Hockey

«Ai Mondiali ho capito di essere pronto per l’Ambrì»

Intervista al nuovo biancoblù Kilian Zündel, 21.enne difensore austriaco con licenza svizzera: «Avevo altre offerte, ma per fare il salto in un campionato di questo livello l’HCAP è l’ideale»
© Ti-Press / Massimo Piccoli
Fernando Lavezzo
01.07.2022 06:00

Se giochi a hockey e cresci a Dornbirn, Austria, speri di diventare abbastanza bravo da varcare il confine e farti largo nel campionato svizzero. Come ben sanno da quelle parti, il primo passo va fatto in giovane età, tesserandosi per un club elvetico, così da assicurarsi una preziosa licenza svizzera. Appena oltre il fiume, a un quarto d’ora d’auto, c’è il Rheintal, club sangallese con sede a Widnau. Lì, oltre a Dominic Zwerger, ha giocato anche il 21.enne Kilian Zündel, nuovo difensore dell’Ambrì Piotta. «A 15 anni avrei potuto proseguire la mia formazione nel vostro Paese – ci racconta –, ma ho deciso di entrare nell’organizzazione del Salisburgo e di frequentare la Red Bull Academy, una struttura eccezionale, simile a quella di Zugo. Se un giovane è determinato a migliorarsi, lì trova tutto quello che gli serve. Sanno come prendersi cura di te e infatti io ci sono rimasto per sei anni, fino a diventare professionista e titolare della prima squadra».

Quasi perfetto

Kilian non scorderà facilmente la stagione 2021-22: «Mi sembra di esserci ancora dentro. Un mese fa ho giocato la mia ultima partita con la Nazionale ai Mondiali di Tampere. Ora mi sto allenando sul ghiaccio della Gottardo Arena e guardo con entusiasmo a questo nuovo capitolo della mia carriera. Lasciare Salisburgo, dove ho trascorso un periodo molto importante della mia vita e dove ho incontrato persone favolose, è stato difficile. Allo stesso tempo, sentivo che era il momento giusto. L’ultima stagione è stata vicina alla perfezione. Sul piano personale ho fatto tanti progressi. Con il Salisburgo ho vinto il titolo e giocato la Champions. Con la nazionale austriaca ho partecipato alle qualificazioni olimpiche e soprattutto ai Mondiali, centrando l’obiettivo salvezza. Non posso proprio lamentarmi».

Con l’aiuto di Zwergy (e Arno)

E ora la Leventina: «Avevo altre offerte, ma sentivo che per iniziare questa nuova avventura in Svizzera, in un campionato di livello più alto, i biancoblù fossero la scelta ideale. Appena ho parlato con l’Ambrì, è scattato subito il giusto feeling. E poi sì, non lo nego, la presenza del mio concittadino Zwerger ha avuto un peso nella decisione. È più facile integrarsi se conosci già qualcuno. Sono venuto in Ticino da solo e non vedo l’ora di scoprire tutte le sue meraviglie».

Ai Mondiali, Zündel ha avuto due coach svizzeri, Roger Bader e il suo vice Del Curto: «Arno è una leggenda. È stato fantastico trascorrere tre settimane con lui. Conosce ogni segreto di questo sport ed è bravissimo a trasmettere queste conoscenze ai giocatori. È un comunicatore e un motivatore unico. Ed è anche uno dei motivi per cui abbiamo disputato un bel torneo. Mi hanno detto che Del Curto è un modello per Cereda, ma sinceramente non ho ancora conosciuto bene Luca. Abbiamo parlato al telefono e via Zoom, mentre di persona ci siamo incontrati solo un paio di volte. Mi è sembrato un bravo tipo, gentile. Uno che sa esattamente cosa sta facendo».

A bocca aperta

Ai Mondiali, Kilian ha potuto mettersi alla prova contro grandi squadre e grandi campioni: «Sono rimasto a bocca aperta quando abbiamo affrontato la Finlandia. Erano incredibili. Per me è stata un’esperienza preziosissima. Sono riuscito a reggere il confronto, disputando alcune belle partite e chiudendo con un bilancio personale di +5. Questo mi ha dato fiducia e convinzione in vista del mio approdo in National League. Conosco bene i miei punti deboli: il tiro e il contributo offensivo sulla linea blu. Ci lavorerò molto. In difesa e sul piano della mobilità ho già un buon livello, ma voglio continuare a crescere sotto ogni aspetto».