Calcio

Haaland è già l’uomo dei record

Il 22.enne norvegese si è inserito a meraviglia nel Manchester City di Pep Guardiola, collezionando ben dodici reti nelle sue prime otto presenzeIn futuro, considerando il bottino ottenuto finora, potrebbe ambire a spodestare Cristiano Ronaldo quale miglior marcatore di sempre in Champions League
Il classe 2000 ha bagnato il suo debutto in Champions League con la nuova maglia firmando una doppietta contro il Siviglia. © Epa/Julio Munoz
Nicola Martinetti
08.09.2022 06:00

I suoi nuovi compagni di squadra al Manchester City lo hanno già soprannominato «Daemon Targaryen». Per il suo aspetto fisico, sì, perché Erling Haaland, effettivamente, assomiglia al personaggio fittizio della nuova serie di HBO «House of the Dragon». Ma non solo. Daemon, nel prequel de «Il Trono di Spade», appare infatti come un individuo indomabile, che tende a non seguire le regole. E in campo, nella sua giovane carriera, il 22.enne norvegese ha fin qui dimostrato di essere all’altezza del suo nuovo nomignolo. Personalità compresa.

Cassano e l’unione perfetta

Che il gigante nordico fosse una macchina da gol era già noto ben prima del suo trasferimento in Premier League, nell’ultima finestra di mercato. I numeri da capogiro fatti registrare con Salisburgo e Borussia Dortmund, del resto, lasciavano poco spazio all’immaginazione. Eppure, al netto delle valanghe di reti messe a segno nelle sue precedenti esperienze, l’approdo del figlio d’arte alla corte di Pep Guardiola aveva invero suscitato anche un pizzico di scetticismo. Palesato da coloro che, abituati da anni a vedere i «Citizens» giocare senza una vera prima punta di ruolo, dubitavano che il talento scandinavo sarebbe stato in grado di integrarsi nel gioco del tecnico catalano. «Ai tempi del Barcellona Guardiola aveva puntato su Zlatan Ibrahimovic, una macchina perfetta proprio come Haaland - aveva commentato al proposito, una manciata di mesi fa, l’ex attaccante italiano Antonio Cassano -. L’unione tra i due, però, alla fine si rivelò poco redditizia. E proprio per questo motivo, non sono convinto che quello tra l’ex blaugrana e il norvegese si rivelerà un matrimonio perfetto». Il campo, unico elemento che conta in questi casi, per il momento ha però gridato il contrario. Con un bottino di 12 reti messe a segno nelle prime 8 partite - in media una ogni 54 minuti -, condite da due doppiette e due triplette, Haaland ha infatti già conquistato laManchester di fede biancoceleste. Per buona pace dello stravagante ex bomber barese.

La chance di (ri)scrivere la storia

Il presente del fenomeno nato a Leeds e cresciuto a Bryne è già costellato di record. Anche in Inghilterra, dove - nonostante vi sia approdato soltanto da qualche settimana - ha già iscritto il proprio nome nei libri di storia del City e della Premier League. Emulando ad esempio Michael Quinn quale calciatore più veloce a segnare le sue prime dieci reti nel massimo campionato inglese. A entrambi ne sono bastate sei. A impressionare particolarmente, però, è la proiezione dei numeri fatti registrare fin qui dal 22.enne norvegese. Il quale, se in carriera si confermerà costante mantenendo a lungo il suo attuale - e straordinario - rendimento, è verosimilmente indirizzato verso vette elevatissime. Per non dire inesplorate. In campionato, certo. Ma anche - e vi è una certa carica simbolica in questo, nell’anno in cui per la prima volta dal 2003 Cristiano Ronaldo non vi prenderà parte - in Champions League.

Nella competizione per club più prestigiosa al mondo Haaland ha fin qui disputato 20 partite. Segnando, con tre maglie diverse, la bellezza di 25 reti. Il bottino più ricco di sempre per distacco. A titolo di paragone, il precedente record nella speciale statistica era detenuto - in coabitazione - dall’olandese Ruud van Nistelrooy e lo spagnolo Roberto Soldado, entrambi giunti a quota 16. Messi, nelle sue prime venti presenze in Champions, aveva siglato 8 reti.CR7, invece, addirittura nessuna. Oggi il 37.enne portoghese, frustrato e confinato nella Manchester che non può ambire alla coppa dalle grandi orecchie, guida la classifica marcatori della competizione con 141 reti in 187 presenze. Superarlo nel corto-medio termine appare impensabile per tutti, tranne che per due persone:Lionel Messi, che lo tallona a 16 gol di distanza, e il «Daemon Targaryen» del pallone. Il quale, come il suo alter ego televisivo, gioca secondo le sue regole.