Il Lugano domina, ma festeggia solo ai rigori

Ci voleva l’aria del derby per rilanciare il Lugano. Sì, i bianconeri hanno portato a 15 vittorie a 2 il bilancio delle ultime 17 sfide con i leventinesi, eppure hanno rischiato di perdere una partita dominata, dopo cinque minuti tutti di marca biancoblù. Una partita per certi versi surreale, terminata con un bilancio di 43 tiri a 11 a favore della squadra di Luca Gianinazzi: una statistica che in generale non spiega tutto, ma che stavolta dice più di mille parole. L’Ambrì Piotta, partito a razzo e in doppio vantaggio già al 5’24’’ grazie ad una doppietta dell’ex Dario Bürgler, può allora essere soddisfatto del punto conquistato. Molto ordinati in difesa e sostenuti da un ottimo Janne Juvonen, i biancoblù sono apparsi troppo timidi in fase offensiva. Eppure - come detto - questo derby hanno rischiato di vincerlo. Ai rigori, certo, ma anche in precedenza, visto che nelle fasi iniziali del terzo tempo Johnny Kneubuehler era riuscito a riportare in vantaggio i suoi. Surreale, sì, per quanto visto sull’arco dei sessantacinque minuti di gioco.
Di tutto e di più
Alla fine la differenza l’hanno fatta i rigori, che hanno premiato la squadra migliore sul ghiaccio. Granlund e Fazzini non hanno lasciato scampo a Juvonen, mentre dall’altra parte Mikko Koskinen ha bloccato i tentativi di Virtanen, Bürgler, Heed e Lilja. Ed allora il pubblico della Cornèr Arena ha potuto liberare il suo urlo di gioia, mente i soliti idioti hanno pensato bene di terminare la serata dandosele di santa ragione. Il triste finale di una notte emozionante.
Sì, perché in pista è successo di tutto, o quasi. Dall’incredibile doppietta iniziale di Bürgler, che avrebbe anche potuto dare una mazzata terribile al morale di un Lugano non particolarmente in fiducia dopo tre sconfitte consecutive. I bianconeri invece sono rimasti a galla, piano piano sono cresciuti e a partire dal terzo centrale hanno preso per il collo l’Ambrì Piotta. Che - va detto - nonostante l’asfissiante pressione del Lugano non ha mai perso la testa. Non era semplice resistere e in un modo o nell’altro i leventinesi ce l’hanno fatta. I bianconeri sono tornati in partita solo grazie al power-play, a bersaglio due volte come due volte ha colpito quello dei biancoblù.
Questione di episodi
Certo è che, nel primo derby stagionale, gli episodi del terzo tempo non hanno sorriso al Lugano, che ha colpito due pali Con Daniel Carr, si è visto annullare due reti - una di Morini per ostruzione sul portiere e una di Ruotsalainen per offside - senza contare un gol di Fazzini arrivato qualche decimo di secondo dopo la terza sirena. E pure l’overtime ha visto il Lugano dominare in lungo e in largo l’Ambrì Piotta.
Ma dominare non significa vincere. Ed allora i biancoblù il punto conquistato se lo tengono ben stretto. Un punto che muove la classifica e che premia comunque lo spirito di sacrificio di una squadra che - in questo primo scorcio di stagione - non molla proprio mai. Da questa vittoria il Lugano deve invece trovare le risorse per ripartire con un nuovo entusiasmo: a Kloten ci sarà già un primo importante test di conferma.