Paralimpiadi

Il coraggio di Silke Pan oltre le sfide impossibili

La romanda d’adozione sogna di poter difendere i colori rossocrociati ai Giochi paralimpici di Tokyo - LE FOTO
Silke Pan si è allenata negli scorsi giorni allo stadio di Cornaredo.
Raffaele Soldati
24.02.2020 20:01

I primi sei mesi di questo 2020 saranno fondamentali per Silke Pan, che sogna di poter partecipare ai Giochi paralimpici di Tokyo (25 agosto – 6 settembre). Un sogno che passa attraverso una serie di gare di qualificazione, un obiettivo che si concretizzerà solo se riuscirà a superare la concorrenza di altre due ragazze elvetiche.

Sportiva circense

Sorride Silke, germanica cresciuta a Bonn, ma vodese d’adozione. Ha 47 anni, però ne dimostra molti di meno per lo spirito con il quale vive le sue ambizioni sportive. Diplomatasi come equilibrista, contorsionista e trapezista dopo aver frequentato la scuola nazionale di circo a Berlino, da qualche anno insegue exploit di altro tipo.

Il mondo della paraplegia, incontrato dopo un incidente nel circo, le ha aperto altri orizzonti. Un lungo percorso di riabilitazione per abbracciare con passione nuove discipline come la carrozzina da corsa, l’handbike e il nuoto. Il tutto legando il suo nome al consolidato team di atleti ticinesi, gli inSuperAbili, presieduto da Walter Lisetto.

Il rapporto con il Ticino

Ma come e quando è nata questa collaborazione? «Risale alla scorsa estate – risponde Silke – quando, proprio a Lugano, si è concluso il mio giro della Svizzera. Un giro durato sedici giorni nei quali ho percorso un migliaio di chilometri attraversando a nuoto trenta laghi, l’ultimo dei quali era proprio il Ceresio. Ed è qui che la società degli inSuperAbili mi accolto ed assistito con grande entusiasmo. Insieme a questo gruppo ho vissuto dei momenti veramente belli. Il legame è stato spontaneo, anche perché condividiamo le stesse visioni. A incominciare dall’amore per lo sport e dal desiderio di farlo conoscere non solo ai normodotati. Diciamo che la nostra è una storia che unisce umanità ed amicizia».

Le grandi imprese

Da una parte una sfida con se stessa, dall’altra il desiderio di raggiungere un grande obiettivo sportivo, le paralimpiadi di Tokyo. Come spiega Silke questi due aspetti tanto diversi, ma al contempo vicini?

«La spinta che viene dal mio cuore è quella di provare ad alzare i miei limiti. Fino a dove posso superare me stessa? Domande che mi sono chiesta più volte affrontando sfide personali nell’ultraparaciclismo, cioè la pratica dell’handbike su strade alpine caratterizzate da un forte dislivello. Nel 2016 avevo conquistato la vetta di 13 passi svizzeri. Due anni più tardi ho affrontato un Raid nei Pirenei, oltre 800 chilometri raggiungendo 26 vette in 10 giorni. Poi, come detto, l’impresa della scorsa estate conclusa a Lugano (980 chilometri con handbike e carrozzina da corsa in due settimane) e il primo contatto con gli inSuperAbili. Adesso provo a guardare ancora più in là e sogno la partecipazione ai Giochi paralimpici. Non sarà facile, anche perché in questo caso devo anche battermi con la concorrenza di altre due ragazze altrettanto motivate e desiderose di poter centrare l’obiettivo».

L’obiettivo del 2020

Per staccare il biglietto per Tokyo Silke dovrà ottenere dei buoni piazzamenti in una serie di competizioni in Italia e in Svizzera.

«Le prime due competizioni si svolgeranno a Marina di Massa (4-5 aprile) e a Verolanuova (25-26 aprile). Una terza prova si terrà in Svizzera il 10 maggio. Dal 26 maggio al 1. giugno parteciperò alla prova di Coppa del mondo di Castiglione della Pescaia, mentre dal 4 al 7 giugno ci saranno i campionati del mondo ad Oostende, in Belgio».

La rincorsa di Silke Pan è lunga. Una rincorsa che passa anche dagli allenamenti svolti in Ticino, sulla pista dello stadio di Cornaredo accanto alle persone che credono in lei. E che l’hanno ammirata anche in un suo film intitolato «Sfidare l’impossibile».