Hockey su ghiaccio

Svizzera–USA, i numeri sulla via delle medaglie

Domani sera a Helsinki i rossocrociati contenderanno agli americani un posto nelle semifinali dei Mondiali – Quasi tutte le statistiche parlano a nostro favore, ma i nostri avversari concedono poche reti e hanno già battuto la Svezia
Fernando Lavezzo
25.05.2022 15:28

Una sola vittoria separa la Svizzera dai giochi per le medaglie. Domani sera (ore 19.20), nel quarto di finale contro gli Stati Uniti, i rossocrociati dovranno ripartire da zero. O forse no. Perché la fiducia accumulata nella fase preliminare, con sette successi in altrettante partite, non può svanire da un giorno all’altro. 

Impossibile non pensare al percorso di Stoccolma 2013, quando Patrick Fischer era il giovane assistente di Sean Simpson. Nove anni fa come oggi, gli elvetici vinsero tutte le gare del girone, lasciando per strada un solo punticino. Il percorso netto proseguì fino alla finale, poi persa contro la Svezia. Di quella squadra, oltre a “Fischi”, ci sono altri due superstiti: il portiere Reto Berra e l’inscalfibile Andres Ambühl, nuovo doppio recordman dei Mondiali con 17 tornei e 122 partite. Sono invece sette i giocatori presenti a Helsinki che vinsero l’argento nel 2018 a Copenaghen: Genoni, Berra, Fora, Kukan, Corvi, Meier, Riat. Purtroppo Scherwey non conta più: oggi è tornato a casa con le stampelle e una caviglia a pezzi.

Davanti a tutti

Con 20 punti in sette partite, la Svizzera è stata la miglior squadra del torneo, Gruppo B compreso. Come testa di serie numero uno, in caso di semifinale la selezione rossocrociata sfiderà la peggio piazzata (classifica complessiva) tra le tre avversarie rimanenti. In poche parole, non incroceremo i padroni di casa della Finlandia e la Svezia prima di un’eventuale finale. Stiamo correndo troppo? Sì. Val sempre la pena ricordare che il Gruppo A, dopo l’esclusione della Russia, è stato meno appassionante di quello di Tampere.

A Helsinki la Svizzera è stata imbattibile e irriducibile, ma anche imperfetta. Per stessa ammissione dei protagonsiti, c’è margine di miglioramento. In ogni gara o quasi gli elvetici sono andati incontro a dei momenti difficili o a dei cali di concentrazione. L’esordio contro l’Italia era stato poco più di un allenamento, contro il Kazakistan era mancata l’energia, contro la Slovacchia avevamo incassato una marea di penalità, contro il Canada (match bellissimo ed emozionante) si era visto un primo tempo da porte aperte (complice Genoni), contro la Francia siamo andati sotto 2-0 nei primi venti minuti (ma poteva mettersi anche peggio) e contro la Germania abbiamo perso il primo parziale (2-1) giocando male. Solo il 6-0 alla Danimarca, alla seconda giornata, va archiviato senza pecche. In generale, abbiamo commesso troppi falli e perso troppi dischi a causa di ingenui errori individuali. Il carattere, lo spirito di gruppo, la fame dei giovani e la classe degli elementi più profilati (Malgin, Suter, Hischier, Meier e Kukan su tutti), però, hanno permesso agli elvetici di trovare sempre una soluzione.

Denis la minaccia

Denis Malgin, topscorer del Mondiale con 5 gol e 7 assist, è stato il trascinatore del nostro attacco: velocità, tiro fulmineo, finte ubriacanti. A Zurigo temono che le sirene della NHL lo richiamino oltre oceano. Ma nella classifica marcatori spiccano anche il 7. posto di Nico Hischier, diventato sempre più incisivo con l’avanzare del torneo (5 gol, 3 assist), e l’11. rango condiviso da Pius Suter e Timo Meier (3 gol, 5 assist). Enzo Corvi è 25. con 7 assist. Per dire: nella top 30 non c’è nessun americano. Il migliore è Adam Gaudette degli Ottawa Senators con 3 gol e 2 assist. Gli stessi di Ambühl.

Attacco e special team

Con 34 gol, la Svizzera ha il miglior attacco del Mondiale a pari merito con il Canada. Gli USA sono decimi con 18 reti. Poco più della metà. I rossocrociati hanno un’efficacia realizzativa del 13,71%, la terza della rassegna iridata alle spalle di Germania (15,38%) e Canada (14,29%). Gli USA sono 14. con un misero 8,11%. Peggio hanno fatto solo Gran Bretagna e Francia.

La squadra di Fischer è messa benissimo anche per quanto riguarda gli special team. Vanta infatti il miglior power-play con una riuscita del 36,36%. Ancora una volta, gli americani sono terzultimi con il 19,23%. Eccezionale anche il box-play rossocrociato, con un’efficacia del 92,31%. Solo la Finlandia ha fatto meglio, addirittura con il 100%. Con una differenza di non poco conto: i padroni di casa hanno dovuto superare solo 13 inferiorità numeriche per un totale di 22’45’’. La Svizzera, invece, ben 26 per un totale di 51’21’’. Gli Stati Uniti hanno il quarto miglior “penalty killing” del Mondiale, con un solido 85,19%. Curiosità: rossocrociati e americani sono stati tra i più indisciplinati. Il primato spetta alla Norvegia (115’ di penalità), seguita dalla Svizzera (86’), dal Canada (85’) e dagli USA (84’).

Portieri e difesa: vantaggio USA

Meno incoraggianti le statistiche dei portieri. Quelli svizzeri, globalmente, hanno registrato una percentuale di parate dell’88,81%, sinonimo di 9. posto. Nel dettaglio, Leonardo Genoni (3 partite) è al 90,00% (uno shutout contro la Danimarca), Reto Berra (3 partite) è all’88,33%, Sandro Aeschlimann (schierato contro il Kazakistan) è all’85,71%. I portieri statunitensi sono invece terzi con il 91,67%: Jeremy Swayman è al 95,31%, Strauss Mann all’88,75%.

E le difese? Nel Gruppo A, la Svizzera ha subito meno reti di tutti: 15, contro le 18 di Canada e Danimarca. Ma nel girone di Tampere tutte le quattro squadre qualificate per i quarti di finale hanno fatto meglio: la Finlandia ha subito appena 5 gol, la Svezia 10, la Cechia 13 e gli USA 12. No, non sarà una passeggiata. Lo sa bene la Svezia, battuta 3-2 all’overtime dagli americani.