"Volevamo vincere per noi stessi: è una questione di rispetto"

Avere contro il Vaduz all’ultima giornata non è mai positivo. Qualche brutto
ricordo ce l’ha anche il Lugano, che ai tempi di mister Boldini, non fu
promosso per un pareggio a Cornaredo all’ultima giornata. Risultato che portò
in Super League il Thun di Murat Yakin.
Ieri sera la maledizione è toccata all’Aarau, che contro la squadra del Principato,
ha addirittura perso in casa davanti a ottomila spettatori. E dire che agli
argoviesi sarebbe bastato un pareggio per filare dritti in Super League.
La sconfitta li relega invece al terzo posto, fuori anche dallo spareggio, che
verrà disputato dallo Sciaffusa.
Grande protagonista di questa clamoroso risultato è senza dubbio Alessandro
Mangiarratti, tecnico di un Vaduz che ieri sera al Brügglifeld, ha giocato con
il coltello tra i denti, non regalando nulla a un Aarau che sembrava già pronto
per la grande festa.
“Per noi era una partita importante: chi fa questo lavoro deve sempre andare in
campo per vincere. Anche se non ci sono in palio grandi traguardi, quando
scendi in campo devi sempre dare il massimo. È una questione di rispetto. E poi
volevamo finire la stagione con un successo: è il modo migliore per preparare
la prossima”.
Questo risultato dimostra che ve la sareste potuta giocare anche voi per la
promozione.
“Abbiamo voluto dimostrare che ci mancava veramente poco per stare lì con
le prime tre. È anche vero che ieri loro hanno giocato con addosso grande
pressione, mentre noi eravamo più liberi di testa”.
Cosa vi è mancato?
“Abbiamo avuto 6-7 giocatori che tra partenti e infortunati (tra cui anche il
ticinese Rapp) hanno un po’ scombussolato la squadra. E poi in qualche partita
ci è mancato anche un pizzico di fortuna. A parte quella che abbiamo toppato a
Thun, per il resto avremmo meritato qualche punto in più”.
Avete rovinato la grande festa dell’Aarau.
“Noi abbiamo pensato alla nostra prestazione. Certo che giocare in quello
stadio, con tutte quelle persone, probabilmente ha stimolato anche i miei
giocatori. Giocare davanti a quel pubblico è di stimolo per tutti. Alla fine gli
argoviesi sono arrivati a pari punti con Winterthur e Sciaffusa, a
dimostrazione che nel calcio sono i dettagli che fanno la differenza”.
Il Winterthur è davvero la squadra più forte?
“Diciamo che è la squadra con la rosa più completa: ha praticamente due
elementi per ogni ruolo. L’Aarau ha giocato il calcio migliore ma è sempre scesa
in campo praticamente con gli stessi uomini. Gli zurighesi possono tra l’altro contare
su uomini di esperienza, gente che ha già fatto questa categoria. Non credo che
dovranno operare molti cambiamenti per giocare nella massima serie”.
Con gli zurighesi sale in Super League anche Eris Abedini, giocatori che Lei
conosce bene.
“Sono molto contento per lui. È un ragazzo dotato di grande personalità, bravo
con la palla, che adesso dovrà dimostrare di avere il dinamismo giusto per la
Super League. Sono certo che farà bene”.
E voi che obiettivi avete per la prossima stagione?
“È ancora presto per prefissarsi degli obiettivi. Non sarà comunque una
Challenge League facile. Scende il Losanna, che avrà un budget importante, e
poi ci saranno Aarau, Xamax, Yverdon, e la perdente dello spareggio. Tutte squadre
molto attrezzate. Senza contare naturalmente il Bellinzona”.
Felice della promozione dei granata?
“Assolutamente sì. Adesso sarebbe bello se riuscissero a conquistarla anche sul
campo, finendo primi in classifica. Credo che quella del Breitenrain non
sarebbe stata un’avventura duratura. Molto meglio il Bellinzona, che merita la
promozione anche per i grandi investimenti fatti dalla dirigenza”.