La storia

«Il nostro matrimonio unisce pallavolo e basket, ma a casa non parliamo di sport»

La capitana del Volley Lugano Mercedesz Kantor e l'ala dei Tigers Hamish Warden si sono sposati lo scorso 11 agosto - Ci hanno raccontato la loro storia
© CdT/Chiara Zocchetti
Fernando Lavezzo
13.10.2023 06:00

Tra circa tre anni il Volley Lugano e i Lugano Tigers andranno a convivere nel nuovo palazzetto. Due loro rappresentanti, però, si sono già uniti in matrimonio. L’italo-ungherese Mercedesz Kantor, capitana delle rosanero, e lo svizzero-australiano Hamish Warden, ala dei bianconeri, si sono sposati quest’estate. Li abbiamo incontrati per farci raccontare la loro storia. D’amore e di sport.

Galeotto fu il fisioterapista

«Ci siamo sposati in Ungheria, il mio Paese d’origine», racconta Mercedesz Kantor-Warden. «Ci tenevo ad avere il doppio cognome, ma in Svizzera non era possibile». «Tra le date che ci hanno proposto - dice Hamish - c’era l’11 agosto. Un segno del destino, visto che l’11 è il numero di maglia di Merci».

Destino, già. Senza lo sport, la coppia non si sarebbe incontrata. «Nel nostro ambiente è facile conoscere nuova gente, ma è difficile trovare qualcuno di davvero speciale», osserva la schiacciatrice. Galeotto, nel loro caso, è stato il fisioterapista dei Tigers, Marco Paulon: «Anch’io andavo da lui una volta al mese», ricorda Merci. «All’inizio della scorsa stagione gli ho chiesto della squadra e lui mi ha parlato di un nuovo giocatore, tale Warden, dicendomi che era come me: solare e positivo. La cosa mi ha incuriosita, ma il discorso è morto lì». Interviene il marito: «Lo stesso giorno, Marco mi ha parlato di Merci, dicendomi che lei aveva chiesto di me. Sono andato a cercarla su Instagram e sono rimasto a bocca aperta. Pensavo di non avere chance, ma mi sono lanciato e le ho scritto un messaggio».

Da cosa nasce cosa

«Non era il solito messaggio banale», ricorda la Kantor. «È stato molto carino, mi ha chiesto quando avremmo giocato la prossima partita, così sarebbe venuto a fare il tifo per me. Si è presentato veramente, senza dirmi niente, e la sera stessa siamo usciti a cena». «Ho sfoderato il mio fascino australiano davanti a un piatto di spaghetti», scherza il bianconero.

«Il resto è storia», dice Mercedesz. «Ci siamo piaciuti, stavamo bene insieme. Dopo un mesetto, senza quasi rendercene conto, lui si è trasferito da me. È andato tutto velocemente, ma in modo naturale. Tant’è che a giugno mi ha chiesto la mano. Eravamo a Venezia, in gondola. C’era il sole, ma Hamish si è portato dietro il cappotto tutto il giorno perché dentro ci teneva l’anello. Dopo avermi chiesto di posizionare il telefono per girare un video, si è inginocchiato. Ci saranno stati 300 turisti ad applaudirci. Poi si è messo a diluviare».

Intesa perfetta

Per gli atleti professionisti, il domani è spesso un’incognita. Dove giocherà in futuro Hamish? E Mercedesz? Riusciranno a trovare due squadre vicine? «La questione si è già posta quest’anno», afferma Warden. «Eravamo entrambi a fine contratto, ma è stato abbastanza facile decidere di restare a Lugano. Merci è la capitana della squadra. Io, grazie al buon rapporto con il presidente Cedraschi, ho rinnovato con i Tigers. Più in là si vedrà. Al termine di ogni campionato dobbiamo parlare con procuratori e società. Quel che sappiamo, è che vogliamo stare insieme». Insomma, servirebbe un’agenzia che curi gli interessi di cestisti e pallavoliste. «Beh, potremmo crearla noi», scherza Hamish.

Fortunatamente, tra atleti ci si intende facilmente: «Non potrei stare con qualcuno che non pratica uno sport di squadra e che non può capire i miei stati d’animo», afferma Mercedesz. «A casa comprendiamo subito se l’altro ha bisogno di riposare, oppure di stare in silenzio dopo una brutta partita», aggiunge lui. «Ciò che conta davvero - sottolinea Merci - è trovare tempo di qualità da dedicare all’altra persona tra un impegno e l’altro. Un caffè, una passeggiata. Abbiamo orari di allenamento diversi, io ho anche un lavoro, lui studia digital marketing e prende lezioni di italiano. A volte capita di non vedersi fino a tarda sera. L’importante è fare del proprio meglio. A casa, poi, non parliamo di sport. Preferiamo staccare. Ma dopo ogni partita, ci prendiamo un’oretta per condividere le nostre emozioni».

Tifo reciproco

Nel limite del possibile, Hamish non si perde una partita casalinga di Mercedesz e viceversa: «Domenica, appena è finita la nostra gara all’Elvetico contro gli Starwings, ho fatto la doccia più veloce della mia vita e sono corso al Palamondo per vedere il Volley Lugano contro lo Sciaffusa», racconta Warden. «Quando noi giochiamo alle 20.00 e i Tigers nel pomeriggio, resto almeno per il primo quarto», ribatte Kantor. Questo weekend le loro squadre saranno entrambe impegnate a Ginevra, ma i coniugi non riusciranno a vedersi: «Noi Tigers giocheremo sabato e torneremo subito in Ticino, loro giocheranno domenica».

Un suocero importante

«In compenso - racconta Mercedesz - domenica mio marito andrà a Busto Arsizio a fare il tifo per mio papà, che allena lo Scandicci nella Serie A1 femminile». Il padre in questione è Sandor Kantor, un grande della pallavolo europea. «La scorsa estate ho provato a far colpo su di lui giocando a beach-volley, ma è stato un disastro», racconta divertito Hamish. «Comunque ho imparato ad apprezzare la pallavolo. Mi piace la velocità del gioco. E mi esalto quando fanno ‘‘ace’’». E Merci cosa ama del basket? «La cosa che preferisco è alzarmi in piedi e urlare ‘‘three points’’ quando Hamish segna un canestro da 3 punti. E poi adoro vederlo difendere. Ha la stessa mentalità di mio padre, la stessa concentrazione. Per quello si intendono a meraviglia».

Un palazzetto per gli eredi

Alla fine del 2026, Volley Lugano e Tigers giocheranno in una nuova casa. Hamish e Mercedesz ci saranno? «All’epoca della votazione avevo prestato il mio volto alla campagna per il Polo sportivo», ricorda la Kantor. «Già allora dissi che il palazzetto sarebbe stato per mio figlio e non per me. Probabilmente tra tre anni non giocherò più a Lugano. Forse Hamish sì, chissà». «Mal che vada ci accompagneremo Hamish junior», scherza lui. Ma se arriveranno figli, saranno cestisti o pallavolisti? «Magari seguiranno le orme di zio Kevin, il fratello di Merci che gioca a calcio nel Malcantone-Agno. Noi gli metteremo davanti i tre palloni e vedremo cosa succederà».

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