Basket

«Io e il Riva, una storia che dura da quindici anni»

Giorgia Veri ci parla del suo profondo legame con la società momò - Oggi al Palasangiorgio arriva l’imbattibile Friburgo: «Ci metteremo l’anima»
© Ti-Press/Francesca Agosta
Mattia Meier
24.02.2024 06:00

Quello tra Giorgia Veri e il Riva Basket è un intreccio da romanzo di formazione, dove i protagonisti evolvono, maturano, passando attraverso prove, errori, momenti di realizzazione personale, trovando sulla strada esempi e guide. In questa nostra storia, i due interpreti principali vanno a braccetto, accompagnandosi vicendevolmente ormai da anni. O forse da sempre.

All’inizio era un sogno

«In pratica nel Riva ci sono nata e cresciuta», racconta Giorgia, classe 2003. «È una storia che dura da 15 anni: dal minibasket alla prima squadra, ho fatto tutto il percorso formativo in questo club. Quando ero piccola, andavo a vedere la Serie A, con il sogno di poterci un giorno giocare. Quel giorno è poi arrivato, e non posso che esserne felice». Tre lustri intrisi di amicizie, avversarie e un timoniere, Andrea Piccinelli, ad accompagnarla in quasi tutte le tappe: «Coach “Picci” l’ho incontrato la prima volta a 12 anni, quando sono andata a giocare nella categoria superiore alla mia, dove allenava. Tra Riva e selezioni cantonali, posso dire di essere cresciuta con lui. È un ottimo coach, tecnicamente mi ha aiutata molto, ieri come oggi, e umanamente è ancora meglio. Con lui posso parlare, è sempre disponibile. Emotivamente, poi, è eccezionale. E questo vale per me come per il gruppo: sa come darci la carica e trovare sempre le parole giuste. Per esperienza, posso dire che non tutti sono così, sotto questo punto di vista».

Trovare una guida fidata è prerogativa per ogni percorso di crescita. Altrettanto importante è seguire l’esempio di chi la maglia del Riva l’ha indossata in precedenza. «Il mio modello? Lidia Travaini. Per la sua intensità e la sua energia. Lottava su ogni pallone ogni volta che scendeva in campo. Cerco di rifarmi a lei, vorrei essere quel tipo di giocatrice». Ricordi rimasti impressi negli occhi di Giorgia, che da bambina ammirava le scorribande delle veterane: «Ho anche avuto la fortuna di giocare insieme a Lidia. E ancora adesso che è diventata membro di comitato, ogni tanto si allena con noi. E io cerco di imparare».

Crescita costante

Dopo un paio di anni trascorsi in LNB e l’avvicendamento ai piani alti tra lo storico presidente Markesch e una nuova dirigenza tutta al femminile, la società momò ha ritrovato questa stagione la massima serie. Superato un iniziale e fisiologico periodo di apprendistato, Giorgia Veri e la squadra sono cresciute. «La differenza maggiore l’ho percepita a livello fisico – ci spiega la nostra interlocutrice, chiamata a sgomitare sotto le plance – Io sono alta (178 cm, ndr.), ma qui sono tutte più grandi (ride ndr.)!». Intanto, tra campionato e Coppa Svizzera, nelle ultime cinque uscite sono arrivati quattro successi: «Per tutte noi è la prima esperienza in LNA. Abbiamo avuto bisogno di tempo per capire i nostri punti deboli e imparare a credere in noi stesse. Inizialmente c’era un po’ di timore reverenziale verso le avversarie e avevamo paura di non vincere nemmeno una partita. Con il primo successo ci siamo sciolte, oggi sappiamo di appartenere a questa categoria».

Preziosissimo il contributo della coppia statunitense Bell-Hunter, con la seconda arrivata quasi in quadrupla doppia (23 punti, 14 assist, 10 rimbalzi e 7 recuperi) nell’ultimo match giocato in casa del Pully, valido per i quarti di finale di Coppa Svizzera: «Kiara e Marie sono due ragazze eccezionali, perfettamente integrate. L’aspetto migliore è che giocano per la squadra, non pensano a loro stesse e basta».

Attacco al potere

Il citato match con il Pully ha spalancato al Riva le porte delle semifinali di Coppa, con potenziale vista sull’ultimo atto, considerato il sorteggio favorevole che ha messo il Troistorrents sulla strada delle ticinesi, da affrontare al Palasangiorgio: «Possiamo giocarcela, era importante evitare il Friburgo». Già. Proprio l’Elfic, ancora imbattuto, è l’avversario odierno (ore 16) sulla sponda sud del Ceresio: «Come si batte? Bella domanda. Proveremo a metterci l’anima, giocando da squadra. E vedremo cosa succederà». Tra i pericoli maggiori, c’è l’ex compagna Viktoria Ranisavljevic: «È una forza, un talento puro. Siamo amiche, la stimo un sacco e sono più che felice per lei e per quello che sta facendo. Andare a Friburgo è stata la scelta migliore che potesse fare. Io? Qui sto bene, lavoro, sono felice. Se un giorno dovesse arrivare una chiamata da altrove, un pensiero potrei farlo».

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