Il Lugano fissa (in alto) l’asticella per la prossima stagione

Obiettivi chiari, ambiziosi, nonostante il FC Lugano possa ancora definirsi un grande cantiere. A una settimana dal debutto in Super League, i vertici del club e lo staff sportivo hanno lanciato la nuova stagione, facendo al contempo il punto sull’avanzamento dei lavori fuori dal campo e – novità – sul piano contabile. Il CFO Michele Campana, in particolare, ha offerto una panoramica sulle dinamiche finanziarie del club, tutt’ora alle prese con un «disavanzo operativo importante». Al netto del mercato, ha spiegato il dirigente ticinese, a Cornaredo si opera partendo da un deficit di 15 milioni di franchi. Un buco, se così vogliamo definirlo, «creato anche dagli investimenti a livello di rosa. E ciò per generare futuri ricavi da plusvalenze» ha indicato Campana. Per poi comunque aggiungere: «È chiaro che, a lungo termine, l’attuale squilibrio non è sostenibile». Piccola consolazione: tolti YB, Basilea e San Gallo, anche le altre società di Super League dipendono da ricavi straordinari, donazioni degli azionisti o introiti dalle competizioni europee, per coprire simili ammanchi. «Il Lugano deve ringraziare Joe Mansueto, ancora e ancora» ha ricordato in merito il CEO Martin Blaser, aggiornando organigramma, obiettivi e priorità strategiche. Come un anno fa, la voce «pubblico» non rientra fra le urgenze. Non con un impianto provvisorio e, va da sé, in vista dell’offensiva per la futura arena. «Siamo però contenti che il numero di abbonamenti venduti sia leggermente aumentato rispetto al luglio del 2022» ha annunciato Blaser. Per la precisione, le tessere annuali per l’imminente campionato toccano quota 1.309. Erano 1.150 dodici mesi fa.
Se paragonate a quelle presentate prima della Super League 2022-23, pure i traguardi da raggiungere sono cambiati. Allora, con un gruppo in piena ricostruzione, non ci si era azzardati a fissare l’asticella. «Lo avevamo tuttavia fatto a gennaio» ha ricordato l’allenatore Mattia Croci-Torti. «Vogliamo raggiungere l’obiettivo più alto possibile, altrimenti non sarei seduto qui» ha aggiunto, completando gli scenari delineati dal direttore sportivo Carlos Da Silva. Quali? «Al termine dei primi 33 turni – la fase iniziale del nuovo formato del torneo – puntiamo a figurare nelle prime 6 classificate. Dopodiché, l’obiettivo finale è uno dei primi tre posti. Non avrebbe senso, considerato lo sviluppo del club, ambire a meno». Vi sono poi la Coppa Svizzera – «da provare a vincere come sempre» – e soprattutto l’Europa. «Indipendentemente da Europa o Conference League, non affrontiamo gli impegni internazionali come una vacanza. No, vogliamo superare la fase a gironi». Bene. «Ma è per questa ragione che non possiamo permetterci di farci trovare impreparati a livello di effettivi» ha notato il Crus, aprendo una finestra sul mercato estivo. «In ogni caso non abbiamo fretta di vendere giocatori» ha precisato Da Silva, commentando le situazioni dei vari Celar, Aliseda, Arigoni e Valenzuela. E in entrata? La difesa non è troppo giovane? «Detto che il recupero di Lukas Mai costituisce una variabile in questo senso, al momento non riteniamo indispensabile rafforzare il reparto arretrato» ha replicato Da Silva. La fiducia negli elementi presenti è totale. Sono convinto che questi giocatori possano sostenere l’intenso autunno. Poi, e non smetto di ricordarlo, il mercato chiude il 7 settembre. E saremo pronti a reagire in caso di necessità».