Joe Thornton: «Una lunga storia d’amore»

«I’m back». «Sono tornato», due semplici parole affidate al sito internet del Davos pronunciate da una delle leggende dell’hockey mondiale. Sì, a 41 anni Joe Thornton è tornato – per la terza volta in carriera – ad illuminare con la sua classe le piste elvetiche. Quando la NHl ripartirà salirà sul primo aereo per Toronto: «Ma la Svizzera è la mia seconda casa».
«Sono già passati quindici anni, è incredibile». Joe Thornton apre volentieri l’album dei ricordi. A 41 anni, con una fenomenale carriera alle spalle e un futuro ancora da protagonista, è più facile guardarsi indietro.
Stagione 2004-2005, la NHL chiude per lockout e il Davos ingaggia il trio delle meraviglie: Niklas Hagman, Rick Nash e, appunto Joe Thornton. Per i tifosi andare in pista è come frequentare un luna park. I grigionesi di Arno Del Curto vincono campionato e Coppa Spengler, Jumbo Joe in 54 partite totalizza 79 punti. Ne metterà a segno 36 in 33 uscite nel corso della sua seconda esperienza nei Grigioni, nel campionato 2012-2013. Tra i suoi compagni di squadra c’è anche Dario Bürgler. I due si incontrano al termine della sfida di venerdì scorso alla Cornèr Arena. Sorrisi e pacche sulle spalle. «Ehi – dice Jumbo Joe – non ti ho visto prima». «Io sì – risponde Bürgler – ti ho notato durante il «warm-up», ma non volevo romperti le scatole». Già, non si disturba così una leggenda.
Passione infinita
Parla volentieri, Joe Thornton e sempre col sorriso sulle labbra. In attesa della ripresa della NHL, si gode appieno questi momenti: «La verità – ci dice – è che quando nel 2004 Arno Del Curto mi fece arrivare a Davos mi sono innamorato subito della regione, delle sue montagne e della Svizzera in generale. Da quindici anni a questa parte ogni estate mi alleno qui, in quella che è diventata la mia seconda casa». Durante la sua prima avventura nei Grigioni aveva pure trovato l’amore, quello vero: nel 2009 sposa la «svizzerissima» Tabea Pfendsack e la coppia vive felice con i due figli Ayla e River.
«Mi piace davvero tutto di questo Paese – prosegue Thornton – a partire dalla gente, che con me è sempre stata favolosa. Sì, posso davvero affermare che tra me e il Davos è proprio una lunga storia d’amore cominciata quindici anni fa. L’hockey è la mia vita, la mia passione ed è speciale per me poterlo fare anche qui. Ero davvero felice quando Raeto Raffainer (il direttore sportivo del Davos, NdR) mi ha dato la possibilità di integrare il gruppo». È una Davos diverso da quello che Thornton aveva lasciato sette anni fa: «Per cominciare non c’è più Arno, ma in un certo senso è come se lui fosse sempre qui grazie all’impronta che ha dato a questo club. È un’icona, una leggenda di questa squadra. Per quel che concerne la squadra, io sono qui per aiutarla il meglio che potrò. La passione che ancora mi anima mi aiuta a dare sempre il massimo: adoro stare in pista con i giovani e dare loro qualche consiglio».
L’ultimo sogno
È cambiato il Davos ed è cresciuto il livello del campionato svizzero, secondo Jumbo Joe. A meno che lo dica solo per fare piacere a chi ci gioca e a chi lo segue: «No assolutamente (ride, NdR). Qui si pattina sempre meglio e sempre più velocemente, la qualità del gioco è sempre ottima. Sono sincero: esclusa la NHL, la Lega svizzera è di sicuro una delle migliori al mondo. Ed infatti io che sono stato fermo piuttosto a lungo devo ancora riabituarmi a questa rapidità e ritrovare il giusto feeling con il disco. Ma non voglio pensare troppo a me, anche se questa nuova esperienza a Davos mi permetterà di arrivare prontissimo alla prossima stagione di NHL: l’obiettivo, come ho già detto, è quello di aiutare la squadra a crescere». Intanto Thornton ha da poco firmato un contratto con i Toronto Maple Leafs di Auston Matthews dopo 15 anni con la maglia dei San Jose Sharks: «Voglio provare a vincere la Coppa Stanley, il trofeo che ancora mi manca. Quale giocatore di NHL non sogna di vincerla almeno una volta nella vita? Penso che Toronto sia la piazza ideale per provarci». Auguri, Jumbo Joe.