National League

Chi può domare
 le Aquile, 
i Tori e i Leoni?

Iniziata ieri con l’anticipo tra Friburgo e Losanna, la stagione 2023-24
 vede i campioni in carica del Ginevra Servette tra i grandi favoriti insieme allo Zugo e allo Zurigo
 – La lotta per accedere ai playoff si annuncia infuocata – Tanti i nuovi stranieri ancora da scoprire
Il finlandese Sakari Manninen, nuova stella del Ginevra Servette. Keystone/Salvatore Di Nolfi

La lunga attesa è finita. Dopo la preparazione estiva, culminata con il derby amichevole alla Cornèr Arena, Ambrì Piotta e Lugano si tuffano nella nuova stagione. Con i soliti sogni, le speranze e il desiderio di recitare un ruolo importante. Non sarà facile, in un campionato sempre più combattuto ed equilibrato. Si riparte dal titolo svizzero conquistato per la prima volta nella sua storia dal Ginevra Servette. Le aquile saranno la squadra da battere, ma la concorrenza si annuncia agguerritissima. Così come infuocata – la storia degli ultimi anni lo insegna – sarà la lotta per un posto tra le elette che disputeranno i playoff. Il mercato rossocrociato – ritorno di Denis Malgin a parte – non ha offerto grandissimi colpi. Tanti, invece, i nuovi arrivi sul fronte degli stranieri: saranno ancora sei gli «import» a poter scendere in pista.

Ajoie

I giurassiani hanno sudato freddo nella passata stagione, salvando il posto in National League solo al termine dello spareggio con i campioni di Swiss League dello Chaux-de-Fonds. L’obiettivo a Porrentruy rimane la permanenza nella massima serie, se possibile soffrendo meno. Ma sulla carta la differenza di potenziale rispetto alle altre squadre rimane importante. Per cercare di compiere un passo avanti il direttore sportivo Julien Vauclair ha affidato la panchina a Christian Wohlwend, tecnico focoso capace di motivare un gruppo, ma spesso e volentieri un po’ sopra le righe. Per l’Ajoie, che ha perso lo storico capitano Jordan Hauert, evitare l’ultimo posto della classifica sarà difficilissimo.

Ambrì Piotta

I leventinesi sono reduci da una stagione contrastante: la conquista della Spengler, la mancata qualificazione ai pre-playoff, le riflessioni di Duca e Cereda sull’opportunità di proseguire il loro lavoro. L’Ambrì riparte dai suoi due condottieri, ma una delle priorità è stata quella di rinforzare lo staff tecnico con un secondo vice (Eric Landry) e un mental coach a tempo pieno (Corsin Camichel). In difesa, due titolari fissi come Fischer e Burren sono stati rimpiazzati da giovani di belle speranze, ma ancora acerbi, quali Terraneo e Wüthrich. I due contenderanno un posto nei «top 7» a Pezzullo e Zündel. Fondamentale sarà l’apporto di Heed e Virtanen, ma anche di Fohrler e dei fratelli Dotti. Davanti mancheranno i punti di Chlapik, Formenton e Heim, ma con Dauphin, Lilja e tanti nuovi giovani, l’attacco è più profondo e più predisposto alla battaglia. Spacek, Bürgler e Pestoni dovranno essere molto produttivi. In porta, Juvonen è indiscutibilmente il numero uno. Quanto spazio ci sarà per Conz?

Berna

Gli Orsi cercano ormai da anni di tornare ai vertici dell’hockey svizzero e anche per la stagione a venire hanno operato una mezza rivoluzione. La squadra della capitale – che a sorpresa ha dovuto incassare il ritiro di Sven Bärtschi, deludentissimo la scorsa stagione – ha deciso di puntare su un portiere straniero, l’esperto svedese Adam Reideborn. Per il rilancio il Berna si affida a Jussi Tapola, 49.enne allenatore finlandese reduce dalla doppietta campionato-Champions League con il Tappara Tampere. Tornato a Friburgo Chris DiDomenico, gli Orsi contano parecchio su stranieri di grido come il difensori Julius Honka e Patrik Nemeth e gli attaccanti Martin Frk e Corban Knight. Sarà determinante il contributo della vecchia guardia composta da Untersander, Moser e Scherwey.

Bienne

I vicecampioni svizzeri dovranno saper gestire – e non sarà facile – il passo indietro di Antti Törmänen, il tecnico che ha deciso di concentrarsi esclusivamente sulla sua battaglia contro la malattia. Per rimpiazzarlo, i seeländer hanno scelto il connazionale Petri Matikainen: il suo curriculum non si discute, ma sarà il gruppo a dover digerire nel migliore dei modi il dopo Törmänen. Per sostituire l’infortunato difensore Viktor Lööv, il Bienne ha ingaggiato il forte finlandese Ville Pokka. L’ossatura della squadra è comunque rimasta molto simile a quella della passata stagione.

Davos

I grigionesi ripartono dalla scommessa Josh Holden, alla sua prima esperienza da head coach dopo l’apprendistato a fianco di Dan Tangnes a Zugo. Il nuovo allenatore si ritrova una squadra quasi totalmente già costruita dal direttore sportivo Jan Alston. Il Davos ha perso l’iconico difensore svedese Magnus Nygren, tornato in Svezia, e il finlandese Kristian Nakyva avrà il non facile compito di non farlo rimpiangere. Pesante, in termini di esperienza, anche il ritiro dell’ex bianconero Thomas Wellinger. In generale la formazione grigionese appare un po’ in perdita di velocità: molto dipenderà dal rendimento dei leader, Ambühl su tutti.

Friburgo

Quella a venire sarà l’ultima stagione nel doppio ruolo di direttore sportivo e allenatore per Christian Dubé. Il Gottéron ritrova il figliol prodigo Chris DiDomenico, ma il riscatto dopo l’eliminazione da parte del Lugano negli scorsi pre-playoff si annuncia complicato. Anche e soprattutto perché a Friburgo si sta operando un cambio generazionale in un gruppo in cui tanti elementi centrali iniziano ad accusare il peso degli anni: i vari Diaz, Sprunger o Bykov – tanto per fare tre nomi – sono nella fase conclusiva della loro carriera. E David Desharnais ha deciso di appendere pattini e bastone al chiodo.

Ginevra

I campioni in carica restano tra i grandi favoriti, ma alle Vernets le sfide non mancano. Tanto per cominciare, ripetersi non è mai facile. Così come non è evidente rimpiazzare due stranieri eccezionali come gli svedesi Tömmernes e Omark. Il direttore sportivo Marc Gautschi si è comunque mosso benissimo: per la difesa ha ingaggiato un altro svedese di primo piano, Theodor Lennström, mentre in attacco è arrivato il nazionale finlandese Sakari Manninen. Veterani come Filppula, Winnik e Pouliot non sono di certo ringiovaniti, ma la qualità dell’attacco - con l’inarrestabile Hartikainen e svizzeri di valore quali Richard, Jooris, Rod, Praplan, Miranda e Bertaggia - ha pochi rivali. In porta, Mayer (eroe degli scorsi playoff) e Descloux danno garanzie. E in difesa, oltre a Vatanen, ci sono anche i (quasi) nazionali Karrer e LeCoultre, senza dimenticare il «vecchio» Maurer.

Kloten

Dopo un’eccellente stagione da neopromossa, ben al di sopra delle aspettative e culminata con la qualificazione ai pre-playoff, gli aviatori sono stati costretti al cambio di allenatore: via l’amato Tomlinson per ragioni di salute, dentro un altro canadese con trascorsi in Germania, Gerry Fleming. Riconfermarsi tra le prime dieci sarà un’impresa. Sono rimasti pezzi pregiati come il portiere Metsola e gli attaccanti Aaltonen e Ang. La partenza di Ruotsalainen è però pesante e le ambizioni del Kloten dipenderanno dall’impatto dei nuovi stranieri Morley e Ojamäki . Il club non ha ancora i mezzi per piazzare «colpacci» sul mercato svizzero, ma l’arrivo di Profico, Sataric e Diem porta esperienza.

Langnau

Per la squadra dell’Emmental la priorità è evitare gli ultimi due posti e lo spareggio-salvezza. Una missione non facile, ma neppure impossibile. A patto che il sestetto straniero riesca a trascinare un gruppo senza stelle svizzere. Sui quattro finlandesi - Saarijärvi, Saarela, Pesonen e il nuovo difensore Riikola - si può puntare ad occhi chiusi. Tutti da scoprire, invece, gli statunitensi Malone e Louis. Osservato speciale, dal Ticino, sarà il giovane difensore Brian Zanetti, rientrato dal Nordamerica.

Losanna

Alla Vaudoise Arena vogliono lasciarsi definitivamente alle spalle i disastri dell’era Svoboda, l’ex proprietario incapace di dare un filo logico ai suoi acquisti compulsivi. Al «nuovo» Losanna sono rimasti in eredità numerosi contratti pesanti, ma le pulizie sono già cominciate e qualche segnale di coerenza inizia a vedersi. Merito (anche) di John Fust, l’ex allenatore diventato direttore sportivo, capace di piazzare pochi colpi, ma mirati. I due nuovi difensori svedesi Djoos e Pilut e lo sniper finlandese Suomela promettono bene. E attenzione al giovane Rochette. In porta, il punto forte sarà la concorrenza tra Hughes e Punnenovs. Insomma, i nomi ci sono. Coach Ward dovrà essere bravo a far remare tutti nella stessa direzione.

Lugano

I bianconeri vogliono ripartire dalle emozioni vissute nella parte conclusiva della scorsa stagione, iniziata con l’avvicendamento tra McSorley e Gianinazzi. Il giovane allenatore ticinese ha già dimostrato di sapere il fatto suo. Ora, grazie al maggior tempo a disposizione e all’innesto di stranieri di qualità come LaLeggia, Joly e Ruotsalainen, potrà dare più facilmente forma alle sue idee. In porta, Schlegel ha dimostrato di potersi alternare regolarmente a Koskinen senza che la squadra ne risenta, anche se il gigante finlandese resta comprensibilmente la prima scelta. La difesa ha qualità, ma è un po’ corta. L’attacco, per contro, è ben affollato grazie soprattutto all’arrivo di tanti giovani interessanti e affamati. L’ex capitano Arcobello è chiamato a una reazione dopo un campionato deludente. Carr, dal canto suo, è alla ricerca della continuità dopo i numerosi problemi di salute del recente passato.

Rapperswil

I Lakers puntano sulla continuità per provare a stabilizzarsi nella parte alta della classifica. Reduci da una regular season strepitosa (terzo posto) e da un’eliminazione ai quarti di finale per mano dello Zugo, i sangallesi hanno vissuto un mercato tranquillo, senza fuochi d’artificio. Confermati cinque stranieri su sette, con Cervenka chiamato ancora una volta a illuminare il gioco (e l’intero campionato) con le sue geniali intuizioni. Le scommesse Rask e Connolly sono invece due «scarti» di Friburgo e Lugano. Entrambi dovranno alzare il loro livello per affermarsi in una squadra dal gioco ben rodato. In difesa non sarà facile sostituire un punto fermo come Profico.

Zugo

La scorsa stagione la squadra di Dan Tangnes ha visibilmente pagato il prezzo del suo successo. Dopo due titoli consecutivi, infatti, non è mai stata in grado di portare in pista la stessa fame degli anni precedenti. Strapazzati in semifinale dal Ginevra (4-1), ora i Tori potranno contare sulla loro voglia di riscatto. Per tornare al vertice, alla Bossard Arena sono arrivati tre nuovi stranieri: il difensore Bengtsson e gli attaccanti Michaelis e Wingerli. Modesto il mercato interno, con gli ingaggi di Riva e dei giovanissimi Biasca e Robin. Più pesanti le partenze di Kreis e Zehnder. Ma il potenziale dello Zugo, soprattutto in attacco, resta notevole. Basti pensare al quintetto svizzero composto da Hofmann, Simion, Herzog, Martschini e Senteler. In scadenza di contratto, Genoni deve cancellare una stagione al di sotto dei suoi standard. Ma il suo valore non si discute e infatti la priorità del club è rinnovarlo al più presto.

ZSC Lions

Marc Crawford - confermato - ha in mano uno squadrone. Dopo la bruciante sconfitta nella finale del 2022 contro lo Zugo (dal 3-0 al 3-4) e l’umiliante cappotto (0-4) subito nell’ultima semifinale contro il Bienne, lo Zurigo non vuole più sbagliare. La rincorsa a un titolo che manca dal 2018 riparte da Denis Malgin, tornato a casa dopo un anno in NHL. Nessun giocatore svizzero sposta gli equilibri come l’imprendibile centro di origini russe. La difesa è forse la più completa del campionato, mentre in porta il ceco Hrubec sarà chiamato agli straordinari, non avendo una riserva all’altezza. Tre nuovi attaccanti stranieri in arrivo dalla NHL: lo svedese Fröden, il canadese Grant e il lettone Balcers, bronzo agli ultimi Mondiali con la sua sorprendente nazionale. Da Zugo è arrivato Zehnder. In un attacco da urlo, sembra non esserci più spazio per Bachofner nonostante l’infortunio di Andrighetto. Che abbondanza! Il coach canadese dovrà essere bravo ad accontentare tutti.

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