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Il ticinese Matteo Tenchio campione svizzero di ultramaratona

L’atleta di Carì conquista a Brugg il titolo nazionale sulle 48 ore di corsa: 324,9 chilometri percorsi, solo sette minuti di sonno e un nuovo traguardo nella sua straordinaria carriera
Mattia Sacchi
08.10.2025 16:12

Non si corre per caso per 48 ore consecutive. Si corre per resistenza, per conoscenza di sé, per un’idea ostinata di libertà. Matteo Tenchio, ultramaratoneta di Carì, lo ha fatto ancora: ai Campionati assoluti svizzeri di ultramaratona, disputati dal 3 al 5 ottobre a Brug (AG), ha conquistato il titolo nazionale con una prova monumentale da 324,9 chilometri percorsi in due giorni e due notti quasi senza sosta.

«Sono partito piano – racconta al Corriere del Ticino – perché non sapevo come avrebbe reagito il mio corpo dopo la ReddeRun di 50 km con 2000 metri di dislivello, corsa appena cinque giorni prima, e dopo la TransSwissRun di 508 km che avevo concluso da poco meno di due settimane». Ma la lentezza iniziale si è trasformata presto in strategia vincente: «Fa parte del mio modo di correre – spiega –: costante, regolare, con la capacità di tenere il ritmo per 48 ore. A volte, anche dopo 40 ore di corsa, riuscivo ancora a spingere fino a 4’30’’ al chilometro, per recuperare i trenta chilometri di distacco che avevo dal primo».

Tempesta e resistenza

Il primo giorno, in condizioni ideali, Tenchio ha coperto 178 km in 24 ore, senza dormire e con pause di pochi minuti per mangiare o rifocillarsi. Poi è arrivato il peggioramento: «Dalla ventisettesima ora ho corso sotto vento tempestoso e pioggia battente. Era quasi impossibile proseguire e la tentazione di fermarsi era forte. Ma per vincere dovevo stringere i denti e continuare».

La seconda parte della gara è stata una prova di resistenza mentale prima ancora che fisica: «Ho fatto poche pause, solo sette minuti di microsonno dopo circa quaranta ore, quando gli occhi mi si chiudevano da soli».

Il suo piano alimentare è stato essenziale e quasi spartano: «Un piatto di pasta nelle prime 24 ore, qualche croissant, biscotti, brodo, uova, cioccolato, uva e qualche gel. Da bere solo acqua e Rivella».

“Contentissimo della mia prova”

Il circuito di gara, lungo circa 950 metri, è stato percorso quasi 350 volte. Un viaggio circolare e ipnotico, più mentale che geografico. «Sono felicissimo del risultato – racconta –: è il mio secondo titolo svizzero in quattro anni, con anche un secondo posto due anni fa. E sono orgoglioso di essere riuscito ancora una volta a superare i 300 km: non è affatto facile in questo tipo di gara».

Dalla TransSwissRun al titolo

La vittoria di Brug arriva a distanza di pochi giorni dall’impresa alla TransSwissRun, che lo aveva visto tagliare il traguardo in seconda posizione dopo aver attraversato la Svizzera da ovest a est – da Chancy a Müstair – in completa autosufficienza, con uno zaino di oltre cinque chili sulle spalle e diecimila metri di dislivello positivo.

Dalla solitudine dei passi alpini al circuito argoviese, Tenchio conferma una qualità rara: la capacità di rigenerarsi nella fatica. «La forza non sta solo nelle gambe – spiega – ma nella testa, nel riuscire a non mollare mai. La pioggia, la notte, la fame, il sonno: tutto diventa parte della corsa».

Il corridore dell’impossibile

Dopo successi come la Transylvania 6 Days Ultramarathon o la sei giorni in Repubblica Ceca, il ticinese aggiunge così un nuovo titolo a un percorso sportivo e umano costruito con disciplina, umiltà e curiosità verso il limite.

«Ogni gara è una lezione – conclude –. Ti insegna dove finisce la forza fisica e dove comincia quella mentale. Questa volta, più che mai, ho sentito di aver corso non contro gli altri, ma contro le mie stesse paure. E di averle battute».

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