Bocce

Il circuito della formula Bianchi

Il duplice campione del mondo della Centrale di Novazzano mette a fuoco i suoi piani per un cambiamento generazionale nei prossimi cinque anni - Proposte nuove categorie, il rilancio della nazionale rossocrociata e il coinvolgimento dei bambini in estate
Gregory e Gioele Bianchi (fresco di titolo ticinese U18) sono già sulle orme di papà Davide.
Romano Pezzani
27.09.2021 20:19

Parlare di bocce con Davide Bianchi, ambasciatore per eccellenza di questo sport sia nel panorama svizzero sia a livello internazionale, coinvolge anche chi non è mai andato a punto, perché le sue idee sono innovative. Non a caso la Federazione Svizzera di Bocce gli ha affidato un piano di rilancio di un movimento che, a detta dello stesso duplice campione del mondo, «è in via di estinzione se nei prossimi 5 anni non ci sarà un radicale ricambio generazionale. Oggi in Ticino, dei 120 giocatori di punta, più della metà superano i 60 anni e le prospettive sono preoccupanti».

Élite e categoria B

La “formula Bianchi”, richiesta con un mandato ufficiale dalla FSB per il circuito Élite e la categoria B, ha subito trovato ampi consensi da parte delle società. «Il progetto della Federazione “Bocce oggi, bocce domani” è pienamente giustificato dalla situazione in cui è venuto a trovarsi il movimento svizzero. Troppi giocatori non erano più motivati ad affrontare lunghe trasferte per disputare partite già perse in partenza per una netta differenza di livello tecnico. La serie crescente di forfait era data da questi divari per tanti versi comprensibili».

«Green pass» e forfait

Davide Bianchi ha messo a punto un circuito Élite e una categoria B per ovviare a questo malcontento dei giocatori di seconda fascia che condiziona il numero di iscrizioni. «La percentuale dei forfait tocca il 30% su 120 giocatori, esagerata. I giocatori di seconda fascia hanno il diritto di incontrare avversari sullo stesso piano e di vivere gli stimoli della partita, senza essere umiliati, mentre i 30 Élite fanno parte di un circuito di un altro livello».

Questa formula, acclamata da tutti, doveva entrare in vigore dal 1. gennaio 2022, ma la FSB – come confermato dal suo presidente, il ticinese Giuseppe Cassina – ha deciso di posticiparla di un anno in seguito alla certificazione obbligatoria ordinata dal Consiglio federale. «Posso capire la reazione d’istinto della Federazione Svizzera di Bocce, la decisione di Berna ha disorientato non solo il nostro movimento. Se si analizza l’andamento delle gare importanti che ha proposto recentemente il calendario, ovvero il campionato ticinese individuale e il campionato svizzero a coppie, notiamo che il “green pass” ha fatto e farà selezione a tutti i livelli, con rinunce da parte dei non vaccinati che si attestano tra il 20 e il 30%».

Valutazione opportuna

La sua nuova formula si può mettere in atto già dal 2022? «Prima andrebbe fatta una valutazione con le varie società alla luce della certificazione COVID obbligatoria nelle gare al chiuso. Quindi sarebbe opportuna una nuova valutazione con il presidente della FSB Giuseppe Cassina, che mi ha affidato questo studio, per analizzare la situazione. Sono dell’idea che tutto il movimento svizzero richieda un intervento immediato».

Rilanciare gli elvetici

La posizione della Federazione Bocciofila Ticinese si distacca da questo progetto “professionistico”. «Il suo presidente Romeo Pellandini» precisa Davide Bianchi «è da sempre un sostenitore delle bocce come sport da giocare in amicizia e divertimento. Non ha mai nascosto di essere contrario a questa formula. Ma lo scopo di creare un circuito Élite a livello svizzero è anche quello di rilanciare la nazionale, composta quasi esclusivamente da giocatori ticinesi. Dai Mondiali di Roma del 2015 abbiamo fatto fatica a mantenere prestazioni che secondo me ci appartengono, perché i nostri migliori giocatori si avvicinano ai leader italiani».

Ragazzi da conquistare

L’esperienza di un duplice campione iridato conta anche (e soprattutto) per i giovani, per il reclutamento dei quali Davide Bianchi ha sviluppato dei progetti interessanti. «L’allarme è suonato da un pezzo, urgono 50 ragazzi l’anno in tutta la Svizzera per rimpolpare il movimento, altrimenti in 10 anni il sistema collassa. In origine, come già sta facendo la San Gottardo, i bambini vanno coinvolti in un puro divertimento, da promuovere in un contesto ideale come ad esempio quello dei bagni pubblici, in cui si potrebbe stimolare il loro talento in pochi minuti, senza le regole ufficiali delle bocce, con premi allettanti per loro abilità. Vanno creati interesse ed entusiamo per un primo reclutamento che può portare poi i ragazzi nella Scuola bocce, più strutturata. I costi di promozione sono contenuti, ho stimato che con 5’000.- franchi per ogni estate possiamo proporre uno spazio itinerante di 20 m2 per dare impulso a un’attività introduttiva al nostro sport».