Hockey

Connor Carrick: «Non c'è nessuna negatività»

Il difensore analizza la situazione dell'HC Lugano alla vigilia della trasferta a Bienne
Connor Carrick è alla sua prima stagione con il Lugano. ©Keystone/Samuel Golay
Flavio Viglezio
16.09.2025 06:00

Quella del Lugano è stata un’estate portata avanti sul concetto di una nuova cultura. Un’estate in cui il club bianconero è ed ha cambiato tanto sotto gli impulsi e la regia di Janick Steinmann. Tra i volti nuovi c’è anche Connor Carrick, difensore che ha già dimostrato di sapere il fatto suo. Sufficientemente solido in fase difensiva e bravo nella costruzione del gioco. Ora lo si attende ancora più dominante in power-play.

Il terzino nordamericano, intanto, si sta abituando a questa nuova realtà: «Non posso dire che era ciò che mi aspettavo, perché le cose poi sono sempre diverse da ciò che uno pensa. Ogni squadra che abbiamo affrontato ha le proprie forze e le proprie debolezze e ognuno gioca alla sua maniera. Si tratta prima di tutto di abituarsi ai sistemi degli avversari e al tempo stesso noi siamo in un processo di crescita. Di certo in pista c’è tanto rumore (ride, ndr). È divertente giocare in queste condizioni, infonde tanta energia. Chi scende in pista ama avvertire l’entusiasmo dei tifosi. Ricordo che in alcune sfide, in AHL, ci saranno state cinque persone in tutta la pista (ride di gusto, Ndr).

Un grande equilibrio

Nelle prime tre partite stagionali si è già intravista la squadra che desidera il nuovo general manager. Si sono visti impegno, voglia di lottare e – tutto sommato – nessuno può affermare che il Lugano abbia giocato male. Il punticino conquistato a Friburgo lasciava ben sperare, ma poi sono arrivate le sconfitte “piene” contro Zugo e ZSC Lions.
Gottéron, Zugo e Zurigo. Tre super potenze dell’hockey rossocrociato. «Il livello qui è alto e nessuno gioca per perdere. Aver affrontato tre squadre di valore aiuta a crescere. Friburgo, Zugo e ZSC Lions ci hanno fatto capire a che punto siamo, cosa stiamo facendo di buono e in quali compartimenti del nostro gioco dobbiamo ancora invece crescere. Ma non penso che nel campionato svizzero ci siano formazioni deboli. E vedo molto equilibrio».

Reagire rapidamente

Equilibrio, sì. La squadra di Tomas Mitell ha spesso e volentieri giocato anche meglio dei suoi avversari e si può dunque essere moderatamente fiduciosi.
Il punto ora è però un altro. La fiducia nei propri mezzi va sostenuta e alimentata da risultati positivi, che indichino come la via intrapresa sia quella giusta. In questo senso il Lugano è atteso da due incontri già – parzialmente – fondamentali: la trasferta a Bienne – anche i seeländer attendono il loro primo successo stagionale – e in seguito lo scontro casalingo con l’Ajoie. Bisogna assolutamente evitare che la negatività inizi a condizionare il rendimento del gruppo. Sarebbe fisiologico, se tra una settimana la squadra dovesse ritrovarsi nella parte più bassa della classifica.
Insomma, adesso è tempo di risultati positivi, che portino punti e morale: «Non c’è motivo – confida però Carrick - di cadere nella negatività. La cosa più importante è reagire alle avversità il più rapidamente possibile, durante le partite e tra una sfida e l’altra. Certo, è più facile portare avanti il processo di crescita quando si vince, ma il nostro staff tecnico ha le idee chiare e siamo tutti convinti di essere sulla strada giusta».

Attacco anemico

Una strada giusta non ancora imboccata da un attacco bianconero piuttosto anemico, che lotta all’insegna di una sorta di “vorrei, ma non riesco”.

Certo, attualmente all’appello mancano due elementi come Jiri Sekac e Rasmus Kupari, il Lugano è «costretto a scendere sul ghiaccio con soli cinque stranieri, ma la loro assenza non è la causa di tutti i mali dell’attacco. Sarebbe riduttivo pensarlo.

Davanti – inutile girarci attorno – ancora manca l’apporto degli attaccanti stranieri. Mike Sgarbossa lavora parecchio ma non è per ora concreto, BrendanPerlini è invisibile, mentre Sanford al momento è un pesce fuor d’acqua e sembra anche in netto ritardo di condizione fisica. . È stato Steinmann a volere import con queste caratteristiche, sta dunque lo staff tecnico del Lugano trovare le giuste soluzioni. Carrick spiega invece così le difficoltà incontrate in zona gol: «Le situazioni di gioco sono connesse una con l’altra. Se abbiamo delle difficoltà a trovare la via del gol in questo periodo, significa che c’è ancora qualcosina che non gira per il verso giusto. Spesso è una questione di esecuzione, in altre occasioni bisogna essere bravi a prendere la decisione giusta al momento giusto. Il nostro staff tecnico sta parlando con ogni giocatore – anche individualmente – per fare in modo che si possa crescere anche in fase offensiva. A Zurigo, sotto per 2-1, abbiamo avuto parecchie occasioni di pareggiare nuovamente la sfida. E crearsi delle nitide opportunità è comunque fondamentale. Prima o poi il disco inizierà ad entrare».

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