Hockey su ghiaccio

Colorado, Tampa Bay e il Trono di Spade

Scatta questa notte a Denver (ore 2.00) la finalissima della NHL tra Avalanche e Lightning - A inizio stagione una sfida tra queste due compagini era la più gettonata dalle agenzie di scommesse - La franchigia della Florida cerca il terzo successo consecutivo, le «Valanghe» il terzo della loro storia
I canadesi Cale Makar e Steven Stamkos saranno due delle superstar che animeranno l’ultimo atto. © Reuters/Ron Chenoy
Nicola Martinetti
15.06.2022 06:00

No, dietro alla trama fin qui sviluppatasi nei playoff della National Hockey League (NHL), non c’è lo zampino dello scrittore statunitense George R. R. Martin. Del resto, come gli appassionati del «Trono di Spade» ben sanno, se così fosse mancherebbero all’appello - per essere clementi - molti più infortunati. Nonché qualche drago. Un piccolo omaggio indiretto alle sue «Cronache del ghiaccio e del fuoco», fonte d’ispirazione per la celebre serie tv, parrebbe però esserci. Con una finalissima, al via a Denver nella notte fra oggi e domani, che metterà di fronte due mondi completamente agli antipodi.

A Las Vegas già sapevano

Da una parte il freddo, il ghiaccio, rappresentato dai Colorado Avalanche. La squadra basata all’ombra delle Montagne Rocciose è riuscita a staccare un biglietto per l’atto conclusivo spezzando un digiuno lungo ventun’anni. Di fronte a sé, da questa notte, troverà una sorta di nemesi naturale: i Tampa Bay Lightning. Duplici campioni in carica, dal 2020 i «Bolts» regalano un lungo soggiorno in riva al mare alla Stanley Cup, arenatasi sulle roventi spiagge della Florida.

Uno scontro tra queste due compagini all’ultimo stadio della competizione non è sorprendente. Del resto, al netto dell’imprevedibilità che da sempre ammanta i playoff, a inizio stagione tutte le maggiori agenzie di scommesse consideravano queste due squadre le più accreditate per agguantare la vittoria finale. E a Las Vegas, centro nevralgico per questo genere di operazioni, vantavano le quote più basse in caso di trionfo.

Il meglio che la NHL può offrire

Il dato intrigante, a interrompere una tendenza che aveva preso piede nelle ultime stagioni, è che per la prima volta da diversi anni la finalissima vedrà quello che gli anglofoni definiscono come «best on best». Ovvero uno scontro diretto apertissimo e imprevedibile, che metterà a confronto il meglio che - sulla carta - la massima lega nordamericana può attualmente offrire. Una situazione differente rispetto a quanto, ad esempio, i Tampa Bay Lightning avevano vissuto nelle due precedenti finali. Nel 2020 infatti, nella desolante bolla di Edmonton dettata dalla pandemia, i «Bolts» avevano affrontato e sconfitto i Dallas Stars. In quella serie la compagine texana vestiva però i panni dell’outsider, in quanto nessuno l’aveva inserita nel novero delle favorite per la vittoria finale.

Ancora più eclatante, in questo senso, è il successivo esempio dei Montréal Canadiens, che lo scorso anno hanno agguantato la finalissima in maniera tanto insperata quanto clamorosa. Ultima qualificata nella temporanea division canadese, creata dalla NHL per semplificare le operazioni sottostando alle restrizioni sanitarie, la franchigia del Québec è arrivata su su fino all’ultimo atto, venendo però regolata in cinque partite dai campioni in carica.

La chance di scrivere la storia

Contro Colorado, Tampa Bay avrà la possibilità di scrivere la storia. Nessuna squadra nella moderna NHL - per intenderci, dal 1990 in poi - è infatti mai riuscita a imporsi per tre anni di fila. Di più, nessuna compagine è mai riuscita a qualificarsi per tre finali consecutive. Una prima decisamente notevole, specialmente in un’era segnata dalle restrizioni imposte dal salary cap (tetto salariale). Un importante ostacolo che i New York Islanders, l’ultima franchigia in grado di vincere così tanti titoli consecutivi - quattro, tra il 1980 e il 1983 - non avevano dovuto gestire.

Di fatto, negli ultimi due anni, la squadra allenata dal canadese Jon Cooper ha dominato la massima lega nordamericana. Ponendo l’asticella molto in alto per tutte le altri contendenti. E lo zoccolo duro di superstar che ha reso possibili gli ultimi due exploit è rimasto pressoché intatto. In porta i Lightning possono infatti contare sul miglior portiere della lega, il russo Andrei Vasilevsky. Aiutato, nelle retrovie, dallo svedese Victor Hedman. In attacco invece, ad alimentare gli incubi di Colorado, ci penseranno i vari Nikita Kucherov, Steven Stamkos Ondrej Palat e il rientrante Brayden Point, recentemente limitato da un infortunio. Il possibile «three-peat», per un gruppo che non perde da 11 serie di playoff, passerà anche e soprattutto dai bastoni di questi uomini.

Il talento e l’aiuto statistico

E Colorado? Beh, gli Avalanche si aggrappano innanzitutto a un dato statistico confortante: la franchigia di Denver è infatti l’unica in tutta la lega ad aver fin qui vinto ogni finale disputata. Due per l’esattezza, quella del 1996 - contro l’altra squadra della Florida, i Panthers - e quella del 2001, con l’elvetico David Aebischer quale portiere di riserva. Più concretamente, il gruppo allenato dal canadese Jared Bednar - e assemblato dall’ex star e ora general manager Joe Sakic - proverà a dimostrare di essere uno dei pochi in grado di rivaleggiare con il talento allineato da Tampa Bay. A partire dal canadese Cale Makar, quest’anno in lotta con Roman Josi per il titolo di miglior difensore della lega. Proseguendo poi con il suo connazionale Nathan MacKinnon, lo svedese Gabriel Landeskog e il finlandese Mikko Rantanen, un trio che guida un attacco talentuoso e ben assortito, seppur attualmente privo del secondo centro Nazem Kadri. Il suo possibile rientro, assieme al totale recupero del portiere titolare Darcy Kuemper, potrebbe aumentare le chance degli «Avs» nel tentativo di interrompere il dominio di Tampa Bay. Sottraendo ai Lightning il Trono di Spade della NHL.

Una finale inedita per più motivi

Prima d’ora, nei playoff, Colorado e Tampa Bay non si sono mai affrontate. Per raggiungere la finalissima gli Avalanche hanno eliminato Nashville(4-0), St.Louis (4-2)ed Edmonton (4-0), senza mai perdere un match in trasferta. I Lightning, dal canto loro, hanno estromesso Toronto(4-3), Florida (4-0) e i New York Rangers(4-2). I due scontri diretti nell’ultima regular season sono stati vinti da Colorado.

Una curiosità sul nomignolo delle due squadre, «Avalanche» e «Lightning». Per la prima volta in NHL e la seconda nelle maggiori leghe sportive USA, nessuno dei due termina con la «S». L’altro precedente risale al 2012, con la finale NBA tra Miami Heat e Oklahoma City Thunder.