MotoGP

Il Mondiale lascia col fiato sospeso, Malesia, porrai fine alla suspense?

Mancano due gare al termine del campionato e i punti che distanziano Francesco Bagnaia da Fabio Quartararo sono appena 14 - Salvini: «Il pilota francese potrebbe posticipare tutto a Valencia» - Ianieri: «La Ducati è cresciuta molto, svolgendo un lavoro eccezionale»
Al momento «Pecco» Bagnaia guida la classifica piloti a quota 233 punti. © EPA / Joel Carrett
Maddalena Buila
19.10.2022 06:00

Wow, che Mondiale. Una metà stagione spaziale per Fabio Quartararo con la sua Yamaha, e poi l’incredibile risposta di «Pecco» Bagnaia che, sotto di 91 punti, ha piazzato una rimonta coi fiocchi. Chi l’avrebbe detto che ora, a due gare dal termine, ci si giochi la vittoria con appena 14 punti di distacco tra i due protagonisti? «Devo dire che io puntavo sul pilota italiano già da inizio stagione - confessa il giornalista de La Gazzetta dello Sport Paolo Ianieri, inviato in Malesia -. Anche quando a Sachsenring era finito sotto di così tanti punti, continuavo a credere che avrebbe vinto il Mondiale. È un pilota forte, in sella a un’ottima moto, sempre in grado di imparare dai suoi errori». Anche Mario Salvini, pure lui giornalista per La Gazzetta dello Sport, aveva fatto un pronostico simile. «A inizio anno mi ero sbilanciato, dicendo che la Ducati e Bagnaia potessero vincere il Mondiale. Non mi stupisco dunque dei pochi punti di distacco in cima alla classifica, piuttosto della grande rimonta dell’italiano».

I rivali e l’aspetto mentale

Attenzione però anche a non sottovalutare Aleix Espargaro, ad appena 13 punti dal francese della Yamaha. «Il problema è che l’Aprilia sta sbagliando tanto, a differenza delle buone prestazioni mostrate ad inizio stagione - analizza Ianieri -. In Malesia però potrebbe fare bene, andando magari ad attaccare Quartararo». Il circuito del sudest asiatico pare però strizzare particolarmente l’occhio alla Ducati. «La verità è che questa moto va forte dappertutto. Ciò detto, anche Quartararo potrebbe dire la sua, perché, a parte i due rettilinei, in Malesia c’è un lungo tratto di pista guidata, dove la Yamaha se la cava bene. Ma va considerato l’aspetto mentale. Dopo aver subìto una rimonta così clamorosa, non è evidente scendere in pista con la giusta motivazione», commenta Ianieri.

Traguardi storici tricolori

Se Bagnaia dovesse conquistare il Mondiale diventerebbe il primo italiano in sella a una moto italiana a riuscirci. Per lo meno in MotoGP. Un bel traguardo per il mondo dei motori tricolore. «Sarebbe eccezionale - conferma Salvini -. Alcuni ci hanno provato, penso per esempio a Valentino o Dovizioso, ma nessuno ci è andato vicino come Bagnaia. Va però ricordato un aspetto più generale. Nessun altro paese al mondo può aspirare a raggiungere questo traguardo. Le moto giapponesi, per esempio, hanno vinto 47 Mondiali negli ultimi 48 anni. Ma mai con un pilota giapponese, anche se ne hanno di bravi. Un altro esempio? La buona KTM, ma nessun pilota austriaco. Quando gli stranieri pensano all’Italia, sicuramente non la associano all’eccellenza tecnologica. Invece i dati appena riportati dicono proprio il contrario. Si può poi estendere il concetto anche al mondo della Formula Uno, dove la Ferrari è tornata competitiva, portandosi a casa quest’anno diversi successi». «La vittoria di Bagnaia significherebbe raggiungere un traguardo per l’Italia - concorda Ianieri -. Anche se va ricordato che esattamente 50 anni fa, nella categoria 500, Agostini era riuscito a laurearsi campione in sella a una moto italiana, la MV-Augusta». Restiamo in ambito di ricorrenze. Sono 15 anni che la Ducati non vince un Mondiale. Un lasso di tempo troppo lungo? «Beh, va detto che questo team è entrato nel mondo della MotoGP soltanto nel 2003. E per anni ha funto da Davide contro i Golia giapponesi (come Honda o Yamaha). Recentemente è però cresciuta sempre di più, grazie a un grande lavoro di tutto il team. Tornando però alla domanda iniziale, direi che 15 anni sono forse un po’ tanti, ricordando inoltre che in un paio di occasioni la Ducati avrebbe potuto conquistare il titolo. D’altro canto va detto che si scontrava con Marc Marquez e la Yamaha di Valentino», commenta Ianieri. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il collega Salvini: «15 anni sono tanti. Ma la Ducati ha lavorato davvero bene per riuscire a tornare in auge. Si potrebbe fare un paragone. Anche in casa Ferrari un Mondiale manca da tempo, ma al momento la scuderia di Mararello non riesce ancora a lottare per ottenerlo».

L’incredibile rimonta

Ma che tipo è Francesco Bagnaia, il pilota che spesso non si trova sotto le luci della ribalta? «“Pecco” è un grande lavoratore - racconta Ianieri -. Nessuno gli ha mai regalato niente e si è sempre impegnato al massimo. A livello mediatico non è il pilota maggiormente sotto i riflettori, perché è tranquillo e riservato. Sono curioso di vederlo in coppia con Bastianini l’anno prossimo, quando tornerà anche Marquez». «Bagnaia ci ha dimostrato la sua classe già da tempo, nelle categorie inferiori. Ritengo sia un pilota molto intelligente, che mette moltissimo impegno nel capire quali siano gli aspetti di sé che deve migliorare».

Sul circuito di Sepang

Mancano due gare al termine del campionato. Ma forse non si dovrà attendere Valencia, l’ultima in programma, per consegnare il Mondiale 2022. Malesia potrebbe essere decisiva, in un giorno particolare. Come ci ricorda Paolo Ianieri. «Questa tappa sarà speciale perché ricorreranno gli 11 anni dalla scomparsa di Marco Simoncelli. Non si era mai corso il giorno esatto della sua morte. Non so se domenica si chiuderà il Mondiale, ma ci sono buone probabilità». «Tra le due che mancano in calendario, la gara malesiana è quella su cui Quartararo potrebbe avere qualcosina in più da dire - completa Mario Salvini -. Anche perché ormai non ha più nulla di perdere. Potrebbe riuscire a portare la fine del Mondiale a Valencia».