Hockey

I Ticino Rockets alzano la mira

Alla settima stagione in Swiss League la squadra punta ai playoff tra entusiasmo e preoccupazioni
Giocatori, dirigenti e staff tecnico dei Ticino Rockets camminano con entuasiamo verso la nuova stagione.
Flavio Viglezio
14.09.2022 06:00

A Biasca ci si augura che la crisi del settimo anno sia solo una leggenda che riguarda i rapporti di coppia. Non l’hockey su ghiaccio. Sì, i Ticino Rockets si apprestano a vivere la loro settima stagione in Swiss League: l’entusiasmo non manca, le ambizioni sportive – grazie ad un roster più competitivo rispetto al passato – non mancano, la voglia di formare i giovani è sempre la stessa. Le incognite però – legate in particolare al futuro della Lega cadetta – sono parecchie. E la dirigenza dei Rockets non ha nascosto la sua preoccupazione nel corso della classica conferenza stampa di presentazione della stagione tenutasi a Biasca presso la sede della Raiffeisen Tre Valli.

«Alcuni mesi fa – ha esordito Mottis – eravamo in lotta per essere riconosciuti e ammessi nella Swiss League. Ci siamo riusciti, abbiamo fatto tutto ciò che ci era stato richiesto, ad ogni livello. In seguito la situazione è però cambiata radicalmente. Lo scorso anno abbiamo percepito 387’000 franchi dai diritti televisivi. In marzo ci è stato comunicato che per la stagione in corso avremmo incassato 200’000 franchi. In giugno ci è poi stato annunciato l’azzeramento dei diritti televisivi».

Uno scenario che complica non poco il lavoro dei Ticino Rockets: «Oggi siamo davanti all’ennesima sfida. C’è una grande preoccupazione, non lo nego, riguardo al futuro della Swiss League. Un’incertezza che non tocca solo i Ticino Rockets: altri club hanno espresso la loro apprensione».

Il concetto di una Swiss League indipendente e in grado di volare con le proprie ali, insomma, non riesca ad imporsi: «Ai nostri occhi questo modello non può reggere. Forse la Swiss League dovrebbe funzionare «copiando» la filosofia dei Ticino Rockets, diventando una Lega di formazione, con meno ambizioni ma con un progetto più solido».

Meno ambizioni non significa zero ambizioni. Ed allora i Ticino Rockets, per la stagione che inizierà venerdì contro l’Olten, hanno alzato la mira: «Puntiamo a qualificarci per i playoff. Con il roster a disposizione dello staff tecnico, si tratta di un obiettivo realistico. Abbiamo voluto creare uno zoccolo duro formato da giocatori di esperienza: Misha Moor, per esempio, è tornato in Ticino dopo due anni con la maglia del Turgovia ».

Un roster che, come sempre, potrà più o meno variare a dipendenza della situazione in cui si verranno a trovare i club partner dei Rockets, ovvero Ambrì Piotta, Lugano e Davos. I biancoblù metteranno a disposizione del club sei giocatori, oltre a un supporto finanziario, dai bianconeri arriveranno quattro giocatori e uno straniero, mentre i gialloblù grigionesi saranno presenti con 4 giocatori e un aiuto finanziario. «La crescita sportiva dei giovani – ha da parte sua spiegato il direttore sportivo Sébastien Reuille – rimane il nostro obiettivo principale. Abbiamo però anche delle ambizioni sportive ed è realistico pensare di poter raggiungere i playoff. Per i giovani è importante avere un traguardo sportivo, lottare per qualcosa di concreto».

Sono allora otto gli elementi direttamente sotto contratto con i Ticino Rockets: il portiere Alessandro Ongaro, i difensori Colin Fontana e Misha Moor e gli attaccanti Giona Bionda, Adrien Lauper, Edouard Margairaz, Davide Gaeta e Roman Karaffa.

«Per noi – ha proseguito Reuille – era importante proseguire il lavoro iniziato due stagioni fa dal nostro staff tecnico, composto da Eric Landry e Mike McNamara. Quest’anno abbiamo potuto lavorare con tanti elementi che inizieranno la stagione con noi: questo è fondamentale, per trovare la giusta stabilità. Inoltre parecchi ragazzi che lo scorso anno si affacciavano per la prima volta alla Swiss League, hanno un anno in più e ciò costituisce un vantaggio non indifferente. E, come ha detto il nostro presidente, contiamo sull’esperienza dei giocatori sotto contratto con noi per aiutare i giovani a crescere».

A Biasca ci si augura insomma di vivere una stagione con tante soddisfazioni. Se le premesse sono buone, toccherà allora a Eric Landry e ai suoi ragazzi dare il massimo sul ghiaccio. Il tecnico canadese è fiducioso: «Nella scorsa stagione, a causa degli infortuni nelle squadre partner, ci sono stati momenti in cui non avevo abbastanza giocatori da mandare in pista. Quest’anno ci siamo organizzati per potre reagire a situazioni di questo tipo. Inoltre avere più elementi a disposizione aumenta la concorrenza interna, un fattore importante per avere successo».

Con Ongaro, saranno addirittura cinque i portieri a disposizione di Landry. Forse un po’ troppi: «Le cose - ha tagliato corto Landry – nell’hockey possono cambiare molto rapidamente. TRa possibili infortuni e esigenze dei partner team, volevamo essere coperti».