Triathlon

«Guardiamo con fiducia alla nuova generazione»

Il ticinese Mattia Gyöngy è alla testa di una federazione che ha dato grandi soddisfazioni alla Svizzera: «Ho molto apprezzato la manifestazione di Locarno, ben gestita e ben organizzata»
I vincitori dell’ultimo triathlon di Locarno, l’olandese Els Vissere e Adriano Engelhardt. © Ti-Press/Alessandro Crinari
Nicola Pfund
14.09.2021 22:45

Con il Triathlon di Locarno anche la triplice disciplina è ripartita a sud delle alpi dopo l’interruzione dello scorso anno dovuto alla pandemia. Un evento che ha registrato un buon successo di partecipazione e di pubblico. La Svizzera ha sempre avuto una buona tradizione nel triathlon con atleti che si sono distinti ai massimi livelli, conquistando sia medaglie alle Olimpiadi sia successi negli Ironman. Pensiamo solo a Nicola Spirig e Daniela Ryf che hanno segnato l’ultimo decennio. Proprio la Spirig, alla sua quarta Olimpiade e a 39 anni, sembra essere ormai a conclusione di carriera, pur avendo chiuso ancora al sesto posto l’Olimpiade di Tokyo. È quindi lecito chiedersi se sarà possibile prevedere un ricambio generazionale con atleti della medesima caratura della zurighese oppure se il cerchio si è chiuso. La domanda l’abbiamo girata al ticinese Mattia Gyöngy, alla testa di Swiss Triathlon dall’aprile dello scorso anno.

Gli atleti di punta
«Nicola Spirig è sicuramente un “unicum”, per quello che è e per quello che ha fatto. È chiaro che si chiuderà un cerchio (non ha ancora detto se smette), ma questo non toglie che se ne aprono altri nuovi. Abbiamo diversi atleti che puntano in alto e hanno anche il potenziale. Uno su tutti è Max Studer, che ai Giochi olimpici di Parigi 2024 potrebbe sorprenderci. Guardando un po’ più lontano, Los Angeles 2028, c’è una nuova generazione rampante che ha voglia di fare bene e di dimostrarci cosa vale, sono sicuro che anche tra di loro ci sia un campione. I risultati a livello giovanile sono validi e promettenti». Anche il Ticino ha i suoi atleti di punta, pensiamo a Sasha Caterina e Adriano Engelhardt. Quali sostegni ricevono dalla federazione? «I sostegni sono diversi e variati - risponde Gyöngy - : tanto dipende dai risultati e dal tipo di quadro nazionale, oltre che dal tipo di carta di Swiss Olympic, inoltre c’è anche la fondazione aiuto allo sport che sostiene gli atleti con finanziamenti diretti. La federazione stessa sostiene gli atleti in modo prevalentemente indiretto: prestazioni a livello di materiale, possibilità di allenarsi presso il nostro centro nazionale, con campi di allenamento, sostegno degli allenatori nazionali, organizzazione e gestione di delegazioni a competizioni internazionali, gestione ed organizzazione di eventi nazionali (premi in denaro). Vengono anche pagate certe prestazioni come i test medico/sportivi».

Dopo la pandemia la parola chiave è stata «ripartire». Gyöngy ritiene che anche il triathlon ritroverà l’entusiasmo e il livello di partecipazione del periodo pre-COVID. «Credo che l’entusiasmo non si sia mai spento - dice il presidente - La voglia di fare sport non manca. Dobbiamo piuttosto far ripartire la macchina delle manifestazioni e questa è un’operazione piuttosto macchinosa. Trovare il sostegno delle città, i volontari, la protezione civile e i samaritani, solo per indicare alcuni esempi, non è così facile».

Evento rinfrescato
Gli atleti di tutti i livelli cercano manifestazioni. La situazione e i concetti di protezione anti COVID-19 attuali permettono solo un certo numero di presenze. Tutto dipende anche da cosa farà la pandemia e quali conseguenze ci saranno. Gyöngy era ospite a Locarno. Quali impressioni ha ricavato il presidente? «Il Triathlon di Locarno fa parte delle manifestazioni importanti e confermate. Dopo un anno di pausa ho ritrovato la manifestazione rinfrescata,con un nuovo presidente del comitato che ha creato un evento di ottimo livello, ben gestito e organizzato. Ho apprezzato la collaborazione con la federazione in tutti gli ambiti. Tornare in Ticino mi fa sempre un gran piacere».

Ricerca di equilibri
È la prima volta che un ticinese assume la carica di direttore di Swiss Triathlon. Come si trova Gyöngy in questa nuova veste? «È una grande sfida. Sono riconoscente per la fiducia concessami dal comitato. Il mondo dello sport è affascinante ed allo stesso tempo molto complesso. Ci vuole tempo per capire i meccanismi e per poter agire in modo costruttivo. Siamo una federazione di media grandezza a livello amministrativo e le sfide giornaliere, anche senza COVID sono notevoli. Si tratta di trovare l’equilibrio tra sport d’élite e di massa, far quadrare un budget non infinito e gestire i contatti con i nostri partner».