Calcio

Hopp Schwiiz: «Siamo sempre più forti»

La coach Pia Sundhage tira un bilancio della partita di oggi - E scatta il confronto con la Nazionale maschile
(AP Photo/Martin Meissner)
Maddalena Buila
07.07.2025 22:11

Nella pancia del Wankdorf, Pia Sundhage è tornata sulla vittoria delle rossocrociate. E lo ha fatto con un volto finalmente rilassato. Consapevole che ancora nulla è stato fatto ma che la strada è stata tracciata. Per la svedese è stato un successo importantissimo, che ha coinciso con uno dei bellissimi capitoli che ha scritto, e ancora può scrivere, la sua Svizzera nel libro dell’Euro2025.

È ormai cosa nota, l’allenatrice ama la musica e a essa spesso s’ispira. Il match contro l’Islanda, ad ogni modo, più che un rock and roll le è sembrata una montagna russa. «Ci sono stati tanti su e giù. È stata una battaglia, come sempre, perché le nordiche sono molto brave nel gioco aereo. Ma noi siamo riuscite a mantenere inviolata la rete e a segnare due gol. E siamo felicissime».

Qualcosa di magico

La 65.enne di Ulricehamn ha già vissuto una rassegna continentale casalinga. Eppure l’atmosfera nella capitale l’ha colpita. Persino commossa. «Non mi pare possibile che la Svizzera sia stata capace di tanto. Contro l’Islanda, Berna è stata per davvero il nostro 12. giocatore. È stato fantastico. Spero davvero che potremo giocare un quarto di finale e regalare ancora emozioni così intense a noi e al Paese».

La tecnica svedese ha commentato anche le sue scelte, che hanno dato una svolta al match. «Ho cambiato qualcosa nella seconda metà. Volevamo essere flessibili, quindi le ragazze sapevano che avremmo cercato altre soluzioni per contrastare la fisicità delle avversarie. Ecco perché ho optato per un 4-4-2 rafforzando il centrocampo. Possiamo migliorare qualcosa? Certo, il pressing. Siamo in grado di svolgerlo meglio di così. Anche perché, ribadisco, non abbiamo ancora vinto niente. Stiamo coi piedi per terra. Ma al contempo godiamoci il momento. Immaginate se avessimo perso al Wankdorf. Terribile. Invece abbiamo vinto e ogni giorno che passa stiamo diventando più forti».

Forza che la Svizzera trova nelle sue veterane e al contempo nelle novelline. Contro l’Islanda, per esempio, ha fatto il suo debutto con la Nazionale in un match ufficiale la 19.enne Leila Wandeler. Pia preferisce non soffermarsi sui singoli, ma elogiare piuttosto tutte le giovani rossocrociate. Grazie a loro, «il futuro di questa selezione è assicurato. Le ragazze con meno esperienza sono tutte fortissime. E io sono fiera di ciascuna di loro. E di tutte le altre».

Tra tifosi e abbracci

Ieri a Thun ha invece parlato Johan Djourou. Anche il coordinatore sportivo delle elvetiche ha speso parole al miele per il pubblico del Wankdorf, partito dalla Bundesplatz in una marcia senza precedenti: c’erano 14.000 tifosi. «È stata fantastica. Ho avuto la pelle d’oca pure in occasione della “ola” che ha attraversato lo stadio più volte. L’atmosfera era incredibile. E la vittoria l’ha resa ancora più bella».L’ex nazionale ha poi toccato un tema solitamente evitato, ovvero le differenze tra donne e uomini, sottolineando come «la concentrazione, l’attenzione e gli allenamenti non si discostano tra loro. Quello che per me è diverso è lo spirito di squadra. Il legame all’interno di questo gruppo è qualcosa di importante, lo sento chiaramente. Ci si abbraccia molto, cosa che con gli uomini non accadeva».

Per continuare a sognare

L’ultimo ostacolo, prima di raggiungere il grande obiettivo dei quarti di finale, si chiama Finlandia. Ancora una squadra nordica. Giovedì sera a Ginevra, dunque, verosimilmente saremo spettatori dell’ennesima battaglia. Per Djourou, invece, sarà un match particolare: «Ricordo ancora la mia prima partita contro l’Italia nel 2020, finì 1-1. È stato un bel momento per me. Spero che tra due giorni vivremo un altro grande incontro. Giocare in casa è sempre qualcosa di speciale».

E speciale sarà anche per tutto il pubblico rossocrociato, soprattutto, va da sé, se dovesse arrivare una vittoria o un pareggio. Sì, perché basta un pari per continuare a sognare.

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