Éric Landry e René Matte non si toccano

Si è ufficialmente aperta, ad Ambrì, una nuova fase di sviluppo organizzativo e sportivo. Misure - si legge in un comunicato del club - volte a «rafforzare la governance e a garantire stabilità fino al termine della stagione in corso e in vista di quelle successive». Una data da segnare con il fatidico circoletto rosso - nell’ottica dello sbandierato rilancio societario - è l’8 febbraio, giorno in cui si terrà un’assemblea generale straordinaria. La società leventinese si è dunque concessa tre mesi di tempo per portare a compimento un aumento di capitale e completare il proprio Consiglio d’Amministrazione. Sarà una neonata Commissione Cerca a incaricarsi di trovare i profili - idealmente almeno due e provenienti dalla Svizzera tedesca - confacenti al CdA biancoblù.
«Media punti molto buona»
Sul piano sportivo, invece, l’Ambrì ha puntato forte sulla continuità. Ed ecco che allora l’intero staff tecnico - composto da Alessandro Benin (direttore sportivo), Éric Landry (head coach) e René Matte (assistant coach) - è stato confermato sino al termine della stagione. Il CEO dell’Ambrì Piotta, Andreas Fischer, ci ha spiegato il perché di queste scelte. «Sostanzialmente, i risultati parlavano da soli. Non vi era, quindi, alcun motivo per cambiare questo assetto». Le 6 affermazioni ottenute sull’arco di 10 sfide, sono state perciò ritenute più che sufficienti per riconfermare la fiducia allo staff. «Hanno dimostrato di poter gestire con successo questo gruppo» - ha risposto Fischer. «La media punti è molto buona e se l’avessimo mantenuta da inizio stagione ci troveremmo, attualmente, in una posizione completamente diversa». Effettivamente, a partire dall’allontanamento di Luca Cereda e Paolo Duca soltanto due squadre - Lugano e Davos - hanno avuto un rendimento migliore di quello dei leventinesi.
La scelta di continuare con Landry e Matte - ci è stato detto - è riconducibile a più parti. «Sì, eravamo tutti d’accordo: il CdA, io in qualità di CEO, e Benin nel ruolo di ds. Questa soluzione, condivisa, ci permette di portare un po’ di calma all’interno della squadra. Cambiare, in questo momento, sarebbe stato un grande errore». E tra qualche mese? È ipotizzabile che saranno queste stesse persone a guidare l’Ambrì anche nella prossima stagione? «Il nostro compito sarà quello di valutare ogni possibilità. Da qui in avanti dovremo mettere sul tavolo una serie di aspetti che andremo ad analizzare nel dettaglio per il bene dell’Ambrì».
Più di un solo sondaggio?
C’è anche un piccolo giallo, però, da risolvere. Già, perché stando a quanto emerso dal programma «Godmorgon NHL», nel ruolo di allenatore era stato anche immaginato lo svedese Charles Berglund. È stato proprio quest’ultimo - che nelle ultime due stagioni è stato l’head coach del Leksands - ad aver dichiarato di «aver ricevuto una proposta dall’Ambrì alcune settimane or sono». Proposta, però, che lui avrebbe deciso di declinare a causa di due viaggi precedentemente organizzati. Corrisponde al vero? «Non posso assolutamente confermare queste parole» - ha risposto chiaramente Fischer. «Ciò che vi posso garantire, è che nelle ultime settimane - almeno stando alle informazioni di cui dispongo - non vi è stato alcun contatto. Vi assicuro che non ne so nulla e non credo che qualcuno si sia realmente mosso in questo senso senza che io - in qualità di CEO del club - ne venissi informato».
Differente, invece, il discorso relativo a Christian Dubé, giacché lo stesso Fischer ha ammesso di aver preso parte all’incontro che ha dato il la alla rivoluzione in casa leventinese. Questi «sondaggi» hanno dunque avuto esito negativo? O Dubé resta una delle opzioni per il futuro biancoblù? «Nelle prossime settimane - ha spiegato il CEO dell’Ambrì - decideremo quale strada intraprendere. Vogliamo che ciascuna posizione, all’interno del club, sia ricoperta dalla persona che riteniamo maggiormente valida. Ma non intendo sbilanciarmi sulla probabilità che Dubé faccia o meno parte di questa valutazione. La nostra priorità, allo stato attuale, è pianificare una strategia per il nostro futuro».
«Straniero? Il prima possibile»
Da un punto di vista squisitamente sportivo, ciò che ne sarà del prossimo Ambrì passa anche dalle decisioni del direttore sportivo Alessandro Benin. A cominciare dal tassello straniero che dovrebbe andare a sostituire Nic Petan. «Prima arriva e meglio è» - ha sottolineato il ds, facendo riferimento alla pausa dedicata alle Nazionali. Giorni, questi, che potrebbero rivelarsi importanti per integrarsi subito nel gruppo. «Siamo avanzati notevolmente, sotto il profilo delle nostre analisi, ma non siamo ancora pronti ad annunciare una mossa di mercato. Le tempistiche non dipendono unicamente da noi».
Per Benin, comunque, questa conferma rappresenta una buona opportunità per provare a convincere il club anche in vista delle prossime stagioni. «Mi aspettavo questa decisione ma non si deve mai dare nulla per scontato. Sono grato al club per aver rinnovato la fiducia nei miei confronti. Ciò che posso fare ora - ha specificato il ds - è continuare a dare il meglio di me, come ho fatto nel corso degli ultimi 13 anni». La possibilità di continuare a ricoprire questo ruolo, non lo nega, è assai intrigante. «Penso di poter dare tanto all’Ambrì e non sono un ipocrita: vorrei rimanere il direttore sportivo anche in futuro. Non vorrei peccare di arroganza, ma penso di aver sempre fornito il mio contributo al club, indipendente dalla carica che ricoprivo».
Certo è che - con queste prerogative - lavorare sull’Ambrì che verrà è tutt’altro che evidente. «Non mi nascondo: il mercato svizzero è complicato. Tante squadre, infatti, hanno già completato il roster per la stagione 2026-27. Tutti hanno già una grande fretta di cominciare il prossimo campionato. Sarà proprio questa - ha chiosato - la parte veramente difficile e non tanto il fatto di sapere se verrò o meno confermato in qualità di ds».
