Hockey

Joe Veleno punito per l'attacco a Niederreiter: il suo Mondiale è finito

L'attaccante canadese, reo di aver pestato la gamba del grigionese con la lama del pattino, si è visto infliggere cinque partite di sospensione
AP/Roman Koksarov
Fernando Lavezzo
21.05.2023 18:44

La sentenza è arrivata poco fa, alle 19.20 di Riga, un’ora prima della sfida tra Svizzera e Cechia. Attesa, auspicabile, inevitabile, sacrosanta. La IIHF, la federazione internazionale, ha squalificato il canadese Joe Veleno per cinque giornate. Il suo Mondiale è finito, anche se la sua squadra dovesse arrivare a giocarsi le medaglie. La condanna avrebbe potuto essere più pesante, ma il messaggio è sufficientemente chiaro: «Qui non ti vogliamo più».

Sabato il 23.enne attaccante dei Detroit Red Wings ha rischiato di spaccare la gamba a Nino Niederreiter, pestandola volutamente con la lama del pattino. Un gesto vile e insensato, che ha scatenato la reazione indignata di tifosi, giocatori e addetti ai lavori. Anche dal Nordamerica. Evander Kane, attaccante degli Edmonton Oilers, già nazionale canadese in tre rassegne iridate tra il 2010 e il 2012, ha commentato il fattaccio su Twitter: «Una cosa disgustosa. Ecco perché l’hockey ha bisogno delle bagarre. Scoraggiano idee come questa e aiutano a sorvegliare il gioco». Kane non è un santo. Nel 2019 e nel 2020 è stato il giocatore più penalizzato di tutta la NHL e dal suo messaggio traspare una visione rude del gioco. Ma in pista ci sono dei limiti che non vanno mai superati. Lo ha detto lo stesso Niederreiter, subito dopo la gara di ieri: «Il nostro è uno sport duro, ma giocato da gentlemen. Gesti simili non sono tollerabili». A fine partita, Veleno ha avuto almeno la decenza di scusarsi con il grigionese, che ha comunque chiesto provvedimenti disciplinari. È stato accontentato.

Era impensabile che il canadese potesse farla franca. Gli era già andata bene in partita, visto che il suo assalto era sfuggito agli arbitri. I quali, a causa di un regolamento obsoleto e paradossale, non hanno neppure potuto rimediare appoggiandosi alla tecnologia. E questo nonostante le immagini scorressero sul maxischermo della Riga Arena. Tra i fischi del pubblico, avvelenato di rabbia.

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