Tennis

Il nuovo gioco delle coppie

Il doppio misto, solitamente in secondo piano, è balzato agli onori della cronaca in seguito alla sua rivoluzione agli US Open - A Flushing Meadows dovrebbero partecipare tutti i top 10 del ranking singolare di ATP e WTA, fatta eccezione per Rune e Gauff - La nuova formula, però, va a discapito degli specialisti della disciplina, che hanno avuto modo di manifestare il proprio malcontento
©Epa/Teresa Suarez
Alex Isenburg
21.06.2025 06:00

Povera erba, ci verrebbe da dire. Un mese, o poco più, è il misero spazio ormai concessole nel corso della stagione, eppure, a prendersi la scena – in pieno avvicinamento verso l’appuntamento più atteso, quello di Wimbledon – è un altro Grande Slam, lo US Open. E perlopiù, con tutto rispetto, con il bistrattato doppio misto, che solitamente riscuote l’interesse di pochissimi eletti. In questi giorni, invece, il tentativo – da parte del Major a stelle e strisce – di rivoluzionare questa disciplina, ha catturato gran parte delle attenzioni mediatiche in ambito tennistico. Il che, di fatto, si traduce in un successo già conclamato.

Una sfilata di stelle

Agli inizi dello scorso febbraio, infatti, lo US Open ha annunciato di voler stravolgere il classico torneo di doppio misto che si tiene a Flushing Meadows. A iniziare dal tabellone, costituito da 16 coppie anziché le canoniche 32, senza dimenticare poi la durata e la collocazione del torneo, così come il diverso formato dei match. Una rivoluzione, per l’appunto, mirata all’ottenimento di una maggior visibilità nei confronti di una disciplina dai più totalmente ignorata. Per rendere l’evento potenzialmente attrattivo, tuttavia, mancava ancora l’ingrediente principale, ovverosia degli interpreti di spicco. Non ce ne vogliano gli specialisti del doppio, ma non sono certo loro a smuovere le masse, bensì i singolaristi, i volti più noti del tennis mondiale. Ed ecco che allora - dopo il carico pesante sfoderato mesi or sono - negli scorsi giorni, gli organizzatori dell’ultimo Slam stagionale hanno calato il classico asso dalla manica.

Dati alla mano, prendendo le classifiche attuali di entrambi i circuiti, ci si accorge che pressoché tutti i migliori giocatori del pianeta sono stati annunciati come possibili partecipanti all’evento che si terrà - sull’arco di due soli giorni - il 19 e il 20 agosto. Solamente due top 10 – Holger Rune sul fronte dell’ATP e Coco Gauff su quello della WTA – non figurano tra i nomi annunciati nella cosiddetta entry list. Per il resto, invece, c’è la crème de la crème. Ci sono, in primis, i numeri uno del ranking - Jannik Sinner e Aryna Sabalenka – rispettivamente in coppia con Emma Navarro e Grigor Dimitrov. Poi, fanno coppia sul campo anche i compagni di vita Badosa e Tsitsipas, mentre grandi attenzioni sono state già riservate nei confronti dell’intrigante duo Alcaraz-Raducanu. Anche la rossocrociata Belinda Bencic – che unirà le forze con Alexander Zverev - avrà un compagno di tutto rispetto, capace come lei di agguantare il titolo olimpico a Tokyo nel 2021.

Gli esperimenti già riusciti

Lew Sherr – CEO della Federazione statunitense di tennis, la USTA - non ha nascosto il proprio entusiasmo: «Siamo incredibilmente felici di fronte a una lista di nomi del genere, ma eravamo convinti del fatto che i migliori giocatori del mondo volessero approfittare di questa opportunità unica. Vogliamo elevare la disciplina del doppio misto donandole un degno palcoscenico». Sì, perché in terra americana sono convinti che le novità apportate andranno a beneficio di tutti: tifosi, giocatori, partner commerciali ed emittenti sportive. Oscurato, solitamente, dalle concomitanti competizione di singolare e doppio (maschile e femminile), il doppio misto nel 2025 andrà in scena in occasione della «Fan Week» e le partite saranno disputate all’interno dei due stadi principali, l’Arthur Ashe e il Louis Armstrong. «Le innovazioni apportate - ha affermato il direttore del torneo Stacey Allaster - rendono il gioco più accessibile e divertente, con un format veloce e altamente competitivo. È stato molto importante inserire la manifestazione in una posizione del calendario che le permettesse di essere al centro dell’attenzione».

Alla base di questa decisione, c’è anche il successo recentemente riscontrato dalla «Mixed Madness», tenutasi lo scorso anno. È vero, si trattava pur sempre di un’esibizione - vinta peraltro dai già citati Tsitsipas e Badosa - ma che può essere ritenuta un esempio valido. Inserita anch’essa durante la «Fan Week» - la settimana caratterizzata dall’ingresso gratuito per i ground del Billie Jean King Tennis Center - aveva contribuito a realizzare numeri da record in termini di partecipazione del pubblico. D’altra parte, competizioni che hanno incluso dei doppi misti tra singolaristi di prestigio - vedi gli appuntamenti, per nazione, della Hopman Cup o l’attuale United Cup - hanno sempre convinto gli appassionati di tennis. A proposito, anche allo US Open ci saranno delle coppie formate da giocatori della stessa nazionalità: 3 saranno le rappresentative tutte americane, mentre - oltre al duo serbo Djokovic-Danilovic e quello russo composto da Medvedev e Andreeva - ce ne saranno anche 2 interamente italiane.

«Una mancanza di rispetto»

Tra di esse, in particolare, spicca l’accoppiata azzurra Andrea Vavassori e Sara Errani, freschi vincitori a Parigi e verosimilmente coinvolti perché sono pure i campioni in carica proprio a New York. Rispetto alla concorrenza, infatti, loro due si distinguono poiché sono gli unici specialisti della disciplina. E in quanto tali - quando a inizio anno erano state annunciate le diverse novità in vista della prossima edizione degli US Open - si erano fatti sentire a gran voce, ritenendo sbagliato il sistema appena adottato. Considerato come un’ingiustizia e una mancanza di rispetto verso un’intera categoria di giocatori. Un evento che, a detta loro, si allontana dal concetto di Slam per avvicinarsi a quello di una pseudo-esibizione. «Prendere decisioni seguendo solo la logica del profitto - avevano peraltro scritto nella lettera congiunta pubblicata a febbraio - è profondamente sbagliato». Nel frattempo, inoltre, sono anche arrivate altre parole dal tono simile anche da parte di due altri doppisti, l’australiana Ellen Perez e il polacco Jan Zielinski. Quest’ultimo si è detto insoddisfatto per non aver ricevuto un invito al prossimo Slam americano, malgrado i due titoli Slam vinti l’anno scorso - a Melbourne e Londra - in questa disciplina.

Una certa frustrazione, da parte dei doppisti, è comprensibile, in quanto la partecipazione nei tornei Major rappresenta per loro il momento più importante della stagione. E il passo intrapreso dallo US Open è rivolto nella direzione opposta di quella degli specialisti e suona come un monito da non sottovalutare. Va detto, a onor di cronaca, che pure il doppio maschile e femminile navigano in acque agitate, ma quello misto, ormai, sembra davvero essere giunto alla deriva. Era giusto, arrivati a questo punto, provare a risollevarne le sorti cambiandone drasticamente i principi. I diversi milioni di visualizzazioni generati dall’annuncio delle 16 coppie per lo US Open 2025 - o il fatto stesso che leggiate questo articolo su una disciplina altrimenti ignorata - sono una fedele testimonianza che il tentativo pare essere andato a buon fine.