Euro 24

I Paesi Bassi di Willy Gorter: «Siamo qui grazie alla fortuna»

L’ex 10 del Lugano non è convinto della sua nazionale, nonostante la semifinale contro l’Inghilterra: «Alle stelle preferisco i giocatori umili, come De Vrij e Gakpo»
©KEYSTONE/DPA/Hendrik Schmid
10.07.2024 06:00

Tra le opere più famose del pittore olandese Vincent Van Gogh ci sono I girasoli. Una serie di quadri che – secondo gli esperti d’arte – invitano a riflettere sulla caducità della vita e la morte inevitabile. Un pensiero che, invece, sembra voler evitare a tutti i costi un altro olandese: Ronald Koeman. Sì, i suoi Oranje hanno danzato sull’orlo del baratro in più di un’occasione. Ma nonostante un terzo posto nella fase a gruppi hanno raggiunto le semifinali, e questa sera alle ore 21 sfideranno l’Inghilterra. «Siamo certamente felici di essere arrivati a questo punto del torneo, ma non delle prestazioni offerte», racconta Edwin «Willy» Gorter, indimenticato centrocampista offensivo del Lugano che a fine anni ’80 ha sfiorato la convocazione con i Paesi Bassi. Da vero ex numero 10, è ovviamente un amante del «bel gioco». «Ma finora abbiamo visto tutt’altro – ci tiene a precisare –. In particolare, abbiamo disputato sempre dei pessimi primi tempi e in qualche modo ci siamo salvati».

«Koeman idolo? No»

A non convincere Gorter è soprattutto il percorso della sua squadra. «Normalmente, chi si qualifica tra le migliori terze poi deve affrontare una delle squadre favorite. Noi, con tutto il rispetto per i nostri avversari, abbiamo incontrato la Romania, e poi la Turchia. Dobbiamo essere onesti e dire che siamo stati fortunatissimi. Koeman diventerebbe un idolo se vincesse gli Europei da selezionatore, dopo averli vinti da calciatore? No. Sto seguendo la stampa locale e le critiche al suo operato sono tuttora presenti. Anche lui dovrebbe ringraziare la dea bendata e il tabellone». Urca. Tra il 61.enne e la sua attuale nazionale, non sembra essere scoppiato l’amore. «Spero che vincano, naturalmente – specifica -. Soprattutto per il pubblico olandese. Anche nelle strade di Dortmund sono attesi moltissimi tifosi. Si parla di 75.mila o più. È incredibile come ad ogni grande evento riescano a superarsi».

Le nuove stelle

«In generale, trovo che il livello delle partite di questo Europeo sia basso», continua Gorter. «Esclusa la Spagna, quasi tutte le big sono fuori forma. Una delle ragioni è sicuramente il calendario molto fitto: alcuni giocatori arrivano all’Europeo con già alle spalle una cinquantina di partite disputate o più. È normale che siano stanchi. Ma c’è dell’altro. Trovo che molti calciatori siano sopravvalutati. Guadagnano milioni ma poi fanno degli errori elementari». Un esempio, per l’ex bianconero, è proprio l’attacante degli Oranje Memphis Depay. «Fino ad ora, raramente l’ho visto battere un buon calcio d’angolo. Ai miei tempi, se ne sbagliavo due di fila, il terzo lo calciava il mio compagno. Si vede che non è in forma, tuttavia continua a giocare tutte le partite. Porta la fascetta sulla testa non perché ha i capelli lunghi, bensì per rendersi sempre riconoscibile. Ma ai vari Cruijff, Gullit e Van Basten non servivano queste strategie. Erano i piedi a parlare, e nessuno faceva arrivare un parrucchiere da migliaia di euro in ritiro. A queste presunte stelle preferisco i giocatori umili, che svolgono il loro compito senza strafare, come Stefan De Vrij, ma anche Cody Gakpo».

«Meritava la Svizzera»

Tra le nazionali che non stanno incantando per il loro gioco, c’è anche l’altra semifinalista Inghilterra. Dopo la vittoria all’esordio con la Serbia per 1-0, i Tre Leoni non hanno più trovato la vittoria nei 90 minuti. Perfino l’opinionista anglosassone Jamie Carragher ha dichiarato al Daily Telegraph che «stanno sfidano la logica del calcio: non è normale giocare così male e vincere lo stesso». Gorter si trova d’accordo: «Non meritava di passare il turno contro la Svizzera. Per ora, la formazione di Southgate è stata inguardabile. A volte avevo l’impressione che i giocatori non avessero nemmeno voglia di giocare. O meglio: che i vari Foden, Kane e Bellingham giocassero solo per loro stessi. Ma quando questo è il caso, trovo che l’allenatore debba sostituirli. Se non cambieranno marcia, la buona sorte che ha accompagnato anche loro potrebbe presto finire».

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