Il caso

Il Letzigrund fa pietà: ma è davvero una sorpresa?

Il manto erboso dello stadio è in pessime condizioni e il presidente dello Zurigo Ancillo Canepa lancia l'ennesimo allarme: «Il derby di domani col GC? Decidano arbitri e lega se vi sono le condizioni per giocare» - Per i responsabili del campo è colpa del meteo, per i club dei troppi concerti accolti dalla Città
GC e San Gallo hanno dovuto fare i conti con il pessimo manto erboso sabato sera. © KEYSTONE / ENNIO LEANZA
Massimo Solari
25.09.2023 20:45

Il Letzigrund è in condizioni disastrose. Di nuovo. Lo ha sperimentato il Lugano, in occasione dell'esordio in Conference League, giovedì sera. Lo hanno confermato gli allenatori di Grasshopper e San Gallo, al termine del pareggio maturato sabato in campionato. E ora? E se il derby di domani sera fra Zurigo e GC venisse rinviato? A lanciare l'allarme, e pure la provocazione, è stato il club di Ancillo Canepa. «L'FC Zurigo è sconcertato dalle condizioni del campo, ancora una volta pessime» recita il duro comunicato pubblicato nelle scorse ore da uno degli inquilini dell'impianto. «Spetta dunque agli arbitri e alla Swiss Football League valutare se vi sono le condizioni sufficienti per svolgere la partita di martedì». Ha piovuto, e tanto. Vero. Ma la società zurighese non ci sta a incolpare il solo meteo. «Il motivo è un altro: i concerti». Già, come nell'estate del 2022, il manto erboso del «Letzi» è stato calcato da numerose star internazionali e - soprattutto - da decine e decine di migliaia di persone. E quando ciò avviene, prosegue la nota, «non ci si deve stupire se l'erba si rovina». Di qui l'affondo: «Questo non ha più nulla a che fare con un'infrastruttura professionale».

Chi è il responsabile?

Eppure, la situazione è nota. In un recente servizio del nostro giornale, la responsabile informazione e consulenza del Dipartimento dello sport della Città di Zurigo Manuela Schläpfer ricordava il nocciolo della questione: «Il Letzigrund è stato progettato e costruito fin dall’inizio come uno stadio multifunzionale». Lo ribadisce, da noi contattato, anche Martin Rinderknecht, esperto in materia e fondatore della «Sportrasen Architektur», impresa svizzera attiva nella costruzione di impianti e terreni da gioco. «Abbiamo contribuito alla nascita del manto erboso del Letzigrund, nel 2007-2008, e per anni collaborato con i responsabili della Città. Parliamo di un'infrastruttura pensata per il calcio e l'atletica. Ma non solo. Per ragioni di sostenibilità finanziaria, l'organizzazione di eventi è sempre stata centrale nella strategia delle autorità. È vero, quest'anno sono emersi alcuni problemi. Ma, nel complesso, posso assicurarvi che la convivenza dei diversi attori funziona. I "greenkeeper" che operano al Letzigrund dispongono di competenze elevate. Li conosco personalmente. Poi, certo, la mia opinione non è totalmente neutrale. Lo ammetto».

Nel complesso, posso assicurarvi che la convivenza di calcio, atletica ed eventi al Letzigrund funziona
Martin Rinderknecht, fondatore della Sportrasen Architektur, realizzatrice del Letzigrund nel 2007-2008

Beh, in fondo nemmeno la visione di Ancillo Canepa può essere ritenuta imparziale. Tutt'altro. Il numero uno dello Zurigo, non a caso, ha rincarato la dose sul Blick. «Mi sarei rifiutato di giocare in queste condizioni» ha tuonato, riferendosi al match del weekend tra GC e San Gallo. Oltre a sottolineare le spese per singolo incontro - «a sei cifre» - e i fastidi del passato, con Marchesano e compagni costretti a emigrare a San Gallo per sfidare l'Arsenal in Europa League, il presidente ha criticato le giustificazioni e le decisioni dei responsabili. Da un lato, suggerivamo, non è accettata l'analisi del manager del «Letzi» Peter Landolt, secondo cui «prima è stato umido per molto tempo, poi troppo caldo; per questa ragione l'erba non ha potuto mettere radici profonde». Dall'altro viene ricordato con fastidio il nuovo affittuario: il Lugano. «Se si sa già che sono previsti dei concerti, mi sembra strano che si appesantisca ulteriormente il manto erboso senza ragione» ha sottolineato Canepa, precisando oltretutto di non essere stata informato in anticipo dalla Città circa l'accordo raggiunto con il club bianconero. 

«Una catastrofe» (anche per il Lugano)

Al netto della natura e della genesi del contratto sottoscritto dall'FC Lugano, la formazione di Mattia Croci-Torti è stata a sua volta penalizzata dallo stato dell'impianto zurighese. Di più: i funzionari dell'UEFA, una volta conclusa la partita contro il Bodø/Glimt, non hanno mancato di sottolineare la principale criticità della serata. Il tutto, per altro, dopo che la controparte zurighese li aveva informati delle ottime condizioni del terreno da gioco. Sì, peccato che l'aggiornamento in questione - obbligatorio, regolamento alla mano - fosse avvenuto prima dell'Energy Air del 9 settembre, evento che con i suoi 50.000 partecipanti ha dato il colpo di grazia al campo in erba naturale.

La questione è molto semplice: il calcio non è una priorità per la Città
Giorgio Contini, ex allenatore del Grasshopper

Non è la prima volta, dicevamo. Così come è risaputo che Zurigo e GC non aspettano altro che una nuova casa, da gestire senza intermediari. Il nuovo Hartdurm, esatto, la cui edificazione - nell’ambito di un progetto più ampio denominato «Ensemble» - rischia però di dover attendere ancora alcuni anni. La popolazione zurighese si è espressa a favore del progetto, il Consiglio comunale lo sostiene, ma una recente iniziativa popolare potrebbe tradursi nell'ennesimo rallentamento dell'iter realizzativo. Nel frattempo, i club locali devono adeguarsi. Mettendo a repentaglio la qualità del proprio gioco e pure la salute dei calciatori. Ne sa qualcosa Giorgio Contini, ex tecnico del Grasshopper che sull'argomento non usa mezzi termini: «È una questione di natura politica, diciamolo senza paura. A decidere cosa avviene al Letzigrund è la Città di Zurigo e fra le sue priorità, mi dispiace, non figura il calcio. D'altronde parliamo di una metropoli che punta molto sull'organizzazione di eventi. E che dunque, a differenza di altri Paesi, è disposta a sacrificare il pallone. Poco importa se Zurigo o GC dovranno giocare su un campo di patate». Nel settembre del 2022, la compagine di Contini si era ritrovata ad affrontare il Winterthur su un terreno da gioco martoriato dal doppio concerto dei Büetzer Buebe. «Una catastrofe» ricorda oggi l'allenatore: «Banalmente, si prepara la partita in un modo e però il campo ti obbliga a rinunciare ai piani. Addio palla a terra e via di lanci lunghi. E come tecnico, ovviamente, è qualcosa di molto irritante. Alla fine a decidere gare del genere sono la fortuna e le palle ferme». In questi frangenti, riconosce Contini, «giocare in trasferta è una quasi una benedizione». A maggior ragione per il Grasshopper «che a differenza dello Zurigo è ospite a tutti gli effetti del Letzigrund e, di conseguenza, non ha nessuna voce in capitolo sulla qualità e la cura del campo».