Vero sport o circo sportivo?
Ci siamo quasi. Manca una settimana all’evento nel Texas della boxe tra Mike Tyson e Jake Paul, previsto nella notte di venerdì 15 svizzera con diretta su Netflix. Scorrono fiumi d’inchiostro, soprattutto sui social, al riguardo. Ma è giusto fare un po’ d’ordine. Innanzitutto, l’evento sarà una grande promozione della boxe femminile con la rivincita tra Katie Taylor ed Amando Serrano. La portoricana è della MVP di Paul, dunque è grazie a lui che le due donne potranno avere borse record e grande visibilità (tra l’altro il film Katie è da pochi giorni visibile anche in Svizzera, non perdetevelo; capirete meglio la mia ammirazione per l’atleta irlandese!).
Quindi sarà comunque un’opportunità per le giovani generazioni di vedere una volta sul ring Mike Tyson, seppur 58enne e già salito tra le corde 3 anni orsono contro Roy Jones Jr. Finì in pareggio, e la domanda che tutti si pongono ora è “se l’incontro ha già uno script, una scrittura, oppure sarà vero”. Difficile rispondere, anche perché lo Youtuber ed Influencer Jake Paul finora ha combattuto contro un ex atleta della NBA (Nate Robinson) o diversi ex atleti della MMA come Nate Diaz o Anderson Silva. Contro l’unico pugile incrociato sul ring, Tommy Fury, ha perso. Insomma, per molti Paul è un clown, un pagliaccio, mentre l’evento sarà un circo, con Paul che ha scarsa tecnica e qualità.
Che Mike Tyson sarà invece? Iron Mike nella sua vita è passato dal record di 37-0 alla prigione per stupro della ex moglie, dal mordere Holyfield a perdere l'ultimo vero incontro nel 2002 contro Lennox Lewis, dal dichiarare che una donna merita di essere abusata (e cosa ci azzeccano Serrano e Taylor con lui è dura da capire) se colpevole per atteggiamenti, allo sprecare quasi mezzo miliardo di dollari finendo in bancarotta nel 2003. Con il film Una notte da Leoni, podcast, libri e la sua azienda che coltiva Marjuana si è rimesso in riga economicamente, ma l’incasso della sfida a Paul sarà ovviamente il suo jackpot. Bocche cucite sulla borsa, anche se Jake Paul dovrebbe guadagnare 40 milioni di dollari, Mike Tyson una cifra non distante. In fondo è lui l’attrazione, non Paul, come in uno spettacolo della WWF a cui fece ricorso anche Vince McMahon in un momento di crisi. Entrambi sostenitori di Trump, dello show prima ancora che dello sport, in un duello di soli 8 round per 2 minuti l’uno, con guantoni da 14 once e non 10. In fondo l’incontro è già stato rinviato a giugno per un’ulcera di Tyson, la salute contro un avversario più giovane di 30 anni va salvaguardata. Per i puristi che vedono l’incontro come una carnevalata, un altro pugno nello stomaco: ma che senso ha far combattere “la bestia” Tyson con guantoni più soffici?
Staremo a vedere. Guarderò l’incontro, soprattutto per Taylor-Serrano, e per poter esprimere poi un giudizio onesto su Tyson-Paul. Ma non da amante della boxe, ma da curioso per capire che circo sarà tra i due.
(Foto Keystone)