Con il primo ballo di Simone fa festa tutto l'Ambrì Piotta

Ma certo che ve lo ricordate Il ballo di Simone, canzonetta di fine anni Sessanta ancora in voga nei capannoni di carnevale. «Batti in aria le mani, e poi falle vibrar, se fai come Simone, non puoi certo sbagliar». Ecco. A fine partita c’era proprio lui, Simone Terraneo, a far vibrare le mani sotto la curva. A scandire il ritmo del «geyser sound», il rituale della vittoria, al fianco di Dominic Zwerger, maestro di cerimonie anche quando è infortunato. «I compagni mi hanno spinto in avanti e a quel punto sono andato insieme a Zwergy», racconta sorridente Terraneo. Per il 19.enne difensore è stata una serata da ricordare. Il suo primo gol in National League, valso il 2-2 poco dopo metà partita, ha dato una svolta all’esordio stagionale dell’Ambrì Piotta. Poco dopo, Jakob Lilja gli è andato dietro, danzando nello slot. «Se faccio come Simone, non posso certo sbagliar», deve aver pensato l’attaccante svedese prima di trafiggere Nyffeler e operare il meritato sorpasso.
Da che parte è entrato?
Sì, meritato. Il primo tempo, iniziato con la giusta aggressività (vantaggio di Dauphin in power-play), ma proseguito con troppe concessioni difensive, si era chiuso sul 2-1 per il Rapperswil. Nel periodo centrale, però, l’Ambrì ha cambiato marcia. E dal 28’ in poi ha preso per il collo gli ospiti. I quali, nonostante il time-out chiamato da Hedlund, non sono più riusciti a contenere l’energia dei leventinesi. «Ci eravamo accorti di aver preso in mano il match e il loro time-out ce lo ha confermato», racconta Terraneo. «Personalmente, ho vissuto una gara in discesa. Non ho iniziato benissimo. Ma nel secondo tempo, grazie all’aiuto dei compagni, alla grinta e alle giuste emozioni, le cose sono migliorate. Già prima del mio pareggio, l’inerzia della partita era cambiata a nostro favore. Quel gol ha poi aiutato me e la squadra a crescere ulteriormente. È stata una grande gioia. Dopo aver tirato, non ho immediatamente realizzato di aver segnato. Per capire come è entrato il disco, ho dovuto guardare le immagini sul grande schermo. Daniele Grassi è poi andato a prendermi il puck. Lo conserverò gelosamente».
Effetto Juvonen
Se a livello contabile è stato il 2-2 a cambiare il destino della partita, non si può tacere delle parate compiute da Juvonen sul 2-1 per gli ospiti. «Quella di guantone sul contropiede di Baragano alla fine del primo tempo è stata un’altra chiave del match», concorda Terraneo. Fondamentale è stato anche il risveglio della prima linea, dopo 30 minuti di nascondino. Non per nulla sono state le reti di Lilja e Spacek a regalare i tre punti all’Ambrì. Meritato anche il 5-2 di Kostner, a coronamento della bella prestazione della quarta linea. Positivo pure l’esordio di Dauphin, al cui fianco si è mosso bene Eggenberger. Peccato che a Nando manchi un po’ di fiducia nel tiro. Più complicata la «prima» di Landry, colpevole, in combutta con Heed, in occasione dell’1-1. Ma tutto è bene quel che finisce bene. Come in un vecchio ballo di carnevale. «Adesso mi divertirò un po’ con te, con un bel gioco che ti piacerà, Simone dice che è molto semplice, e lui queste cose le sa».