Così vicini, così lontani

Se la stagione regolare fosse terminata, l’Ambrì Piotta – attualmente undicesimo in classifica – sarebbe in vacanza. Fortunatamente per i biancoblù di partite da giocare ce ne sono ancora parecchie e la possibilità di accedere ai play-in è più concreta che mai. Anche se, con un occhio, sarà bene anche lanciare di tanto in tanto qualche occhiata all’indietro. La lotta infuria, insomma, e la squadra di Eric Landry sta provando ad affrontarla nel modo migliore. L’handicap della partenza falsa, però, ancora condiziona la posizione dell’Ambrì Piotta.

Ed allora – vien quasi la nausea a furia di ripeterlo – servirebbe maggiore continuità tra una partita e l’altra. Oppure, troppo spesso, nella stessa sfida l’Ambrì Piotta alterna il meglio al peggio. Anche a Losanna i leventinesi non hanno fatto una brutta figura, anzi, ma sono tornati a casa con un pesante passivo sul groppone. Contro il Losanna, certo, non contro il Niederbipp. L’impressione, però, è questa squadra sia spesso vicinissima ai suoi avversari ma – per un motivo o per l’altro – riesca spesso a complicarsi la vita.

In fondo la questione è semplice. L’ha ribadito Michael Joly negli spogliatoi della Vaudoise Arena: «Sentiamo di essere vicini ai nostri avversari, ma non possiamo permetterci di subire quattro o cinque gol a partita. Altrimenti, non vinceremo mai». Ha ragione da vendere, il canadese. Il problema principale di questo Ambrì non è l’attacco, ma un sistema difensivo che concede troppo. Si è cercato di tappare la falla con l’ingaggio di Michal Cajkovsky, ma lo slovacco – in negativo anche a Losanna – è lungi dall’essere l’elemento che possa al momento sistemare la retroguardia leventinese. Ci vuole allora un maggiore sacrificio difensivo da parte di tutti. Con un occhio che guarda avanti e l’altro che sbircia all’indietro.