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I fisioterapisti luganesi ritrovano Bugo... e lo rimettono a posto

Alla partita del Cuore di Mantova presente anche il team di specialisti del FitLab 2.0 di Lugano, che continua il suo sodalizio con la Nazionale Cantanti - GALLERY
Mattia Sacchi
16.06.2023 11:04

Continua il sodalizio tra la Nazionale Cantanti e il FitLab 2.0 di Lugano. La fisioterapia luganese è stata infatti di nuovo invitata alla Partita del Cuore per preparare i giocatori in campo ed assisterli nel caso di infortuni.

E ormai si può dire che sono diventati dei talismani per i cantanti italiani, che a Mantova proseguono la loro striscia di vittorie battendo per 5-1 i «Boom Friends & Sport Italia», rappresentanza di vecchie glorie mantovane. Ovviamente il risultato più importante è stato quello fuori dal campo, con 3mila biglietti venduti per un ricavato di 20mila euro, che insieme alle donazioni degli sponsor hanno superato la cifra necessaria per l’acquisto della frigoemoteca intelligente al Servizio Trasfusionale necessaria per migliorare le cure ai pazienti oncoematologici dell’Asst di Mantova e che sarà destinata all’ospedale di Pieve di Coriano.

«Questo non vuol dire che chi ha giocato non sentisse l'agonismo e non volesse mettere la gamba - racconta Daniele Leggeri, responsabile Fisioterapista FitLab -. Anzi, molti calciatori hanno richiesto lunghi trattamenti prima della partita. Per noi questo è uno stimolo e la maggior soddisfazione è vedere i ragazzi che usciti dal campo ci ringraziano per aver contribuito alla loro prestazione sportiva».

Tra i cantanti che si sono sottoposti alle cure dei fisioterapisti luganesi Rkomi, Enrico Ruggeri, il fresco di partecipazione a Sanremo Leo Gassman e un altro che con il Festival ha avuto un rapporto particolare, Bugo. «Abbiamo scherzato dicendo che lo abbiamo ritrovato, ma che ora lo rimettiamo noi a posto», raccontano gli specialisti. Che poi concludono: «Come sempre con la nazionale cantanti viviamo esperienze meravigliose. Essere in panchina con Gianni Morandi, persona squisita, è stata un'emozione fortissima. Sapere che poi la nostra presenza in qualche modo contribuisce a fare beneficenza è un motivo di grande orgoglio».