Pallavolo

Il Lugano chiude la stagione e Giulia saluta tra gli abbracci

Sconfitte anche in gara-2 dallo Sm’Aesch Pfeffingen, le rosanero concludono il campionato al quarto posto – Per Rigon, centrale italiana con licenza svizzera, è stata l’ultima partita della carriera: «Ringrazio le compagne, hanno dato tutto»
© CdT / Chiara Zocchetti
Fernando Lavezzo
17.04.2024 23:23

Si è chiusa con un’appassionante battaglia di due ore e venti minuti la stagione del Volley Lugano. Lo Sm’Aesch Pfeffingen si è imposto 3-2 al Palamondo di Cadempino, aggiudicandosi 2-0 la serie per il bronzo. Dopo l’ultimo punto delle basilesi, nella metà campo ticinese sono partite le lacrime. Durante l’estate gran parte della squadra cambierà. Le strade di queste ragazze, provenienti da nove Paesi e tre continenti diversi, si divideranno. Un’ulteriore trasferta insieme, per giocarsi la «bella» ad Aesch tra due giorni, avrebbe avuto il sapore dell’ultimo ballo. E invece finisce qui.

Un libro che si chiude

Gli abbracci delle rosanero e dei tifosi sono soprattutto per Giulia Rigon, che già da tempo aveva deciso di mettere la parola fine sulla sua carriera. «Non so come spiegare quello che sto provando, la pallavolo mi ha dato tantissimo, è un libro che si chiude dopo 20 anni», ci dice la centrale italiana con licenza svizzera. Mentre parla con noi, le ragazzine del settore giovanile, impiegate come raccattapalle, fanno la coda per salutare la numero 12. «Giulia, quando potrai, verrai ancora a vederci giocare?», chiedono in coro. «Ma certo piccole, lo farò sicuramente».

In questa finalina abbiamo avuto le nostre occasioni ma ci è mancata un po' di lucidità
Giulia Rigon, centrale del Volley Lugano

Un bel finale

«È l’intervista più difficile della mia carriera», prosegue Rigon. «Ne parlavo l’altra sera con mia mamma. Un conto è giocare la tua ultima partita sapendo che non ce ne saranno altre. Un conto è avere ancora una speranza di prolungare la stagione. Per me è stata una serata strana, vissuta in una sorta di limbo. In un certo senso è stato meglio così. L’ho affrontata come se fosse una gara normale. Ma confesso che a metà del quinto set mi è venuta la tachicardia. Chiudere con una sfida così combattuta è stato bello. Questo match mi resterà per sempre nel cuore, perché tutte le mie compagne hanno dato il massimo per andare a gara-3. È vero, le nostre strade si separeranno, ma le amicizie resteranno. È il destino di noi sportive. Si creano legami molto forti, intensi, ma sai che prima o poi arriverà il giorno dei saluti».

Alti e bassi

Parlare di gara-2 è quasi superfluo. Il Lugano ha avuto le sue ghiotte occasioni, è anche andato avanti 2 set a 1 e ha sfiorato una clamorosa rimonta nella quarta frazione, rientrando dal 12-18 al 22-23. Ma nel finale le ospiti hanno avuto qualcosina in più, trovando grande continuità in difesa e più efficacia in attacco. Questi i parziali: 25-21, 20-25, 25-19, 23-25, 11-15. «È stata una partita di alti e bassi, un po’ come la nostra stagione», prosegue Giulia Rigon. «Abbiamo attraversato momenti difficili, a volte è stato complicato anche comunicare, ma mese dopo mese abbiamo creato un bel gruppo, raggiungendo una finale di Coppa Svizzera e un quarto posto in campionato. Possiamo essere contente di quanto fatto. Qualche anno fa, per il Volley Lugano, risultati simili erano impensabili. C’è un po’ di rammarico per questa finalina. Contro l’Aesch, secondo me, si poteva vincere. In gara-1 abbiamo sprecato le nostre opportunità, soprattutto per mancanza di lucidità nei momenti importanti. Siamo una squadra giovane e questo ha avuto un impatto sugli ultimi risultati». Rigon lascerà un vuoto per tanti motivi. Anche per la sua licenza svizzera. Ora, per il club, inizia la sfida del mercato.