trasferitosi in Ticino, sta soffrendo tantissimo.
Leonid Novoselskyi, che abbiamo imparato a conoscere in questi anni a Lugano per la sua enorme passione per il calcio, è un uomo triste, che si vergogna, che spera che tutto questo finisca al più presto.
Leonid, come stai?
“Non sto bene, come immaginerai. Mi sembra incredibile quello che sta succedendo.”
L’avresti mai creduto possibile?
“Assolutamente no. Ho sempre sperato fino all’ultimo che la Russia rinunciasse alla guerra. Mi sembrava impossibile. Non ci volevo credere.”
E invece è successo.
“Incredibile. Ucraini e russi sono come fratelli: parliamo quasi la stessa lingua, siamo nati con la stessa cultura, abbiamo ascoltato la stessa musica, visti gli stessi film e ci siamo raccontati le stesse barzellette. Le persone comuni si vogliono bene, non esiste la parola odio tra di noi. Poi c’è sempre una parte di persone imbevuta della pericolosa propaganda che si sente in televisione. Ma è assolutamente una minoranza”.
Una curiosità: a Kiev da piccolo che lingua parlavi?
“In tutta l’URSS si parlava il russo, anche a Kiev, ma c’era molta gente che parlava anche l’ucraino. Io l’ucraino lo capisco abbastanza bene”.
E tu come ti senti? Più russo o ucraino?
“Io mi sento un globalista, anche un po’ ticinese. Ho un figlio che vive negli Stati Uniti. Non divido la gente per razza o nazionalità”.
Com’è cambiata la tua vita in questi giorni?
“Dormo male, mi sveglio alle cinque del mattino e guardo le notizie sperando che avvenga un piccolo miracolo. Speriamo tutti che questa follia finisca presto. Ho ancora una speranza nel cuore, sogno che si possa tornare presto alla normalità”.
Cosa dovrebbe fare la Russia adesso?
“Deve fermarsi e chiedere scusa. Non so se basterà, ma è quello che bisogna fare. Io mi vergogno ogni giorno per quello che sta accadendo”.
Cosa ti dicono i tuoi amici e la gente che a Lugano ti conosce da tanti anni?
“Ho avuto un sostegno incredibile da parte di tutti. Quando leggo i messaggi degli amici o della gente che mi conosce, mi viene da piangere. Li ringrazio tutti. Capiscono la mia situazione, mi danno forza. Io a Kiev ho ancora parenti e tantissimi amici, è difficile spiegare cosa si provi in questi momenti”.
Perché si è arrivati a questo punto secondo te?
“Credo che ci siano due motivi. Il primo è lo strapotere di Putin, che ormai è al comando da troppo tempo. Ogni tanto la natura umana è incontrollabile e probabilmente anche lui è entrato in una sorta di delirio di onnipotenza. Poi credo ci sia anche una fetta di colpa da parte dei politici di tutto il mondo. Questo ovviamente non giustifica mai una guerra, però credo che tutta la situazione sia stata gestita male durante gli ultimi 30 anni. Erano state fatte delle promesse a Gorbaciov, Eltsin e poi Putin, che sono state disattese. Putin adesso è pieno di rabbia, convinto di essere stato tradito. Difficile farlo ragionare”.
Come finirà?
“Impossibile prevederlo. La situazione sembra fuori controllo e ormai non è più soltanto una questione tra Ucraina e Russia, è qualcosa che coinvolge tutto il mondo. Purtroppo è una follia totale. Io spero sempre in un miracolo”.