Classe regina

Il nuovo ciclo del Motomondiale

Durante il prossimo weekend, a Valencia, non solo si chiude la corrente stagione ma, con i canonici test, si lancia già quella successiva - Il 2026 farà da ponte verso il rivoluzionario campionato del 2027: i nuovi regolamenti potrebbero cambiare tutte le gerarchie e ridisegnare l’intera griglia
©Reuters/Noushad Thekkayil
Alex Isenburg
12.11.2025 00:00

Una porta - quella relativa all’annata 2025 - si sta per chiudere. Ma ora, prima di arrivare al fatidico portone - il campionato del 2027, che porta con sé rinnovate ambizioni e speranze - c’è da attraversare un lungo corridoio. Già, perché di mezzo vi è la prossima stagione, che rischia di diventare una sorta di passerella verso la rivoluzione del Motomondiale, dovuta al cambio dei regolamenti.

Gli ultimi verdetti

Con l’avvicinarsi del weekend conclusivo, quello di Valencia, si comincia già a pensare a quel che sarà. Anche perché, detto francamente, di quel che è stato non vi è più molto da dire. L’esito degli ultimi sei Gran Premi - che hanno visto trionfare altrettanti piloti, apparente sintomo di grande equilibrio - lascia il tempo che trova. Semplicemente, l’assenza forzata di Marc Marquez ha permesso alla concorrenza di accaparrarsi le briciole rimaste. La torta intera, infatti, era già stata azzannata in precedenza dal fenomeno di Cervera. Fino all’infortunio, causatogli da Marco Bezzecchi in Indonesia, l’iberico aveva imposto un ritmo micidiale e insostenibile per tutti i suoi rivali. Una media punti che, se mantenuta, non si distanziava di molto dagli storici successi firmati nel 2014 e nel 2019. Stagioni, quelle, che hanno riscritto la storia moderna della MotoGP.

Della frattura alla scapola dello spagnolo - fresco di nono titolo iridato - allora, poteva approfittarne il compagno di squadra. Bagnaia, tuttavia, non ha invertito la tendenza di una stagione disastrosa. Anzi, in occasione del prossimo fine settimana - con Pedro Acosta che lo tallona, a distanza di tre miseri punti - l’italiano rischia perfino di perdere la quarta posizione in classifica. Per lui, come è il caso di altri, vale già la pena rivolgere lo sguardo verso il futuro.

I primi sguardi al futuro

Sul «Circuito Ricardo Tormo di Cheste», ad esempio, torneranno a correre Maverick Vinales e - se dovesse arrivare l’approvazione dei medici - anche Jorge Martin. Proprio quest’ultimo ha reso chiara l’idea del suo rientro: «L’obiettivo è prepararmi al meglio per la prossima annata. Non ha senso parlare di risultati: l'importante è macinare chilometri e raccogliere informazioni per essere pronti nel 2026». Il tradizionale appuntamento conclusivo del Gran Premio della Comunità Valenciana sarà seguito - appena due giorni dopo - dai canonici test relativi alla stagione che verrà.

L’assenza di Marquez, in questo senso, potrebbe rivelarsi pesante per la Ducati? Alcuni lo credono. O forse - più probabilmente - ci sperano, onde evitare, nel 2026, un altro Motomondiale a senso unico. In Spagna - così come era accaduto anche nella penultima tappa di Portimao - al posto del numero 93 ci sarà Niccolò Bulega, con il Team Lenovo. L’emiliano, tra l’altro, il prossimo anno - oltre a correre nel WorldSBK - sarà tester per la scuderia di Borgo Panigale in MotoGP. Lui, assieme a Michele Pirro, è stato individuato come figura fondamentale per lo sviluppo della Desmosedici in vista del 2027.

Scossoni in arrivo

Ogni squadra, logicamente, intende farsi trovare pronta per il campionato che segnerà l’inizio di un nuovo ciclo. Il cambio dei regolamenti promette spettacolo e incertezza. Una componente, quest’ultima, che rischia invece di venire meno nel 2026. Già, poiché il fulcro delle moto dovrebbe restare invariato e - se dovesse tornare presto in salute - Marquez con questo tipo di mezzi ha dimostrato di essere implacabile. Vero, ma va altresì tenuto conto che pure suo fratello Alex - colui che più lo ha insidiato - potrà finalmente contare su una Desmosedici GP factory, ovvero una moto con le specifiche pari a quelle del team ufficiale. Un privilegio che fino a quest’anno spettava unicamente a Di Giannantonio.

E a proposito dei piloti in lizza? Nel 2026 vedremo solamente due volti nuovi: Toprak Razgatlioglu (Yamaha Pramac) e Diogo Moreira (Honda LCR). I restanti schieramenti, invece, rimarranno invariati. Ben altri scossoni, dicevamo, sono attesi per il 2027. La formazione in griglia potrebbe essere stravolta, giacché la quasi totalità dei protagonisti del paddock vedrà i propri contratti scadere proprio alle porte del cambio regolamentare. Sì, perché le forze in gioco potrebbero cambiare radicalmente in seguito alla riduzione della cilindrata delle moto (da 1.000 a 850 cc) e dal cambio di pneumatici (da Michelin a Pirelli). I piloti, insomma, dovranno essere bravi a puntare sul cavallo vincente, perché le gerarchie odierne - che forse rimarranno tali anche l’anno prossimo - nel 2027 potrebbero sembrarci irriconoscibili.