HC Lugano: troppi stranieri spenti in una stagione di luci e ombre

Una stagione difficile, salvata in extremis e chiusa tra gli applausi. Per la dirigenza dell’HCL è il momento delle analisi. Per noi è invece tempo di pagelle e giudizi. Portieri, stranieri, difensori e attaccanti svizzeri, staff tecnico: cosa ha funzionato e cosa no in questo 2022-23? Abbiamo raggruppato i protagonisti in alcune categorie. Il voto è complessivo, i giudizi sono invece individuali.
I portieri: 5-
Nelle prime fasi del campionato, con la squadra già in affanno, Koskinen ha spesso tenuto in piedi la baracca. Poi, complice la scarsa protezione difensiva, ha iniziato a perdere fiducia e a pasticciare, chiudendo la stagione regolare con un modesto 89,96% di interventi riusciti. Nel momento più delicato per il finlandese, Luca Gianinazzi si è ricordato di Schlegel, venendo pienamente ripagato. In un mese, tra il 20 gennaio e il 21 febbraio, Niklas ha giocato ad altissimi livelli, permettendo al Lugano di raccogliere punti decisivi per la qualificazione ai pre-playoff, guadagnandosi pure un rinnovo triennale. Nel ultime quattro partite di regular season è di nuovo toccato al gigante Mikko, che con un finale in crescendo è stato il vero protagonista nei pre-playoff con il Friburgo (98,21%), ma anche nelle tre migliori sfide dei quarti di finale con il Ginevra: gara-2, gara-3 e gara-4. Il club ha capito di aver bisogno di entrambi per tenere sempre elevato il rendimento in un ruolo fondamentale.
Gli stranieri di movimento: 4-
Condizionato a livello fisico nella serie contro il Ginevra, Markus Granlund è stato il faro dell’attacco bianconero tra regular season e pre-playoff, sia a livello di punti (24 gol, 24 assist), sia a livello carismatico. Un campione non ancora 30.enne su cui costruire l’immediato futuro. Non verranno invece rimpianti Brett Connolly e Troy Josephs, entrambi in scadenza di contratto. A causa di un infortunio, il primo non ha avuto la possibilità di dimostrare il suo valore nei giochi per il titolo. In stagione regolare ha viaggiato a corrente alternata (12 gol, 26 assist), senza mai sembrare pienamente coinvolto a livello emotivo. Josephs, dal canto suo, ha fatto preoccupanti passi indietro rispetto alla stagione precedente, passando da 14 a 6 gol. Una miseria per uno straniero, nonostante la buona volontà portata in pista. Meglio di lui ha fatto l’altro canadese, l'energico Kris Bennett, ingaggiato per i Ticino Rockets ma sceso in pista 35 volte con il Lugano (12 gol, 12 assist).
Mark Arcobello e Daniel Carr sono invece ancora sotto contratto con l’HCL. Il capitano ha vissuto una stagione molto negativa, in cui si è fatto notare soprattutto per aver guidato la rivolta contro Chris McSorley e per le sue disastrose statistiche di inizio campionato: 0 gol e 1 assist nelle prime 11 giornate. Ha chiuso con 11 reti e 16 passaggi decisivi. Un bottino dimezzato per chi era abituato ai 50 punti a stagione. Paradossalmente, il suo infortunio ha fatto bene alla squadra, compattatasi come non mai. Impalpabile il suo contributo nelle uniche due partite giocate contro il Ginevra nei playoff, oltretutto chiuse con un bilancio di -4.
Daniel Carr ha vissuto un’altra stagione travagliata, tra long COVID, commozioni cerebrali e pesanti critiche rivolte al medico della società. Per lui solo 10 gol e 4 assist in 30 partite di regular season. Si è però ritrovato nella serie contro il Ginevra: 4 gol, 2 assist.
Il vero disastro nel pacchetto straniero risponde al nome di Oliwer Kaski. Un difensore offensivo che avrebbe dovuto fare sfracelli e guidare il power-play bianconero. In realtà ha fatto soltanto danni, mostrandosi fragilissimo anche a livello mentale. Per lui 20 partite, 0 gol, 4 assist e un bilancio personale di -9. Ingaggiato tardivamente, il suo sostituto Lukas Klok si è prontamente inserito nello spogliatoio bianconero, dando subito l’atteso contributo in difesa e anche un sorprendente apporto offensivo: 18 partite di regular season, 5 gol, 4 assist, bilancio di +9. Parecchio utilizzato dal Giana, nel finale della serie con il Ginevra il difensore ceco ha dato qualche segnale di scarsa lucidità.
I difensori svizzeri: 4
Tra pre-playoff e playoff, l’assetto difensivo del Lugano ha fatto spesso la differenza. La stagione, però, è stata parecchio complicata per il reparto arretrato, tra errori individuali e vulnerabilità collettiva. Poche anche le reti segnate dai terzini. In questo senso, il migliore è stato Alatalo con 6 gol (e 20 assist). Di lui si ricordano anche tanti svarioni. Calle Andersson ha saltato 11 partite per infortunio nella prima parte della stagione. Anche lui ha vissuto di alti e bassi (il suo -2 è l’unico bilancio negativo tra i terzini elvetici del Lugano), ma nei playoff ha dato anche impulsi incoraggianti. Difensivamente solido e affidabile (+11), Mirco Müller ha chiuso la stagione senza gol (e con 14 assist). Comunque una pedina imprescindibile. Campionato in crescendo per Samuel Guerra, quasi un nuovo acquisto nella fase decisiva della stagione: solido e sempre più coraggioso nell’impostazione. Stagione senza infamia e senza lode per Bernd Wolf. Meno convincente Elia Riva, che infatti ha chiuso da settimo difensore. Invece di liberarlo, l’annuncio del suo futuro passaggio allo Zugo sembra averlo appesantito.
Le star svizzere dell’attacco: 4
Calvin Thürkauf, Marco Müller e Luca Fazzini sono i tre top player svizzeri dell’attacco bianconero. Non tutto, però, è andato liscio nella loro stagione. «Mullo» è stato uno dei migliori acquisti della scorsa estate. Costanti i suoi impulsi offensivi (8 gol, 28 assist), ma anche il contributo a tutta pista. Al centro, affiancato da Granlund, ha dato il meglio di sé. Purtroppo è arrivato acciaccato ai giochi per il titolo: solo 1 assist e un bilancio personale di -7 tra pre-playoff e quarti di finale. Al contrario, Thürkauf si è riscattato proprio nella serie contro il Ginevra, chiusa con il casco giallo in testa: 3 gol, 4 assist. In stagione regolare ha invece vissuto un’involuzione a livello produttivo, pur garantendo impegno e fisicità. Rispetto all’anno scorso è passato da 16 a 11 gol e da 19 a 8 assist. Discorso simile per Luca Fazzini: dopo due campionati da oltre 40 punti, lo sniper di Arzo ha avuto le polveri bagnate: 11 gol e 15 assist in regular season, un solo gol nel post-season (all’overtime di gara-4 con il Servette). Mai come quest’anno il Fazz si è speso a livello difensivo, ma in futuro servirà il cecchino dei bei tempi andati.
Gli azzurri: 5
Con 13 gol, Giovanni Morini è stato il secondo miglior realizzatore bianconero in regular season alle spalle di Granlund. Alcune delle reti del comasco, sono state pesantissime. Nonostante qualche passaggio a vuoto (che gli ha lasciato in eredità un bilancio di -9) e zero punti tra pre-playoff e playoff, un campionato importante per lui. La rivelazione della stagione è il suo connazionale Marco Zanetti, 21.enne varesino lanciato dal Giana. Una scheggia con fiuto offensivo (7 reti, 8 assist). Ha chiuso i playoff nella linea migliore, con Carr e Thürkauf, firmando 3 assist.
Gli altri attaccanti: 3,5
Herburger ha impiegato tanto tempo per trovare un ruolo in questa squadra. Nel post-season, come centro della quarta linea, ha fatto la sua parte. Prezioso il rientro di Walker nella fase decisiva. Il veterano è ancora un maestro del box-play. Il 23.enne Patry, a lungo infortunato, può ritagliarsi uno spazio anche in futuro. Il coetaneo Gerber non sembra godere della fiducia del coach. Stagione senza passi avanti per Vedova, quasi 26.enne in scadenza di contratto. Male Stoffel.
Lo staff tecnico: 5-
Luca Gianinazzi è una scommessa vinta. Ha toccato le corde giuste e non si è mai lasciato prendere dal panico, crescendo anche tatticamente. Un punto debole ancora irrisolto: il power-play.