Una partita a senso unico

Il Brasile torna a ballare con Neymar

I verdeoro passeggiano sulla Corea del Sud: in rete su rigore anche la stella del PSG, al rientro dopo l’infortunio alla caviglia - Al prossimo turno la sfida contro la Croazia, costretta ai rigori dal Giappone
©Rungroj Yongrit
Massimo Solari
05.12.2022 22:35

Una gioia per gli occhi. Uno strazio per i coreani. In campo e sulle tribune del 974. Il Brasile ha danzato sui malcapitati avversari, infierendo in particolar modo nel primo tempo. Um, dos, três, quatro. E buona notte. Gli ottavi di finale si sono rivelati una formalità. Spettacolare, ma una formalità. La corsa e la buona volontà della selezione asiatica sono state davvero poca cosa di fronte all’imperversare verdeoro. Ogni discesa una magia, un'occasione o una rete. In un avvolgente passo di samba. Hanno ballato un po’ tutti. Addirittura il ct Tite, dopo che Richarlison - famelico - aveva siglato il tre a zero. Poco prima a ritrovare il sorriso era invece stato sua maestà Neymar. Sì, di nuovo nel cuore della manovra offensiva. Nel cuore dei brasiliani. La stella del PSG - reduce da un infortunio alla caviglia - ha realizzato dal dischetto, rubando il pallone dalle mani di Raphinha. Poco male, perché alla festa hanno davvero preso parte tutti. E, a dire il vero, O Nei è parso il meno ispirato lì davanti. Si fa per dire, eh: è però innegabile che l’apporto dei compagni di reparto - Vinicius Junior su tutti - abbia lasciato un segno più vistoso sulla sfida. Casemiro, al solito, ha poi costruito dighe qua e là in mezzo al terreno da gioco, mentre Alisson - insensibile a suo modo - si è arreso all’eurogol di Paik solo a seguito di tre miracoli. Tutto impressionante, davvero. A tal punto che è lecito chiedersi come sarà possibile fermare il Brasile. Questo Brasile, non la versione sbiadita caduta qualche giorno fa contro il Camerun. A ridosso dell’ottavo con la Corea, al proposito, è persino arrivata la benedizione di Pelé. «Nel 1958, camminavo per le strade pensando di mantenere la promessa fatta a mio padre. So che oggi molti hanno fatto promesse simili e vanno alla ricerca della loro prima Coppa del Mondo. Guarderò la partita dall’ospedale e farò il tifo per ognuno di voi. Buona fortuna!». 

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