Ciclismo

Yates o Almeida?

Gran finale contro il tempo al Giro della Svizzera
Enrico Lafranchi
16.06.2024 08:57

È iniziato con una ‘crono’ domenica scorsa a Vaduz e si chiude oggi a Villars-sur-Ollon (con partenza da Aigle, sede UCI e del velodromo che diventerà ‘orfano’ dei nostri corridori, intesi come ticinesi visto che presto ne avranno uno in casa propria) di nuovo con una prova (di 15.7 km) contro il tempo il Giro che tappa dopo tappa si ha vissuto di brillantezza grazie alla corazzata UAE. Anche ieri nella famosa località di villeggiatura, nonché ‘teatro’ di coppa del Mondo di sci, si sono presentati soli soletti Adam Yates e Joao Almeida. Contrariamente a quanto si era verificato a Carì e a Blatten Belalp non si è però trattato di un arrivo ‘tirato’. Maglia gialla e secondo della generale si sono accordati per un finale da ‘Qua la mano’… Non c’entra nulla, ovvio, il famoso film con Celentanto e Montesano il pretesto, nostro, è per arrivare al personaggio intervistato in Leventina dall’inviata della RSI,  Serena Bergomi: nientepopodimeno, per dirla con il Mario Riva de ‘Il Musichiere’ (gioco musicale sul finire degli anni Cinquanta che spopolava nelle nostre case come il ‘Lascia o raddoppia’ di Mike) Cristiano Malgioglio reduce dal ‘chiambrettano’ “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” di facile memoria cinematografica (Almodovar). Un autentico scoop della brava Serena, con il merito di avere arricchito con una nota di colore la diretta televisiva che però ieri è di nuovo rimasta incompleta, cioè mancante di podi (non solo quelli a gogò del probabile vincitore del giro) e di interviste (chissà che non si possa fare rientrare dalla Germania Nicolò Casolini, ‘mattatore’ indiscusso di ‘appetitosi’ dopo-partita…). Comunque la si giri, scusate il gioco di parole, attorno al Giro quest’anno non c’è stato quell’entusiasmo che si verificava in passato sulle strade e al traguardo. Anche a Carì, dove si attendeva il pubblico delle grandi occasioni (forse non è più una ‘grande occasione’ un arrivo di tappa?) c’era molta meno gente di quanto si prevedeva (Fabio Schnellmann, presidente di Ticino Cycling dixit). “Giorno di festa e di grande visibilità” (Gabriele Gendotti, ex Consigliere di Stato), d’accordo, ma in altri tempi la rispondenza – anche e soprattutto al sud delle Alpi – era ben diversa. Nei suoi ‘asterischi’ Aldo Sartori, già capo I.P., soleva citare gli “oltre diecimila spettatori a vedere Hugo Koblet tagliare il traguardo allo stadio Comunale di Bellinzona negli anni Cinquanta, ancora più numerosi nei Quaranta a festeggiare i trionfi di Gino Bartali”.
Altri tempi, decisamente. Probabilmente non c’erano di mezzo gli Europei di calcio… Lasciamoci comunque stupire, non tanto dal pubblico quanto dal ‘verdetto’ odierno: Yates o Almeida, sarà veramente un duello tra ‘amici per la pelle’?

(Foto Keystone)